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17 Novembre 2021
11:42

Pitbull dato alle fiamme a Giugliano, Borrelli: «Le leggi non bastano, serve la società civile»

Legato a un palo e dato alle fiamme: così il Pitbull Jigen è stato trovato da alcuni volontari di strada che lo hanno portato in clinica. Ma la sua vicenda, sanitaria e non, è ancora lunga.

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Estese ferite da ustione su tutto il corpo e un trauma emotivo fortissimo. È così che Jigen, il Pitbull dato alle fiamme a Giugliano in Campania, è arrivato alla clinica veterinaria Vet Village di Napoli. A fare conoscere la sua storia tramite i social è il consigliere regionale campano Francesco Emilio Borrelli che a Kodami spiega: «Mi piacerebbe credere che questi episodi possano non accadere più grazie a un semplice inasprimento delle pene. Tuttavia il tema vero, valido sia per gli uomini che per gli animali, è un altro: chi è malvagio lo è a prescindere dalla legge».

Borrelli conosce bene il tema: prima del suo intervento la legge regionale della Campania n.3 dell’11/4/2019 paradossalmente non prevedeva alcuna sanzione per chi lascia i cani legati con la catena. Oggi, invece, chi compie questo crimine è costretto a pagare da un minimo di 300 euro fino a un massimo di 2mila. Il caso di Jigen però è più grave. Il Pitbull, racconta Borreli, è stato trovato a Giugliano legato a un palo con profonde ustioni, tali da cagionare il ricovero immediato e una degenza che si prepara ad essere molto lunga.

«Questi episodi avvengono ogni giorno non solo in Campania ma ovunque, purtroppo. Per fare in modo che si verifichino con minore frequenza serve un maggiore senso civico nella cittadinanza e un controllo reciproco gli uni nei confronti degli altri». La Campania ha una delle leggi più all'avanguardia in tema di maltrattamento degli animali, ma ciò non ferma i reati, come dimostra anche la recente vicenda dei tre cani del Rione Traiano a Napoli.

«Non basta indignarsi, serve un'azione sociale continuata e costante che purtroppo allo stato dei fatti non c'è – commenta Borrelli – A parole sono tutti a favore del benessere degli animali, ma nei fatti poi non c'è una reale volontà di difendere i diritti degli animali». La legge, per il Consigliere di Europa Verde, non è risolutiva: «Le leggi ci sono, ne siamo letteralmente travolti», un punto di partenza potrebbe essere invece impegnarsi maggiormente per la difesa delle vittime di maltrattamento, anche fuori dai social: «La nostra società sembra più portata a sodalizzare con chi commette un crimine piuttosto che con le vittime, umane e animali. Chi uccide un essere vivente sconta una pena di qualche decennio, mentre i familiari della vittima sono condannati all'ergastolo. Lo stesso vale per gli animali, con l'aggravante che gli animali non hanno difensori».

Al netto del senso civico che andrebbe educato nel segno del rispetto per tutti gli esseri viventi, per Borrelli si dovrebbe rivedere un intero sistema della giustizia: «Le pene dovrebbero essere rieducative, ma una persona che brucia vivo un cane, può davvero essere rieducato? Se c'è un esempio di amore disinteressato è quello che ti dà un cane. Bruciare un essere vivente è un'azione impensabile, e invece accade».

Dopo la brutta esperienza Jigen si sta riprendendo: la clinica Vet Village di via Manzoni questa mattina ha confermato che l'animale è in condizioni stabili ma il suo percorso riabilitativo è ancora lungo, secondo i veterinari durerà almeno tre mesi e proseguirà anche dopo la dimissione dalla struttura.

Kodami ha scelto di non pubblicare le immagini perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto e per non mostrare atti di violenza e sopruso nei confronti di qualsiasi essere vivente.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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