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25 Giugno 2021
13:16

Roma, il monumento alla porchetta imbrattato di sangue fa il giro del mondo

Prima le proteste, poi le scritte. Ora, una distesa rosso sangue. La statua della porchetta, messa a Roma, fa ancora discutere. Non piace agli animalisti che la giudicano un insulto. E, a quanto pare, non è gradita anche a chi la vede come un monumento "all'abbuffata". Nella notte tra il 24 e il 25 c'è stato un blitz che l'ha imbrattata con la vernice rossa e che sta facendo il giro del mondo. L’opera di Amedeo Longo, dal titolo “Dal panino si va in piazza”, è stata installata (in via temporanea) in piazza San Giovanni della Malva, a Trastevere.

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Prima le proteste, poi le scritte. Ora, una distesa rosso sangue. La statua della porchetta, messa a Roma, fa ancora discutere. Non piace agli animalisti che la giudicano un insulto. E, a quanto pare, non è gradita anche a chi la vede come un monumento "all'abbuffata". Nella notte tra il 24 e il 25 c'è stato un blitz in cui è stata imbrattata con la vernice rossa e che sta facendo il giro del mondo. L’opera di Amedeo Longo, dal titolo “Dal panino si va in piazza”, è stata installata (in via temporanea) in piazza San Giovanni della Malva, a Trastevere.

«Ignoti, probabilmente due diversi, hanno imbrattato la base della statua in lingua inglese con scritte blasfeme e di disprezzo verso gli animalisti, forse anche a beneficio dei turisti che frequentano il famoso quartiere – raccontano da Lav – La prima mano ignota ha scritto “Dio” aggiungendo una freccia verso l’alto, la seconda ha invece completato l’opera per cui ora si legge “Il dio dei maiali e della gente stupida”. Grazie signor writer per essersi fatto interprete dell’intolleranza di molti verso chi lotta per affermare dei giusti diritti. Ma non era necessario, avevamo già presente».

Per Lav «la statua risulta divisiva e oltraggiante per i più, sia animalisti sia non. Perfino molte persone che non sono ‘veg’ ne sono turbate, e non solo per una questione estetica. La socialità auspicata non solo non è raggiunta ma ne esce frantumata». «La raffigurazione acritica del cadavere di un essere senziente, ucciso, messo in forno e pronto per essere fatto a pezzi e divorato nell’Italia del 2021 sconcerta, divide le coscienze, allontana le persone e fa inorridire anche molti non-animalisti – aggiungono dall’associazione – Molti romani non-animalisti, sia residenti nel quartiere che non, la considerano un danno arrecato al decoro urbano, e in migliaia stanno rappresentando la loro indignazione, chi sui social, chi aderendo a una petizione internet, chi telefonando e chi scrivendo e-mail alle associazioni, al Municipio interessato e agli enti patrocinatori».

Su Change.org il presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, Daniele Diaco (M5s), ha lanciato una petizione per chiedere la rimozione della statua alla presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi (Pd). La raccolta di firme ha superato le 4.000 adesioni. «Si tratta di un’opera che è andata talmente in spregio alla cittadinanza. Qualcuno ha fatto la bravata di imbrattarla tutta con della vernice rossa: dello stesso colore insomma del sangue che questi poveri animali versano quando vengono sgozzati e sventrati – dice Diaco – Ci auguriamo che il Pd del I Municipio e la sua presidente Sabina Alfonsi facciano ammenda e ritirino dal suolo pubblico questa immonda schifezza».

La notizia del monumento romano dedicato alla porchetta, intanto, ha fatto il giro del mondo: è andata a finire anche sul quotidiano New York Times. E' c'è già un profilo satirico su Twitter:  «Porchetta, maiale, cinghiale: scegli tu. Basta che nun me magni», si legge nella sua descrizione. Il "Maiale Marmoreo" entra nel dibattito politico della Capitale, prossima alle elezioni amministrative. E a Carlo Calenda che twittava «siccome a Roma non abbiamo abbastanza animali di vario genere, l’amministrazione ha deciso di abbellire la città con questo meraviglioso maiale in marmo», la porchetta, messa davanti a un piccolo negozio di generi alimentari, gli chiede: «Si te voto me sposti da davanti sto minimarket?».

La risposta del municipio: è solo un'opera artistica sul cibo della tradizione popolare

Anche il presidente Alfonsi ha commentato: «Stiamo parlando dell’opera di un giovane romano, studente presso una scuola di alta formazione, che ha voluto proporre la sua riflessione in forma artistica su un cibo che fa parte della tradizione gastronomica popolare e che richiama alla convivialità e allo stare insieme». Per Alfonsi si tratta «solo una delle otto proposte di giovani artisti – valutate da una Commissione di esperti – che fanno parte del progetto Piazze Romane promosso dal Municipio insieme a Rufa, con l’idea di portare l’arte contemporanea nelle piazze già riqualificate con i progetti del Bando ‘Roma sei Mia' e offrire ai giovani un palcoscenico importante e un momento di visibilità».

«Il nostro ruolo di amministratori pubblici era semplicemente quello di creare un’opportunità, senza giudicare in alcun modo il percorso di creatività artistica sottostante a ciascuna delle opere proposte e senza dare giudizi estetici preventivi – aggiunge il presidente del municipio in un lungo commento su Facebook – Ora, si sa, l’arte è uno strumento potente. Soprattutto l’arte contemporanea, se ha la capacità di provocare reazioni, generare riflessioni, stimolare il confronto e la discussione. Un’opera è interessante quando divide, lo è molto meno se percorre strade già battute e non crea il coinvolgimento emotivo degli spettatori. Da questo punto di vista, il nostro maialino ha svolto benissimo il suo lavoro, riaprendo una discussione pubblica sul tema del rapporto tra uomini e animali allevati per il consumo che era praticamente scomparsa da anni. Bisognerebbe riflettere di più sul fatto che far sperimentare giovani artisti oggi è l'unico modo per sperare di avere artisti di livello domani. Ribadisco: compito della politica deve essere quello di sostenere la crescita di tutte le forme di arte perché, pur con tutte le contraddizioni che si possono dare, è il solo modo per produrre nuove nozioni e visioni di arte e società».

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