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13 Marzo 2023
13:03

Proteste e dissenso per la condanna a morte dell’orso MJ5 in Trentino

Continuano le manifestazioni contro le dichiarazioni del Presidente Maurizio Fugatti, intenzionato ad abbattere MJ5, l'orso protagonista di un'aggressione in Val di Rabbi.

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La manifestazione di Centopercentoanimalisti a Sesto San Giovanni

Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, è stato molto chiaro sul destino di MJ5, l'orso di 18 anni protagonista dell'incontro che ha portato all'aggressione di un'escursionista il 5 marzo in Val di Rabbi. Fugatti ha reso noto che si provvederà a catturare e abbattere MJ5. All'indomani delle sue dichiarazioni si sono attivate le proteste delle associazioni attive nella tutela della fauna selvatica.

Nella giornata di domenica, in particolare, Centopercentoanimalisti ha bloccato il pullman dell'A.C.Trento in arrivo a Sesto San Giovanni, in Lombardia, per la trasferta calcistica contro il Pro Sesto. La protesta è avvenuto poco prima della partita nei pressi dello stadio ed è stato accompagnata da alcuni striscioni: «Ac Trento prendi posizione! Coraggio! Giù le mani dagli orsi!». Gli attivisti sono rimasti immobili mentre i calciatori scendevano dal veicolo per raggiungere lo stadio a piedi.

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L'associazione ha poi pubblicato un breve video sul proprio canale YouTube, aggiungendo un commento: «Come sempre, dietro alla campagna isterica del Trentino ci sono le pressioni della lobby dei cacciatori – loro sì, troppo numerosi in Regione – e degli speculatori che non vogliono lasciare neppure un metro di montagna o di bosco agli animali, per sfruttare l’ambiente a scopi turistici».

Centopercentoanimalisti non è stata, però, l'unica associazione che durante il fine settimana ha portato avanti la propria dimostrazione di contrarietà rispetto alla gestione della vicenda. Anche il WWF ha pubblicato un comunicato in cui sottolinea le criticità legate alla decisione presa da Fugatti: «Come ribadito nel documento di Ispra del 2021 sulla gestione degli orsi problematici, i casi di orsi che causano il ferimento di persone per la prima volta, senza aver manifestato comportamenti simili in precedenza, vanno valutati attentamente caso per caso – scrivono nel comunicato – Prima di considerare l’ipotesi di abbattimento o rimozione vanno analizzate con cautela le dinamiche che hanno portato all’attacco, compreso il comportamento della persona coinvolta».

Anche Simone Stefani, vicepresidente di Lav e responsabile della sezione Trentina dell'associazione, intervistato da Kodami, commenta proprio questo aspetto: «Si trascura sempre, anche nelle vicende processuali, il chiarimento della dinamica. Eppure si tratta di un elemento considerato imprescindibile anche dal Pacobace. Il documento, infatti, lega la strategia gestionale ai dettagli della dinamica».

In questo caso, secondo Stefani, sono due gli elementi che non possono essere lasciati senza risposta: «La versione raccontata dalla vittima fa capire che si è trattato di una dinamica complessa. Ha dichiarato che stava tenendo il proprio al guinzaglio e ha detto di averlo liberato quando si è accorto dell'orso. Come si fa a non approfondire questo elemento, soprattutto considerando che KJ5 è un orso che in 18 anni non ha mai fatto parlare di sé. Come accaduto a JJ4, potrebbe dimostrare di non avere intenzione di tornare ad avvicinarsi agli esseri umani. Inoltre, vi è anche l'aspetto ambientale. Il luogo in cui è avvenuto l'incontro potrebbe aver creato l'impossibilità di scorgersi a vicenda».

Piuttosto che concentrarsi unicamente sull'abbattimento dell'animale, secondo Stefani, infine, sarebbe indispensabile, puntare l'attenzione anche su un altro aspetto: «Dovremmo osservare l'incidente della Val di Rabbi con la consapevolezza e la serenità che, ancora una volta, l'incontro ravvicinato, seppur prolungato, ha permesso all'uomo, a cui dimostriamo la nostra vicinanza, di uscirne con alcune ferite, ma vivo».

Contro l'abbattimento anche Vittorio Sgarbi e Michela Brambilla

Questa volta, però, non sono state solo le associazioni animaliste e ambientaliste a manifestare la propria contrarietà alle parole di Fugatti. Ad esporsi negli ultimi giorni è stato anche il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi che, tra i molti incarichi, ricopre anche il ruolo di presidente del museo di Riva del Garda (MAG) e del museo di arte contemporanea di Rovereto (Mart), a pochi chilometri da Trento.

In un'intervista al Corriere della Sera, Sgarbi ha lanciato, infatti, un appello al Presidente della Provincia Autonoma: «Non abbattete quell’orso. Catturarlo, monitorarlo, al limite ospitarlo in una riserva controllata. Abbatterlo è un esempio negativo per la fantasia dei bambini, oltre che una manifestazione d’impotenza della pur valorosa amministrazione provinciale nel trovare una soluzione che non evochi la deprecata guerra. Gli animali come l’orso – aggiunge – appartengono alla fantasia dell’infanzia e non possono essere considerati nemici da abbattere. Esorto il presidente Fugatti a ispirarsi all’intelligenza e alle emozioni dei bambini».

Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell'ambiente, invece, chiede, in un comunicato rivolto al presidente Fugatti, di non far prevalere le pulsioni elettorali.

«MJ5 è un animale di 18 anni che ha percorso in lungo e in largo il territorio senza mai dare problemi. C’è la possibilità di mettere il radiocollare e di monitorare l’animale, se lo si considera davvero "problematico" – e aggiunge – Diciamo no a sentenze affrettate, soprattutto se sono sentenze di morte. Altrimenti ci opporremo con ogni mezzo ad un evidente abuso».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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