Progetto Life Claw, introdotti i piccoli di gambero nei fiumi

piccoli gamberi di fiume italiano, nati a luglio, sono stati introdotti dai ricercatori e dalle ricercatrici nei corsi d’acqua risultati idonei a seguito delle opportune indagini sanitarie. Sono oltre un migliaio i giovani esemplari che sono stati raccolti e rilasciati nei siti.

23 Settembre 2023
15:00
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Il progetto Life Claw conclude con successo per il secondo anno l’azione di ripopolamento della popolazione italiana di gambero di fiume europeo (Austropotamobius pallipes) nei corsi d’acqua dell’area dell’Appennino nordoccidentale in cui le popolazioni della specie sono in declino.

I piccoli di gambero di fiume italiano, nati a luglio, sono stati introdotti dai ricercatori e dalle ricercatrici nei corsi d’acqua risultati idonei a seguito delle opportune indagini sanitarie. Sono oltre un migliaio i giovani esemplari che sono stati raccolti e rilasciati nei siti.

L’attività riproduttiva è stata avviata lo scorso autunno: oltre 400 riproduttori, maschi e femmine, individuati grazie alle indagini bio-ecologiche, genetiche e veterinarie condotte dall’Università degli Studi di Pavia, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, sono stati trasferiti presso i centri di riproduzione emiliani e liguri a settembre 2022 e, a fine ottobre, è avvenuto l’accoppiamento.

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I maschi hanno rilasciato le spermatofore sull’addome delle femmine, le quali hanno estruso le uova che si sono così potute fecondare. A inizio estate è avvenuta la schiusa delle uova. A differenza della maggior parte dei crostacei, e dei loro “cugini” di mare, i gamberi di acqua dolce non hanno una fase larvale, ma alla schiusa i piccoli si presentano già con il medesimo aspetto degli adulti.

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In parallelo prosegue l’attività di monitoraggio e contenimento dei gamberi alloctoni da parte dei partner coinvolti, ovvero il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Parco dell’Appennino tosco-emiliano e l’Università di Pavia. Gli enti coinvolti si avvalgono della preziosa collaborazione di volontari appartenenti a cinque associazioni piscatorie – Arci Pesca Piacenza, Sezione Provinciale di Piacenza Convenzionata Fipsas A.S.D, Accademia Krons Piacenza O.D.V; C Gev Parma, Arci Pesca Fisa Parma – che hanno intrapreso l’azione di contenimento dopo essere stati formati dai partner di progetto sia con sessioni teoriche sia pratiche.

Le specie invasive che minacciano il gambero italiano sono forti concorrenti e portatrici della “peste dei gamberi” che è responsabile della rapida contrazione delle popolazioni di A. pallipes.

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Dal 5 all'8 settembre, presso l'Università degli studi di Pavia, si è svolto il congresso europeo CrayfIT, con il contributo del progetto Life Claw e il patrocinio dell'Associazione Internazionale di Astacologia (IAA). Il programma ha visto la partecipazione di tre relatori ospiti che hanno esposto come temi principali le implicazioni ecologiche dei gamberi invasivi sulla comunità macrobentonica, il Dna ambientale per il monitoraggio dei gamberi, le malattie virali nei gamberi. Nelle tre giornate di congresso, sono state 43 le presentazioni orali e 18 i poster. La sessione speciale dedicata ai progetti Life ha visto la presentazione di sei progetti, oltre all'esposizione dei piani di gestione in Italia per i gamberi esotici di interesse unionale. Sei poster sono stati allestiti per esporre i risultati del progetto Life Claw. Il congresso è stato animato dall'entusiasmo, dall'esperienza e dalle novità scientifiche di 91 partecipanti, provenienti da 18 stati.

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Il gambero di fiume europeo è una specie autoctona (nativa) italiana, la cui sopravvivenza è gravemente compromessa a causa di diverse minacce principalmente legate alla crescente antropizzazione degli ecosistemi acquatici e all’introduzione di specie alloctone (non native) invasive. In particolare, i gamberi alloctoni invasivi costituiscono una forte minaccia in quanto portatori asintomatici della peste di gambero, una malattia responsabile della rapida estinzione delle popolazioni autoctone.

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I partner del progetto Life Claw che affiancano il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sono: l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Parco Naturale Regionale dell’Antola, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università degli Studi di Pavia, Acquario di Genova-Costa Edutainment e il Comune di Fontanigorda.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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