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11 Marzo 2024
15:01

Sembra un colibrì, ma quella nel tuo giardino è una sfinge del galio

La sfinge del galio è una piccola e frenetica falena molto comune anche tra parchi, giardini e fioriere urbane. Avvistarla è molto semplice, ma la rapidità con cui si muove da un fiore all'altro e le sue abitudini alimentari possono trarre facilmente in inganno e viene spesso scambiata per un colibrì dai non esperti.

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La sfinge del galio è un piccolo insetto lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae e il cui nome scientifico è Macroglossum stellatarum. Questa falena viene talvolta scambiata per un colibrì a causa della somiglianza superficiale con questi uccelli, dovuta anche a caratteristiche e abitudini molto simili: è piccola, agile e dotata di una lunga proboscide, che usa per succhiare il nettare dei fiori in volo stazionario, proprio come fa un colibrì.

La somiglianza tra la sfinge del galio e i colibrì ha portato anche a molte credenze e interpretazioni simboliche. Questo piccolo insetto viene spesso associato alla grazia, alla bellezza e alla leggerezza, proprio come il colibrì. In molte culture, inoltre, la presenza della sfinge del galio è considerata un segno di buon auspicio e fortuna.

Per esempio, si narra che durante la Seconda Guerra Mondiale fu avvistato uno sciame numeroso attraversare il Canale della Manica proprio il giorno prima dello sbarco in Normandia: l'evento fu perciò considerato questo di buon auspicio per il D-Day. Scopriamo però un po' più da vicino questo affascinante quanto comune insetto così particolare.

Sfinge del galio, l'insetto che sembra un colibrì

La sfinge del galio è una piccola falena attiva durante il giorno e dotata di una straordinaria agilità e abilità nel volo. Le ali battute in maniera rapida (anche 70-80 volte al secondo) e il suo corpo gracile, la fanno sembrare quasi un colibrì in miniatura. La somiglianza è ulteriormente accentuata da una lunga proboscide, che la sfinge utilizza per suggere il nettare dai fiori mentre è in volo stazionario, proprio come farebbe un colibrì. Gli adulti sono solitamente lunghi tra i 4 e i 6 cm, hanno un colore bruno-grigiastro, ma il secondo paio di ali (quelle posteriori) sono vivacemente colorare di arancione e bordate di nero.

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Le dimensioni, il volo, le abitudini alimentari e il comportamento frenetico di questa falena ricordano quello dei colibrì

Come altri sfingindi, si muove con rapidità da un fiore all'altro, sondando il nettare con la sua proboscide e volando in maniera frenetica e apparentemente inarrestabile, caratteristica che ricorda ancora una volta molto da vicino il volo rapido e il comportamento dei colibrì. L'addome è invece piuttosto ampio e tozzo, e termina con una sorta di piccola coda a ventaglio con ciuffetti di "peluria" bianchi e neri. Si osservano con facilità anche in giardini, parchi, prati, cespugli e margini dei boschi, dove crescono le piante a fiore con calici lunghi su cui si nutrono.

Perché si chiama sfinge del galio

Il suo nome comune, come per tanti altri lepidotteri, è associato a una particolare pianta, il galio (Galium sp.), una delle specie preferite dai suoi bruchi. I nomi delle farfalle e delle falene, infatti, vengono molto spesso affiancati dalla pianta nutrice preferita dalle sue larve. Le sfingi del galio femmine, generalmente, depongo infatti le loro uova (anche 200 tutte insieme), proprio su queste piante. Una volta nati, i bruchi mangeranno poi le sue foglie e una volta cresciuti abbastanza, solitamente dopo circa 20-30 giorni, si chiuderanno nel loro bozzolo per dare il via alla metamorfosi.

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Bruco di Macroglossum stellatarum. Foto da Wikimedia Commons

Tuttavia, sebbene il suo nome associ questa falena in maniera molto stretta alle piante del genere Galium, i bruchi possono nutrirsi anche di altre erbe e specie botaniche. Tra queste ci sono per esempio i generi Rubia, Centranthus, Epilobium e soprattutto Stellaria. L'epiteto specifico "stellatarum", infatti, è un chiaro riferimento a quest'ultimo genere di piante, conosciute in italiano anche come centocchi. Altri nomi comuni con cui viene talvolta chiamata questa falena sono invece falena colibrì oppure  sfinge colibrì.

Dove vive la sfinge del galio

Macroglossum stellatarum è ampiamente diffusa praticamente in tutta l'Eurasia, dal Portogallo a Ovest fino al lontano Giappone a Est ed è presente anche in Nord Africa e in Medio Oriente. In Italia questi insetti sono diffusi praticamente su tutto il territorio e sono facilmente osservabili sia in habitat naturali, come praterie e brughiere, che in ambiente urbano, come giardini, parchi e persino terrazzi e balconi metropolitani. La sua ampia diffusione e la facilità con cui viene avvistata anche in città in primavera e in estate, ha perciò alimentato la confusione e l'errata convinzione che possano essere presenti colibrì nel nostro paese.

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Le similitudini comportamentale e alimentari tra colibrì e sfingi sono un classico esempio di convergenza evolutiva

Tuttavia, in Italia e in Europa non ci sono colibrì, tutti originari delle Americhe, che però in un certo senso sono un po' l'equivalente geografico delle nostre sfingi. Colibrì e sfinge del galio, insieme altre falene della stessa famiglia, condividono in parte la stessa nicchia ecologica, ovvero il ruolo che occupano all'interno degli ecosistemi: quello degli impollinatori dalle stesse abitudini alimentari, semplificando un po'. Le similitudini comportamentale e alimentari, sono perciò un classico esempio di convergenza evolutiva, ovvero quel fenomeno per cui attraverso l'evoluzione per selezione naturale animali molto diversi e non imparentati sviluppano caratteristiche molto simili.

La sfinge del galio è pericolosa?

La sfinge del galio non è in alcun modo pericolosa, in nessuna delle sue fasi del ciclo vitali. Non possiede pungiglioni, né le sue larve, ovvero i bruchi, sono coperte da peli urticanti, come accade per molti altri lepidotteri. Sia gli adulti che le larve non sono quindi pericolosi, né per gli esseri umani né per gli animali domestici. In conclusione, la sfinge del galio è un insetto estremamente affascinante che, nonostante le sue piccole dimensioni, porta con sé una serie di significati simbolici profondi, tra cui la bellezza, la fortuna e la trasformazione. Osservarla è molto facile, tuttavia il suo comportamento frenetico e la rapidità con cui si muove da un fiore all'altro, possono trarre facilmente in inganno.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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