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9 Maggio 2022
17:24

Riaperto il caso di Polina Kochelenko, l’educatrice cinofila morta annegata nel Pavese

Il caso dell'educatrice cinofila Polina Kochelenko va verso la riapertura. Il gip di Pavia si è opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e adesso si attende l'udienza del 6 giugno 2022.

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Polina Kochelenko
Polina Kochelenko

Si riapre il caso di Polina Kochelenko, criminologa ed educatrice cinofila trovata morta a soli 35 anni nella campagne della provincia pavese il 18 aprile 2021.

Quel giorno Kochelenko è morta annegata mentre stava addestrando sei cani: quattro sono stati trovati proprio lì vicino e ne mancavano due all’appello. In origine si è ritenuto che l'educatrice potesse essere morta nel tentativo di salvare i cani, vittima di un malore.

Secondo una prima ricostruzione la ragazza, per salvare uno degli animali in pericolo, sarebbe caduta nel fosso e annegata tra le acque profonde circa un metro e mezzo. Una ipotesi che aveva spinto la Procura di Pavia a chiedere l'archiviazione delle indagini. Prospettiva sempre decisamente respinta dalla famiglia della vittima, che in questo ultimo anno ha condotto indagini privatamente.

L’opposizione all’archiviazione del caso è stata ritenuta ammissibile dal gip del Tribunale di Pavia, Maria Cristina Lapi, e l'udienza è stata fissata per il 6 giugno 2022, giorno nel quale si deciderà se riaprire ufficialmente le indagini.

In un'intervista rilasciata a Fanpage, la madre di Polina, Alla Kochelenko, ha spiegato i motivi dietro la volontà di impedire la chiusura delle indagini.

Polina Kochelenko
Polina Kochelenko

«Ci sono ancora troppi punti oscuri», ha spiegato Alla Kochelenko, a cominciare dalla scomparsa di alcune foto cancellate dal profilo Facebook della donna poco tempo dopo la sua morte. «Innanzitutto bisogna capire chi è stato. Nemmeno io ho la password del suo account», ha detto.

Oltre ad alcuni sospetti, Alla ha segnalato anche l'esistenza di un uomo respinto in maniera decisa dalla figlia: «Polina era una ragazza molto diretta e lo ha respinto chiaramente. Da quanto mi ha raccontato si era offeso e non le parlava più».

Ma tra le perplessità avanzate da Alla ci sono anche le modalità con cui sono state condotte le indagini: «Ho come la sensazione che si voglia chiudere in fretta il caso», e ancora: «Le ricerche sul posto le hanno iniziate molto tardi. La segnalazione era arrivata intorno alle 15 del 17 aprile e, da quanto mi risulta, hanno iniziato a lavorarci alle 18».

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