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«Ogni creatura è sacra» è questo il messaggio portato da un’attivista del gruppo "Ribellione animale" su un grande striscione nella Cattedrale di Palermo poco prima della messa della vigilia di Natale. «La Chiesa per il ruolo che ha, ha anche un'importante responsabilità nel riportare l'attenzione sulla crisi climatica ed ecologica. Per questo abbiamo portato il nostro messaggio d'amore e speranza proprio all'interno della Cattedrale di Palermo» spiegano i militanti a protesta avvenuta.
«Del resto è lo stesso Papa che, rivolgendosi a noi parla della necessità di un'ecologia integrale, in cui la preoccupazione per la natura, l'equità, la gioia e la pace interiore non possono essere separabili. Ma, come non può esistere un'ecologia integrale se non prendiamo in considerazione le altre specie che abitano con noi sul pianeta? È nostro dovere, pertanto, come specie umana mettere in atto un profondo cambiamento delle nostre tradizioni culinarie per tutti gli animali che abitano gli ecosistemi e quelli che vengono rinchiusi nelle gabbie degli allevamenti ogni giorno».
Un messaggio importante che viene lanciato proprio in occasione delle festività, periodo in cui la tavola è piena di specialità che arrivano dal reparto zootecnico il cui impatto ambientale a causa degli allevamenti intensivi e delle attività ittiche che utilizzano le risorse indispensabili al mantenimento degli ecosistemi, ormai è chiaro a quasi tutti. Un invito a tutti a sostenere un “Futuro vegetale”, campagna nazionale del gruppo iniziata il 31 marzo del 2023 con delle azioni coordinate all’interno di alcune catene della grande distribuzione organizzata.
«Utilizziamo la disobbedienza civile non violenta per realizzare una transizione verso un sistema alimentare a base vegetale giusto e sostenibile – si legge nella mission dell’organizzazione – con l’obiettivo di fermare l’estinzione di massa, alleviare i peggiori effetti del collasso climatico e garantire giustizia per gli animali». Per farlo, però, secondo gli attivisti, è necessario l’impegno del Governo il quale dovrebbe interrompere i sussidi pubblici alle industrie zootecnica e ittica e alle attività venatorie, e incentivare al contrario le aziende affinché possano riconvertire le loro attività in maniera da diventare sostenibili, iniziando nel frattempo a tagliare l’IVA al 22% sui prodotti di prima necessità a base vegetale.
«Non siamo certo noi a dire che l’allevamento di animali è la principale causa della deforestazione, delle zone morte negli oceani, dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua, della scarsità di acqua potabile e del collasso dell’ecosistema. Lo dice la scienza. Del resto con la situazione attuale, ovvero con l'83 per cento dei terreni agricoli occupati dagli allevamenti di animali, ma che forniscono il 18 per cento delle calorie necessarie per il sostentamento della vita umana, il sistema non può che essere destinato a crollare».
Questo, dunque, il fine della protesta messa in atto nella Cattedrale in una giornata così importante scelta appositamente: «Stiamo attraversano un periodo di guerre sanguinose, di crisi climatica ed ecologica – dicono ancora gli attivisti – e volevamo ricordare qual era il modo di amare di Gesù, un amore non possessivo, che lascia libero l'altro, indipendentemente dalla specie di appartenenza. E se vogliamo seguire il suo esempio abbiamo il dovere di cambiare, oltrepassando le barriere mentali che ci allontanano dalle altre creature che vivono su questo pianeta».