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13 Marzo 2023
16:13

Nuovi focolai di aviaria tra i gabbiani, ma il rischio per le persone resta basso

La situazione relativa all'influenza aviaria continua ad evolvere in Europa e nel mondo: si registrano nuovi focolai segnalati in uccelli come i gabbiani, e occasionali infezioni nei mammiferi come visoni e leoni marini.

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gabbiano

Una mortalità di massa anomala nei gabbiani è stata osservata nel nostro paese e in Francia, Belgio e Paesi Bassi. E il rischio di infezione da influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) nel pollame potrebbe aumentare nei prossimi mesi man mano che i gabbiani si spostano verso l'entroterra.

È il contenuto dell'ultimo report sull'influenza aviaria dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del Laboratorio di riferimento dell'UE per l'influenza aviaria (EURL) dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Per gli esperti dell'Izs «strategie di prevenzione efficaci dovrebbero essere attuate in queste aree» per scongiurare il rischio che il virus raggiunga le aree di produzione avicola. Anche se il numero di focolai nel pollame tra dicembre 2022 e marzo 2023 nell'UE è diminuito rispetto al picco raggiunto nel novembre 2022, quando è stata registrata la più grande epidemia di influenza aviaria in Europa.

Il rischio non è però circoscritto ai volatili: mutazioni associate all'adattamento genetico ai mammiferi sono state rilevate in alcuni dei virus circolanti nei visoni. Un fenomeno di salto di specie che è stato affrontato con Kodami dal giornalista e scrittore David Quammen.

Ma tra i mammiferi ad essere colpiti da varianti dell'influenza aviaria non ci sono solo i visoni, colpiti da abbattimenti di massa da parte del Governo dei Paesi Bassi, ma anche i leoni marini. A febbraio 2023 sono stati trovati morti sulle coste di Lima, in Perù, 585 leoni marini e 55.000 uccelli selvatici. Secondo le autorità locali la causa è da imputarsi all’epidemia di influenza aviaria, ceppo H5N1.

Attenzione alta anche in Italia, come hanno rilevato gli esperti dell'Izs: «I recenti eventi di mortalità di massa in mammiferi come i leoni marini suggeriscono una potenziale trasmissione del virus HPAI tra mammiferi. In questo contesto, gli scienziati dell'EFSA e dell'EURL raccomandano di estendere e rafforzare la sorveglianza nei mammiferi selvatici e d'allevamento, in particolare visoni e maiali, nelle aree a rischio in cui è presente l'HPAI».

leoni marini

Nonostante di aviaria registrati tra visoni e leoni marini, il rischio per l'uomo resta basso: «Sebbene siano state segnalate sporadiche infezioni di influenza aviaria nell'uomo, che possono causare malattie gravi ed avere esiti fatali, le infezioni umane rimangono un evento raro», hanno ribadito gli esperti.

La maggior parte delle gravi infezioni umane segnalate di recente da paesi al di fuori dai paesi dell'Unione Europea sono state correlate all'esposizione non protetta ai volatili malati, in particolare negli allevamenti. Il primo caso è stato registrato in Cina nell'aprile 2022, quando un bambino è risultato positivo al virus influenza aviaria del ceppo H3N8. Il piccolo, di circa 4 anni, viveva in un contesto di promiscuità tra il bestiame allevato e gli esseri umani: nella casa, infatti, vivevano polli che avevano frequenti contatti con le anatre selvatiche.

Diversa è la situazione in Europa. Qui i virus circolanti si legano preferibilmente ai recettori di tipo aviario presenti negli uccelli e non ai recettori di tipo umano, e sono suscettibili agli antivirali. Il rischio diventa moderato per i lavoratori e altre persone a contatto con uccelli e mammiferi potenzialmente infetti e morti. Per questo le principali autorità europee ECDC, EFSA ed EURL raccomandano l'uso appropriato dei dispositivi di protezione individuale in caso di contatto con i volatili.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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