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26 Luglio 2022
8:32

Peste suina africana: il Tar del Lazio dà ok alla delibera sul raddoppio degli abbattimenti

Resta in vigore la delibera della Regione Lazio con la quale era stato deciso il raddoppio degli abbattimenti di cinghiali. Lo ha deciso il Tar del Lazio che ha respinto le richieste di sospensione cautelare proposte dalla Lav e dall'Enpa.

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cinghiale

Resta in vigore la delibera della Regione Lazio con la quale era stato deciso il raddoppio degli abbattimenti di cinghiali nell'ambito del Piano di contenimento della della peste suina africana.  Lo ha deciso il Tar del Lazio con un'ordinanza con la quale ha respinto le richieste di sospensione cautelare proposte dalla Lav e dall'Enpa.

Con il ricorso, le associazioni avevano contestato la delibera regionale «nella parte in cui è stato previsto che nei prossimi tre anni debba essere raddoppiata la consistenza numerica degli abbattimenti di cui ai piani di selezione della stagione 2021-2022, andando ad abbattere circa 50.000 capi e nella parte in cui prevedere la possibilità di utilizzare e di ottimizzare la forma della braccata».

Il Tar tuttavia ha ritenuto che l'attuale situazione epidemiologica imponga «l'immediata adozione di tale piano», anche se «nelle more del parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e del Centro di referenza nazionale per la peste suina (Cerep)». I pareri dell'Ispra e del Cerep in merito al Piano, infatti, sono stati acquisiti solo successivamente, e nonostante la Giunta non li avesse a giugno aveva deciso di approvare ugualmente le sue strategie di contenimento.

«Ci rivolgeremo al Consiglio di Stato avverso la sentenza con cui il Tar del Lazio ha ritenuto di respingere la nostra richiesta di sospensiva cautelare del Piano regionale – hanno dichiarato le associazioni Enpa e Lav, assistite dall'avvocato Valentina Stefutti – Continuiamo, infatti, a ritenere che la Regione Lazio abbia approvato un piano che contiene palesi illegittimità».

Secondo le associazioni «mancano i pareri tecnici da parte dell'Ispra ben previsti dal decreto-legge del governo di alcuni mesi fa sulla peste suina africana, decreto che pure la regione dichiarava di voler attuare. È paradossale che la regione li abbia presentati "postumi", ovvero dopo l'approvazione del piano».

Per i giudici del Tribunale amministrativo però il rilievo è nullo in quanto «i pareri in questione sono stati comunque acquisiti nelle more del presente giudizio e sono favorevoli».

Ciò non basta alle associazioni che hanno sottolineato il giudizio negativo dell'Ispra sotto due aspetti: «La carenza dei metodi ecologici, fondamentali e previsti dalla legge quadro in materia di tutela della fauna n. 157 del 1992, nonché la evidente contraddizione con il decreto governativo, poiché si aumentavano del 30% gli abbattimenti, senza peraltro metodi selettivi – hanno ricordato Enpa e Lav – In sostanza la regione pensa di fronteggiare la Peste Suina ignorando le prescrizioni dell'Ispra con un vero e proprio regime di caccia il quale, paradossalmente, è esso stesso forte veicolo di diffusione della Peste Suina Africana, per la contaminazione dei suoli provocata dai cacciatori nei loro spostamenti».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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