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13 Dicembre 2022
11:58

Nasce l’Ecomuseo dei Monti di Palermo con la partecipazione dell’Abbazia di San Martino delle Scale

Dopo diversi decenni in cui il territorio è stato più volte colpito da incendi e l'incuria dell'uomo, nasce una nuova iniziativa che prevede l'istituzione di un Eco Museo intento nel valorizzare la Biodiversità dei Monti di Palermo.

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Una buona notizia sta facendo gioire i molti appassionati di escursionismo e gli abitanti dei vari Comuni di Palermo, Monreale, Belmonte Mezzagno, Torretta e Altofonte.

Dopo anni di quasi abbandono e la diffusione di moltissimi incendi che hanno interessato molte delle aree più preziose del territorio, nasce una nuova iniziativa a sostegno della Biodiversità dei Monti di Palermo, rinomati per essere uno scrigno di tesori che affascinarono personalità dal risma di Goethe, Wagner e Filippo Parlatore.

Presso l'Abbazia di San Martino delle Scale, adagiata nella vallata tra Monte Cuccio e Monte Caputo, vicino l’aggregato monumentale che include il monastero benedettino e la Basilica abbaziale, sabato scorso si è dato il via ai lavori per la costituzione dell'Ecomuseo Sentieri culturali dei Monti di Palermo e di San Martino delle Scale che ha l’obiettivo di valorizzare e tutelare il vasto patrimonio naturalistico, storico e culturale che è presente all'interno della catena montuosa che accoglie e protegge Palermo e altre città del circondario.

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Il complesso della Abbazia di San Martino delle Scale vicino Monreale e Palermo

Il patrimonio da tutelare

Sono molteplici le specie botaniche e faunistiche presenti nel territorio dei Monti di Palermo, che è tra i più protetti della regione siciliana. Basti pensare che al suo interno sono presenti ben cinque Riserve Naturali ( Riserva  Naturale Orientata di Monte Pellegrino, RNO Grotta della Molara, RN di Grotta Conza, RN di Capo Gallo e RN Integrale di Grotta dei Puntali) e al suo esterno, comunque nelle vicinanze, altre due riserve (RNO di Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago e RNO di Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto).

In queste riserve è possibile ammirare alcuni endemismi siciliani tra cui il Garofano rupestre (Dianthus rupicola), una specie d'interesse comunitario, il Cavolo rupestre (Brassica rupestris), l’Erba perla mediterranea (Lithodora rosmarinifolia), l’Euforbia di Bivona (Euphorbia bivonae), il Fiordaliso delle scogliere (Centaurea ucriae), pianta simbolo del Palermitano, il Sedum rupestre, il Perpetuino delle scogliere, il Finocchio di Boccone, l’Iberide florida e la Palma nana (Chamaerops humilis), chiamata“ scupazzu” perché un tempo la popolazione la utilizzava per fabbricare scope.

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La Centaurea ucriae

Fino a tempi recenti, la comunità faunistica delle montagne circondanti Palermo aveva dalla sua parte popolazioni di volpi (Vulpes vulpes), donnole (Mustela nivalis), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), il Pipistrello ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), il riccio (Erinaceus europeaus), il ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), la lucertola campestre (Podarcis siculus), il geco (Tarentola mauritanica), la "vera" lucertola siciliana (Podarcis waglerianus), il biacco nero (Hierophis carbonarius), la natrice dal collare (Natrix helvetica), il saettone occhirossi (Zamenis lineatus), il gongilo (Chalcides ocellatus) e tante altre specie.

Storica è anche la presenza del falco pellegrino (Falco peregrinus), della poiana (Buteo buteo), del gheppio (Falco tinnunculus), del barbagianni (Tyto alba), dell’assiolo (Otus scops), della civetta (Athene noctua), del falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), sulle pendici delle montagne più alte della catena, che non supera comunque i 1050 metri, mentre nel 2018 è stata scoperta la nidificazione dello sparviero (Accipiter nisus), tipico falco di ambiente boschivo, nei pressi di Monte Pellegrino.

Purtroppo al giorno d'oggi la presenza dei grifoni e dei lupi è andata persa, per colpa della caccia intrapresa nei loro confronti durante il Novecento. Tra i gasteropodi troviamo però l’endemica Marmorana platychela sicana e l’Erctella mazzullii, nota per secernere una bava acida capace di sciogliere il carbonato di calcio.

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Esempio di Fauna presente fra i Monti di Palermo: l’Assiolo

Tutte queste specie sono state messe in pericolo ripetutamente nel corso degli ultimi anni, a causa degli incendi boschivi che hanno devastato più volte l'area fino ad eradicare in alcune zone completamente i boschi mediterranei e le riforestazioni attuati fra gli anni 30 e gli anni 80 con Pini e Eucalipti.

Dalla collaborazione però fra l’Abbazia di San Martino delle Scale, il Club Alpino Siciliano, l'Università degli studi di Palermo – attraverso l'opera di consulenza di alcuni docenti coinvolti –  e una Pro-loco di Monreale si spera che la nascita di questo Eco museo potrà far convogliare molteplici energie nella tutela e conservazione della fauna e della flora siciliani, preservandoli dal declino che sembra aver colpito molte specie.

Primo presidente dell'associazione che cercherà di attuare i primi progetti sarà l'Abate modicano Vittorio Rizzone. Si auspica che tale realtà possa divenire un punto di riferimento per tutte le associazioni culturali e ambientaliste che negli ultimi anni hanno manifestato contro la diffusione degli incendi che hanno per esempio devastato Monte Pellegrino – situato geograficamente in un'area isolata della catena montuosa – o la Moarda, il bosco che circondava Altofonte, nell'agosto del 2020.

Non si sa ancora come verranno presentati tutte le specie sensibili presenti nel territorio all'interno del museo, che si vuole proporre più come un fulcro di discussione e di tutela che come semplice luogo di una esposizione. Alla prima riunione effettuata sabato scorso 10 dicembre si sono delineati i primi lavori, tra cui l'istituzione all'interno dell'abazia di panel che possano spiegare e mostrare l'importanza delle specie presenti tra le montagne di Palermo per la Biodiversità dell'isola.

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L’incendio che ha devastato la Moarda

Gli incendi che d'altronde hanno devastato la provincia nelle ultime decadi hanno seriamente messo in pericolo la fauna e la flora dell'isola, che ricordiamo essere una dei principali hot spot del Mediterraneo, che già di per sé presenta un numero di specie superiore alla media del continente. Con i soldi promessi dal PNNR, i finanziamenti regionali e la collaborazione di istituzioni pubbliche e private, la nascita di questo eco-museo dunque si delinea perfettamente all'interno delle politiche ambientali locali che stanno cercando di rendere il capoluogo siciliano e la sua popolazione più integrate con la natura che un tempo permise agli arabi di definire quel tratto di costa – oggi devastata dal Sacco di Palermo – fra Mongerbino e Capo Gallo "Conca D'oro": la piana più ricca e preziosa del mondo intero.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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