video suggerito
video suggerito
20 Novembre 2023
10:29

L’impatto di un disastro naturale sui mammiferi africani mostrato in tempo reale in uno studio

Il devastante ciclone Idai del maggio 2019 ha colpito il Parco Nazionale Gorongosa in Mozambico, causando danni catastrofici. Un nuovo studio ha svelato gli impatti dell'evento sugli animali in tempo reale.

Immagine

Gli eventi catastrofici naturali sono sempre più frequenti a causa della crisi climatica in atto. Nel maggio 2019, per esempio, il devastante ciclone Idai ha colpito il Parco Nazionale Gorongosa in Mozambico, causando danni enormi. Ricercatori ed esperti provenienti da diverse parti del mondo hanno però documentato gli impatti dell'evento, impiegando anche telecamere e dispositivi di localizzazione degli animali già in uso prima dell'arrivo della tempesta per monitorare il loro comportamento in risposta a questi eventi estremi. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature.

Per condurre questa ricerca, gli scienziati hanno impiegato una vasta gamma di strumentazioni all'avanguardia, tra cui telecamere fisse, dispositivi GPS e altri dispositivi tecnologicamente avanzati. Grazie a questi mezzi, il personale del parco e gli ecologi hanno così ottenuto un resoconto dettagliato minuto dopo minuto degli effetti della tempesta sul parco, nonché delle risposte degli animali. Una tale opportunità di osservazione in tempo reale rappresenta una situazione senza precedenti nell'ambito della ricerca. «Questo è il primo studio che sia mai stato in grado di tracciare le risposte in tempo reale di una comunità di grandi mammiferi a un disastro naturale», ha affermato Robert Pringle, professore dell'EEB che ha lavorato con il Parco nazionale di Gorongosa sin dall'inizio.

Immagine

Le osservazioni dettagliate e i dati raccolti attraverso strumenti tecnologici hanno permesso ai ricercatori di analizzare le reazioni degli animali nelle ore, nei giorni e nelle settimane successive al passaggio del ciclone. Si è visto che le dimensioni del corpo rappresentano un fattore cruciale per la sopravvivenza degli animali. Ad esempio, l'oribi, un'antilope dalle zampe sottili e dal collo lungo, ha subito un drastico calo della popolazione del 50%. Analogamente, altre specie di piccole dimensioni come il tragelafo striato, la più piccola specie capace di indossare un collare GPS, hanno registrato una perdita pari al 4% della loro popolazione. Al contrario, quattro erbivori di dimensioni più grandi, tra cui nyala, kudu, zibellino ed elefante, non hanno subito perdite.

Le dimensioni corporee emergono dunque come un elemento chiave: «Non solo gli animali più piccoli faticavano a fronteggiare le grandi masse d'acqua, ma non erano neanche in grado di sopravvivere alla successiva limitazione nutrizionale», ha spiegato Brown. «Poiché l'inondazione ha persistito per un periodo prolungato, ha causato la morte di gran parte dell'erba e della vegetazione più bassa. Gli animali di minori dimensioni non sono in grado di affrontare tali periodi di restrizione nutrizionale come gli animali più grandi, dotati di riserve adipose maggiori».

Alla luce dei risultati emersi da questa ricerca, i ricercatori delineano due fondamentali linee guida per i gestori della fauna selvatica. La prima implica la necessità di evacuare anticipatamente le creature più piccole ed ecologicamente vulnerabili verso luoghi più sicuri prima dell'arrivo delle tempeste, mentre la seconda raccomanda di fornire cibo complementare dopo il passaggio della tempesta. Queste indicazioni non solo forniscono strategie pratiche per mitigare gli impatti devastanti di eventi climatici estremi, ma contribuiscono anche in modo sostanziale alla nostra comprensione degli impatti globali della crisi climatica. Allo stesso tempo, questo studio rappresenta un importante passo avanti nel campo della conservazione, offrendo orientamenti chiari e mirati per sviluppare strategie resilienti di fronte alle crescenti sfide ambientali.

Avatar utente
Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views