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10 Settembre 2021
8:55

Primo nido di tartaruga marina in Liguria. Gli esperti: «Sarebbe una scoperta straordinaria»

Su una spiaggia del finalese è stata individuata nei giorni scorsi una piccola tartaruga marina, presumibilmente della specie Caretta caretta. Se fosse confermata la presenza di un nido – al momento non vi è alcuna evidenza scientifica – sarebbe il primo caso di nidificazione di tartaruga marina sulle coste liguri.

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Esemplare adulto di Caretta caretta

Il suo telefono è acceso h24 in attesa di quel messaggio o quella telefonata che potrebbe confermare la presenza del primo nido di tartaruga marina in Liguria. Matteo Sommer, veterinario dell'Acquario di Genova, da lunedì vive con il fiato sospeso: spunteranno fuori o no altre tartarughine? In ballo una conferma scientifica epocale per la biologia marina.

Erano le dieci di mattina quando su una spiaggia del finalese un bagnante, sotto la sua sdraio, ha visto una piccola tartaruga marina, presumibilmente della specie Caretta caretta iniziare a muovere i suoi "primi passi". Avvisato il bagnino, insieme con altri spettatori, per fortuna molto rispettosi, ha seguito l'emozionante traversata della neonata dalla sabbia al mare.

Se fosse confermata la presenza di un nido, si diceva, la scoperta avvalorerebbe la tesi secondo cui le tartarughe marine stanno ampliando e modificando i loro areali di nidificazione. A partire dal 2013 sulle coste toscane è stata segnalata e monitorata la schiusa di diversi nidi, in una costa che in precedenza non era mai stata oggetto di questi eventi. La specie Caretta caretta, tipica delle regioni temperate, nidifica due volte l’anno nell’arco della stagione estiva. La femmina raggiunge la maturità sessuale tra i 15 e i 25 anni, vivendo in mare aperto e le uova vengono deposte circa 2 mesi prima della schiusa; i piccoli al momento della nascita misurano circa 5 cm e pesano in media 60 gr e solo per il fondamentale momento della deposizione le femmine tornano alla spiaggia dove sono nate.

In questo caso stiamo assistendo a un caso di spostamento di area di nidificazione, che potrebbe essere causato o dai cambiamenti climatici, che inducono le tartarughe a spingersi a nidificare a latitudini più alte, o alla maggior presenza di tartarughe marine nel Mediterraneo, grazie all’attività di sensibilizzazione e salvaguardia che da anni viene condotta. Acquario di Genova, Associazione Menkab, Istituto Tethys, WWF Liguria,Capitaneria di Porto di Savona, Comune di Finale sono mobilitati e stanno monitorando la situazione giorno e notte. La zona nel frattempo è stata recintata.

Le ipotesi sull'avvistamento della tartarughina

Quando la segnalazione è arrivata all'Acquario di Genova, Matteo Sommer ha iniziato a valutare le ipotesi relative a questo sorprendente avvistamento: «Inizialmente sembrava potesse essere dovuto allo spiaggiamento di una tartarughina che poteva essere nata altrove e che avesse poi ha avuto delle difficoltà – spiega l'esperto – ma dopo essermi confrontato con la persona che l'ha segnalata, con il bagnino e vedendo il video mi sono reso conto che in realtà non si trattava di un animale in difficoltà, anzi era un animale che stava bene e stava per prendere il largo come succede normalmente durante una schiusa!». Nonostante l'emozione i veterinari al momento restano cauti, è appena trascorso il terzo giorno e al momento non vi è alcuna evidenza scientifica.

Come confermare la presenza del nido

Individuare con certezza il nido comporta avvistare delle tracce di una tartaruga adulta che dalla spiaggia esce e poi torna indietro, ma questo sarebbe dovuto accadere due mesi fa e l'evento non è stato segnalato a Finale. «Nessuno pensava mai più che in Liguria potesse nidificare una tartaruga – continua Matteo Sommer – Quindi anche vedere delle tracce di un animale che cammina non è così immediato, non sono vere e proprie zampette, come potrebbero essere quelle di un cane o di un gabbiano. Ma, in realtà, il fatto di non essere state viste due mesi fa potrebbe anche essere semplicemente una disattenzione oppure dovuto alle condizioni meteo ma sono tutte supposizioni perché per ora l'evidenza scientifica potrebbe essere data dall'aver visto le tracce, quindi aver individuato il nido con certezza».

Altra possibilità per avere un dato scientifco attendibile potrebbe essere la presenza di tracce dei piccolini, delle mini tartarughe che si sono spostate da un potenziale nido al mare oppure dei cadaveri ma anche questi casi per ora non sono stati rilevati.
«Le linee guida attualmente prevedono di aspettare 72 ore dall'ultima segnalazione – spiega l'esperto – il punto zero per noi è quindi lunedì mattina alle 10». I biologi e i veterinari da tre giorni sono mobilitati e stanno facendo i turni, giorno e notte, per monitorare la scena. «La zona è stata delimitata ed è stato realizzato un corridoio transennato che corrisponde al percorso che la tartaruga avvistata ha fatto, più un margine di sicurezza perchè non è detto che percorrano una linea retta».

Cosa accadrà in assenza di altre segnalazioni

I giorni potrebbero passare senza ulteriori avvistamenti, a quel punto resterebbe soltanto una cosa da fare: andare alla ricerca del nido manualmente. «La zona andrà ispezionato per garantirci dei dati e capire se se li è veramente presente un nido oppure no – dice il veterinario – Se confermato, alla fine dell'osservazione verrà aperto il nido dalle autorità competenti che hanno l'autorizzazione per poter ispezionarlo».

Nemmeno l'individuazione del nido sarà semplice: «Scaveremo alla ricerca dei gusci o di un animale che non ce l'ha fatta o delle uova che non sono andate a termine; queste potrebbero essere delle indicazioni che dal punto di vista scientifico sono molto importanti perché si parla del primo nido avvistato sulle coste liguri».

Perché le tartarughe non hanno mai nidificato in Liguria

«Tra studiosi concordiamo nel pensare che le ipotesi siano due – conclude Matteo Sommer – prima di tutto la maggiore sensibilizzazione e un lavoro un po' più importante che piano piano i centri recupero di tartarughe marine stanno svolgendo e quindi aumentano il numero di animali presenti nel mare; secondo, un cambiamento climatico: dal 2013 in Toscana le tartarughe stanno iniziando a dare uova con successo e quindi schiudono e nascono anche degli animali formati bene».

Cosa non fare di fronte a un nido di tartarughe

Sarebbe auspicabile seguire alcune semplici regole per non rischiare di disturbare i nascituri in un momento così delicato, rischiando di compromettere il buon esito dell’evento. Meglio non avvicinarsi e mantenere le distanze di sicurezza, evitare luci dirette e flash, oltre a rumori bruschi e urla. In genere le schiuse avvengono di notte, ma può capitare che le piccole tartarughe facciano capolino da sotto la sabbia anche in pieno giorno, proprio come avvenuto a Finale.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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