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18 Maggio 2023
12:46

Le femmine del mostro di Gila sono sorprendentemente violente in combattimento

L'aggressività delle femmine del mostro di GIla ha sorpreso i biologi, che hanno cominciato a domandarsi perché questi rettili rischiano spesso di ammazzarsi quando si incontrano.

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Nella maggior parte degli animali sono solitamente i maschi a essere più grandi, territoriali e quindi molto più aggressivi. Tra i rettili però spesso la situazione è completamente ribaltata e sono le femmine ad essere più grosse, agguerrite e propensa a scontrarsi anche violentemente. Questa regola vale anche per il velenoso mostro di Gila, una lucertola diffusa nel Sud-ovest del Nord America, il cui nome scientifico è Heloderma suspectum.

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science ha infatti dimostrato che gli incontri tra le femmine di questa specie sono molto più cruenti, sanguinosi e violenti rispetto le semplici scaramucce dei maschi. Quest'ultimi, infatti, per limitare i danni durante la stagione degli amori, hanno evoluto combattimenti ritualizzati, una sorta di messa in scena in cui gli scontri fisici veri e propri sono ridotti al minimo. Le femmine, invece, attaccano con tutta la loro potenza e risultando mediamente ben il 30% più grosse dei maschi. Ciò le rende le lucertole americane più grosse e quando sfruttano i loro denti e i loro artigli possono causare seri danni all'avversaria.

«I maschi fondamentalmente non lottano – chiarisce l'autore dell'articolo Kristopher Lappin, professore di scienze biologiche presso Cal Poly Pomona – Possono mordersi l'un l'altro, ma per quanto ne sappiamo, non lo fanno in modo aggressivo che può causare veri danni. Osservando invece gli stili di combattimento delle femmine, sappiamo che loro si mordono l'un l'altra in maniera più violenta, tanto che in alcuni casi tentano a più riprese di menomarsi e abbiamo persino dovuto interrompere le osservazioni, prima che potessero danneggiarsi in modo significativo».

Lo studio ha preso in esame due colonie distinte di questi rettili e i dati comportamentali che sono stati elaborati durante le osservazioni di combattimento sono stati a loro volta con la forza del loro morso sugli osteodermi (depositi ossei ben sviluppati sopra la loro pelle) del cranio. In ciascuno degli scontri tra femmine osservati dagli scienziati, i collaboratori di Lappin hanno segnalato la presenza di graffi e di morsicature prolungati, che di solito venivano seguiti da una rotazione laterale che ricorda molto il deathroll dei coccodrilli, utilizzato da questi rettili per uccidere le loro vittime rompendogli efficacemente tutte le ossa del corpo.

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Osteodermi del mostro di Gila

Ovviamente, giunti a questo punto dello scontro, ogni volta che gli scienziati assistevano a queste rotazioni, interrompevano il combattimento, per evitare che anche un solo mostro di Gila fosse ferito durante lo studio. Ciò è anche spiegato dal fatto che attualmente la specie secondo la IUCN, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, risulta essere prossima alla minaccia di estinzione.

La violenza di questi incontri ha così impressionato gli scienziati che, sebbene gli autori si aspettassero un certo grado di aggressività tra le femmine, hanno cominciato a pensare che parte della responsabilità del loro attuale stato di conservazione negativo possa dipendere anche dall'esito di questi scontri. Il principale problema però sta nel fatto che tale violenza è una caratteristica propria di questa specie e che ha profonde ragioni evolutive e riproduttive legate alal sopravvivenza, fra cui la competizione spaziale e quella riproduttiva.

«Gli scontri in questa specie – ha detto Lappin – sono proprio un ottimo esempio di come l'aggressività, per quanto estrema, possa giocare un ruolo importante nel comportamento sociale degli animali. L'aggressione tra femmine, come il combattimento rituale dei maschi, ha infatti sicuramente funzioni importanti nella struttura sociale e nella riproduzione. Ci auguriamo solo che questo rapporto incoraggi ulteriori studi su questo comportamento, sia in questa specie iconica che negli animali in senso più ampio, poiché sono tante le specie presenti in Nord America di cui non conosciamo comportamenti, biologia e stato di conservazione».

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I mostri di Gila infatti, dichiarano i ricercatori, nonostante la loro fama di grandi lucertole velenose degli Stati Uniti, non sono tra le specie maggiormente studiate. Molte delle popolazioni oggi presenti in Messico sono per esempio sconosciute e negli Stati uniti Occidentali solo recentemente gli scienziati hanno cominciato a interessarsi alla specie, soprattutto da quando, a partire dagli anni 2000, alcuni componenti del loro veleno sono stati utilizzati nella progettazione di farmaci per il diabete di tipo 2.

Ma quali sono le ragioni evolutiva dietro a tanta aggressività? Gli autori della ricerca hanno sviluppato una teoria che permette di comprendere appieno il comportamento di questa specie. Secondo Lappin e altri autori, l'aggressività femmina-femmina può essere infatti correlata alla difesa del compagno e delle uova. Le femmine di H. suspectum spendono tantissime energie per trovare un compagno nel deserto infuocato degli Stati Uniti sud occidentali. Essere aggressivi con delle potenziali rivali, risulta quindi essere vantaggioso, in particolar modo quando i maschi sono pochi e difficili da trovare.

Considerando inoltre che questa lucertola si è specializzata nel depredare le uova nei nidi di altri rettili e uccelli, l'aggressività femminile potrebbe essersi evoluta anche come forma di difesa nei confronti del proprio nido da parte di eventuali cacciatori conspecifici, un mezzo funzionale che aiuterebbe anche a  prevenire il cannibalismo, che tra le altre cose limita anche notevolmente il numero di potenziali maschi in futuro. L'aggressività delle femmine, perciò, può essere vista anche come un sistema intelligente per permettere alle proprie figlie non solo di sopravvivere ma anche di trovare un maggior numero di partner in futuro.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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