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4 Marzo 2024
15:31

Qual è l’animale che vive di meno?

Diverse specie vivono solo poche ore, ma l'animale che vive meno in assoluto è l'effimera, un insetto la cui fase adulta può durare anche solo un'ora e mezza.

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effimera

Ci sono molti animali che vivono solo poche ore ma l'animale che vive meno in assoluto è l'effimera, un insetto acquatico simile ad una libellula la cui fase adulta può durare anche solo un'ora e mezza. Molte specie di effimera, tuttavia, possono passare anche mesi, se non un paio di anni, dentro l'acqua mantenendo la forma di una larva e assumendo l'anatomia dell'adulto solo quando compaiono le condizioni climatiche e meteorologiche ideali per la loro frettolosa riproduzione.

Gli adulti sono dei pessimi volatori e per questa ragione la riproduzione avviene in prossimità dell'acqua o poco lontano dalla riva. Le larve invece sono degli ottimi nuotatori e crescendo possono anche andare incontro a 27 mute. Si nutrono principalmente di alghe e di detriti vegetali e sono considerati degli ottimi indicatori ecologici da parte dei biologia ambientali, prediligendo acque non inquinate.

Esistono anche altri animali che possiedono una durata di vita estremamente limitata e fra questi ce ne sono di insospettabili.

L'effimera, l'insetto che vive meno di un giorno

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Il ciclo delle varie specie di effimera in realtà è molto semplice. Le femmine depongono le uova sulla superficie dell'acqua o su alcune rocce situate a pochi centimetri di distanza dai laghi o dai fiumi. Può anche deporre le uova singolarmente o in massa, producendo una piccola pallina di uova che finisce facilmente in profondità, per via del suo peso. Unica eccezione è il genere Baetis, che invece si spinge sott'acqua per trovare un luogo sicuro in cui deporre le uova.

Il numero di uova che vengono deposte varia da femmina a femmina, dalla specie e dalle condizioni climatiche. In media una femmina depone però dalle 300 alle 5.000 uova, anche se qualcuna che vive in situazioni ambientali particolarmente ideali può produrne anche 11.000. Queste uova rimangono a fluttuare o a rimanere nascoste sott'acqua per un tempo variabile – da poche ore ad alcuni anni – finché le larve non sgusciano via. Da lì in avanti cominceranno a mangiare e a crescere, cercando di sfuggire ai predatori come le pulci d'acqua, i girini degli anfibi o le libellule.

Crescendo aumentano di dimensione e cominciano a sviluppare alcuni organi che gli serviranno poi, una volta divenute adulte. Quando percepiscono che il clima sta cambiando in loro favore, eseguono velocemente le ultime mute e attivano le loro gonadi, così che una volta adulte possano avere i gameti a disposizione.

Sviluppate le ali, non più grandi di 12 mm, modificano buona parte del loro corpo, tanto da modificare il numero delle loro appendici caudali,  e si avvicinano alla superficie. Unico caso tra tutti gli insetti, possiedono un'ulteriore muta dopo lo stadio alare. La prima fase adulta infatti è ancora sessualmente immatura, presentando anche dei colori più opachi. Una volta pronte, completano lo sviluppo e s'innalzano in volo, cominciando freneticamente a cercare un partner, per effettuare la riproduzione in volo.

La ragione per cui questi animali muoiano poco dopo essersi completamente sviluppate è duplice. Innanzitutto la loro evoluzione li ha portati a spendere tutte le loro energie in un unico evento riproduttivo. Inoltre, una volta adulte perdono la capacità di usare la bocca, che si atrofizza. Anche volendo mangiare non possono quindi alimentarsi, né tantomeno sopravvivere per riprodursi per più giorni.

Proprio per questo motivo durante le ultime fasi della condizione larvale questi insetti cominciano ad aumentare giornalmente le quantità assunte di cibo. L'energia extra gli servirà una volta raggiunta la maturità sessuale.

Probabilmente in passato sono esistite alcune specie di effimere in grado di vivere più a lungo, ma l'eccessiva competizione fra le varie specie – soprattutto a livello larvale – ha fatto sì che la maggioranza tendesse a riprodursi in massa e di fretta, per avere maggiori chance di occupare più fiumi e laghi possibili, con le successive generazioni.

Altri animali che hanno un ciclo vitale molto rapido

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Un altro animale dalla vita molto breve è il camaleonte di Labord (Furcifer labordi), da molti considerato "l'effimero dei vertebrati". Ogni esemplare di questa specie passa infatti fino a nove mesi all'interno delle uova, per poi morire dai 2 ai 3 mesi dopo la nascita, tempo nel quale cerca forsennatamente un compagno con cui riprodursi a sua volta.

Visto che ogni generazione nasce allo stesso momento, ciascun camaleonte si riproduce con un suo coetaneo e per limitare il pericolo dell'inbreeding  – la riproduzione fra parenti stretti – questa specie ha adottato una soluzione efficace: tutti gli esemplari hanno l'istinto di allontanarsi dal luogo in cui sono nati.

Anche alcune specie di lepidotteri non sono molto longeve. Per esempio, diverse farfalle della Costa Rica hanno una fase adulta che non supera i due giorni, mentre alcune specie della Groenlandia, seppur passano oltre 17 anni seminascoste nel suolo, all'interno delle uova o nella fase di larva, hanno una vita riproduttiva molto breve, che non supera alcune settimane. I maschi di mosca e di zanzara, invece, hanno una speranza di vita che va da i 15 ai 30 giorni e l'unico loro scopo è riprodursi con le femmine.

Tra i pesci, una delle specie dall'esistenza più effimera è il Nothobranchius furzeri, noto anche come killfish turchese. Può completare il proprio ciclo vitale dai 3 ai 12 mesi, a secondo delle condizioni di vita e della temperatura dell'acqua, essendo una specie stagionale adattatisi alle condizioni estreme dei fiumi siccitosi del Mozambico.

Per quanto riguarda i mammiferi, infine, non si possono non considerare i didelfidi, i mustioli e alcune specie di topi, come il topo pigmeo africano, fra gli animali meno longevi in assoluto. Essi possono infatti vivere al massimo 2 anni quando si trovano in condizione selvatiche, seppur in cattività possono anche durare leggermente più a lungo.

Le cause e le conseguenze di una vita così breve

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Un mustiolo

Come abbiamo già suggerito per le effimere, le ragioni che spingono questi animali ad avere un ciclo vitale molto corto possono essere legate alla competizione con le altre specie o per un adattamento specifico ad alcune condizioni di vita. Una specie che si è infatti adattata per riprodursi solo ad una certa temperatura, allungherà le sue fasi immature o completerà il proprio sviluppo sessuale solo nel breve periodo antecedente alla stagione in cui avrà maggiori chance di trovare un compagno.

A volte una vita molto breve, con la conseguente riproduzione contemporanea di migliaia di esemplari diversi, può fungere anche da meccanismo anti predatorio. Sarà infatti impossibile per i predatori andare a caccia degli adulti, su cui grava la responsabilità di garantire il futuro della specie, se questi compaiono solo per poco tempo e si riproducono in massa, generando milioni – in qualche caso addirittura miliardi – di uova. Alcune specie possono essere spinte ad avere un ciclo vitale ridotto per via dei problemi di approvvigionamento energetico, abitando ambienti poveri di cibo, che rendono molto difficile una sopravvivenza prolungata degli adulti. In questi casi gli animali allora si adattano per riprodursi velocemente e per non sprecare le poche risorse, così anche da conservare il cibo per le successive generazioni.   

Le conseguenze di questi adattamenti possono tuttavia essere anche gravi. Nel caso in cui diverse popolazioni non riescono a riprodursi in un anno, per esempio per colpa di un prolungamento della stagione secca, la specie rischia di estinguersi, perché non ci sono nuove generazioni di adulti che possono sovvertire la situazione. O ancora, nel caso in cui una malattia colpisca un'intera generazione di riproduttori, la specie entra immediatamente a rischio, poiché o riesce a superare la difficoltà in breve tempo o non riesce a produrre il numero sufficiente di uova.

Come dimostra poi il caso dell'effimera e di diverse farfalle, avere una vita breve comporta spesso che gli adulti non sono più in grado di cibarsi, avendo perso la capacità di usare la bocca o gli organi di senso. Per affrontare questo problema, gli animali quindi spendono tutte le loro energie per la riproduzione e adottano comportamenti utili per proteggere meglio le uova o facilitare l'incontro fra gli adulti. Non sempre tuttavia queste soluzioni funzionano ed è qui che opera la selezione naturale.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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