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27 Febbraio 2023
16:23

Rischio zoonosi nell’allevamento di 26 piani in Cina. Ne parlano Burioni e Bandi a “Che tempo che fa”

Un allevamento intensivi di 26 piani in Cina non è pericoloso solo in termini etici, connessi allo sfruttamento dei maiali, ma è rischioso anche dal punto di vista sanitario, in relazione al rischio di zoonosi. Ne parlano a "Che tempo che fa" i professori Roberto Burioni e Claudio Bandi.

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Un allevamento intensivo di 26 piani è sorto da alcuni mesi nella provincia di Hubei in Cina. Qui oltre 1 milione di maiali, circa mille per piano, nasce e muore senza mai vedere la luce naturale. La loro esistenza è totalmente volta alla produzione di carne per fare fronte all'ingente domanda delle famiglie cinesi: qui la richiesta di carne di maiale rappresenta il 28% del totale mondiale. E con un consumo per cittadino che all'anno si aggira intorno ai 30 chili, i cittadini cinesi superano anche gli statunitensi.

Kodami aveva raccontato in un video i retroscena del mega allevamento cinese ma l'esistenza di un simile luogo, con le sue implicazioni etiche e sanitarie, è stata al centro negli ultimi giorni del dibattito pubblico. «Trattare male gli animali non solo è crudele, ma pure autolesionista perché vuole dire trattare male noi stessi». Lo ha detto il virologo Roberto Burioni, docente dell'Università Vita Salute San Raffaele di Milano e ospite fisso del programma domenicale di Rai3 "Che tempo che fa", condotto da Fabio Fazio.

Durante la trasmissione è stato posto l'accento sul rischio di zoonosi connesso all'esistenza di un mega allevamento cinese in città. In studio con Fazio e Burioni è intervenuto anche Claudio Bandi, professore di microbiologia dell'Università di Milano che ha sottolineato i problemi legati al tenere rinchiusi in uno spazio ridotto così tanti mammiferi. Questo rappresenta uno dei motivi che possono condurre alla nascita di una nuova zoonosi è proprio la cooesistenza di un gran numero di animali all'interno di spazi chiusi, ambienti dove i virus hanno la possibilità di passare da un individuo all'altro molto facilmente, ricombinandosi un gran numero di volte.

In questo modo un virus in origine capace di infettare solo i suini può sviluppare una variante potenzialmente in grado di compiere il salto di specie, e colpire l'essere umano. Lo abbiamo osservato nel caso dei visoni d'allevamento, abbattuti in tutto il mondo durante la pandemia da Covid-19. I visono sono mammiferi allevati in tutto il mondo per la loro pelliccia, vengono detenuti in strutture in condizioni igieniche pessime e in sovranumero, ciò ha portato alla nascita un un gran numero di nuove varianti a cui l'uomo è suscettibile.

Tuttavia gli animali che vivono a stretto contatto con le persone non sono gli unici a rischio. Bandi durante il suo intervento a "Che tempo che fa" ha sottolineato come l'arrivo dell'essere umano in foreste vergini rappresenti un ulteriore grave rischio per la creazione di nuove zoonosi.

Se la pressione antropica sugli habitat e sugli animali, domestici e selvatici, non si allenterà, allora la popolazione cinese e globale si troverà ancora ad affrontare l'incubo di una pandemia causata da un nuovo Spillover.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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