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28 Febbraio 2023
10:02

Le meravigliose immagini di una galassia medusa pubblicate dall’ESA

L'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea, ha appena celebrato la fine del mese di febbraio con una delle immagini più spettacolari mai prodotte di una galassia medusa.

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È "l'immagine della settimana" di questo fine febbraio scelta dall'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea. Il suo nome è JO201 e fino ad ora non era molto nota al pubblico, escludendo alcuni astrofili. Si tratta di una galassia che presenta dei fasci di stelle che ricordano i tentacoli urticanti di un animale molto temuto da tutti i bagnanti estivi: la medusa.

La foto che presenta lo "scatto" alla grande platea di appassionati è stata diffusa dal gruppo di esperti che guida il famoso telescopio spaziale Hubble, il satellite che da oltre 30 anni esplora lo spazio alla ricerca di conferme sull'origine dell'universo. E per quanto l'immagine di JO201 possa sembrare simile a tante altre, in realtà è entrata da subito fra le più apprezzate dagli astronomi tra quelle scattate negli ultimi tempi. Tanto che l'ESA l'ha scelta per celebrare la fine del mese.

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Una galassia medusa vista agli occhi dei sensori capaci di captare le onde radio

Il fascino che suscita questa galassia è facilmente spiegabile, andando a concentrarsi proprio sulle propagazioni galattiche ricche di stelle che è possibile vedere sulla sua "base". Le galassie medusa infatti prendono questo nome per via di lunghi filamenti di gas e stelle giovani che sembrano partire dalle periferie delle loro spire e ricordare così tanto l'animale marino.

Cosa produce questa peculiare morfologia? «Man mano che le galassie medusa si muovono attraverso lo spazio intergalattico, vengono lentamente private dei gas che sono trascinate in viticci illuminati da gruppi di formazione stellare», ha spiegato il dottore Marco Gullieuszik dell'INAF-Osservatorio astronomico di Padova che sta dedicando la sua carriera a questi corpi celesti. Praticamente la rimozione del gas interstellare dal disco delle galassie in formazione, simili a JO201, causa un'interazione idrodinamica che spinge questi gas lontano dal centro, andando a formare "i tentacoli" o i viticci che si proiettano lontano dai bracci principali delle stesse.

«Questi viticci blu sono visibili alla deriva sotto il nucleo della galassia nell'immagine di Hubble e le conferiscono il suo aspetto – ha commentato ancora Gullieuszik – JO201 inoltre si trova nella costellazione di Cetus che prende il nome da un mostro marino dell'antica mitologia greca. Costellazione che si rifà al tema nautico della stessa galassia medusa».

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La galassia a spirale barrata ESO 137–001

JO201 non è però la prima galassia di questo genere che è stata fotografata. Nella loro ricerca orbitale gli astronomi dell'ESA e della Nasa hanno infatti utilizzato Hubble – posto a 547 km dalla Terra – per studiare gli ammassi di formazione stellare per anni. E oltre a JO201 negli ultimi tempi sono stati studiati anche altre cinque galassie medusa. Solo così sono riusciti ad individuare oltre 3.700 ammassi stellari nei dischi, 1.200 ammassi nelle regioni fuori dal loro piano galattico e oltre 1.200 ammassi nei "tentacoli".

L'idea di pubblicare la foto di JO201 come immagine della settimana dell'ESA è nata proprio da Marco Gullieuszik che ha contattato direttamente l'ESA poiché ritiene che sia molto peculiare. «Devo dire che si sono mostrati da subito interessati e hanno accolto la mia proposta – ha dichiarato all'INAF, Istituto nazionale di astrofisica – Le osservazioni con Hubble sono state fatte fra ottobre 2020 e aprile 2021 e io li avevo contattati quasi subito. Poi però c’era da fare l’analisi della galassia e scrivere l’articolo. E nel frattempo è stato lanciato il telescopio spaziale James Webb che ha impegnato moltissimo le agenzie spaziali. Alla fine, comunque, devo dire che la pubblicazione del mio articolo e quella delle immagini si sono coordinate perfettamente. E le immagini che vedete ora sono un loro prodotto, non c’è il mio intervento».

L'ESA ha infatti scaricato i dati già ridotti e calibrati dal professore, per poi comporre successivamente il mosaico d'immagini che ora è possibile godere nello scatto diffuso sul loro sito.

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Con questa elaborazione, diviene forse più semplice per i profani di astronomia capire perché queste galassie vengono definite "meduse"
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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