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21 Febbraio 2024
13:14

La prima foto di un uccello che si pensava perduto da quasi vent’anni

Un team di ricercatori è riuscito ad avvistare e a fotografare per la prima volta l'averla piumata crestagialla, un uccello endemico delle remote foreste montane del Congo che non veniva avvistato da quasi vent'anni.

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La prima foto di un’averla piumata crestaggialla catturata e poi rilasciata. Foto di Matt Brady/Università del Texas a El Paso

Per la prima volta in assoluto un gruppo di scienziati è riuscito a fotografare un uccello da tempo ritenuto ormai scomparso. Si tratta dell'averla piumata crestagialla, il cui nome scientifico è Prionops alberti, una specie che vive esclusivamente tra le remote foreste montane della Repubblica Democratica del Congo e inserita dall'American Bird Conservancy nella lista degli "uccelli perduti" più ricercati, poiché erano quasi vent'anni che non ne veniva avvistata una.

Gli scienziati dell'Università del Texas a El Paso hanno effettuato questa importante scoperta durante una spedizione durata sei settimane sul massiccio dell'Itombwe, una catena montuosa remota nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, al confine con Uganda, Ruanda e Burundi. Le foto delle averle sono state esaminate e confermate anche dall'ornitologo Cameron Rutt, che guida il progetto Lost Birds dell'American Bird Conservancy.

«È stata un'esperienza incredibile trovarsi di fronte a questi uccelli. Sapevamo che potevano essere presenti qui, ma non ero preparato a quanto spettacolari e unici sarebbero apparsi nella vita reale», ha detto Michael Harvey, ornitologo e professore all'UTEP. Harvey ha guidato la spedizione insieme al Eli Greenbaum e con loro c'erano anche l'ornitologo Matt Brady e un gruppo di ricercatori congolesi del Centre de Recherche en Sciences Naturelles.

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Averla piumata crestagialla su un francobollo del Ruanda del 1966. Immagine da Wiki Commons

Il gruppo ha percorso oltre 120 km attraversando le remote foreste nebulose dei monti dell'Itombwe, studiando uccelli, anfibi e rettili che incontravano lungo il loro cammino. A un certo punto, mentre risalivano le ripide pendici del massiccio, Harvey e Brady si sono imbattuti nell'averla, un uccello completamente nero lucente ma caratterizzato da un vistoso "casco" di piume giallo.

In totale, i ricercatori sono riusciti ad avvistare circa 18 individui in tre siti differenti, descritti dal team come uccelli "particolarmente attivi e rumorosi". Questa specie, come altre del genere Prionops, si muove infatti in gruppi composti anche da 15-20 individui e caccia attivamente soprattutto insetti. PEr il resto sappiamo davvero molto poco sulle sue abitudini e sul suo comportamento, soprattutto a causa della sua distribuzione limitata e della guerra.

L'averla piumata crestagialla è infatti endemica delle pendici occidentali del rift Albertino dell'Africa centrale, una regione piuttosto remota e per lungo tempo rimasta letteralmente inaccessibile a causa dei conflitti ancora in corso nell'area tra diversi gruppi armati e ribelli. Tuttavia, secondo Harvey, la regione è diventata fortunatamente più sicura e questo ha permesso finalmente di ritrovare questa specie perduta

«Tutto ciò ci dà speranza che forse la specie ha ancora una popolazione ragionevolmente sana tra le remote foreste della regione – ha sottolineato Harvey – Ma l'estrazione mineraria e l'abbattimento degli alberi, così come il disboscamento per l'agricoltura, stanno causando ferite profonde nelle foreste dell'Itombwe. Stiamo infatti discutendo con altri ricercatori e organizzazioni che si occupano di conservazione per proteggere meglio queste foreste».

Secondo i ricercatori, infatti, questo è il momento migliore per spingere sull'acceleratore e aumentare gli sforzi per salvaguardare queste foreste tropicali, l'averla piumata crestagialla, ma anche numerose altre specie che ancora attendono di essere studiate o persino scoperte. La spedizione, che si è svolta tra dicembre 2023 e gennaio 2024, ha portato infatti a molte altre importanti scoperte.

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Averla dall’elmo crestalunga (Prionops plumatus), una specie dalle abitudini simili ampiamente diffusa nell’Africa subsahariana

Il team di erpetologi è riuscito anche a scovare un anfibio che non veniva avvistato addirittura avvistato dagli anni 50: Arthroleptis hematogaster, una rana anch'essa endemica della regione che fu descritta per la prima volta nel 1954 e su cui non si sa praticamente nulla. Progetti come Search for Lost Birds, lanciato nel 2021 insieme a Re:wild e a BirdLife International, sono perciò fondamentali per salvaguardare la biodiversità a rischio.

Se non si sa dove si trova qualcosa, o se addirittura ancora esiste, è molto difficile riuscire a proteggerla. La riscoperta di una specie considerata ormai perduta è infatti il primo fondamentale passo verso misure di conservazioni davvero efficaci e permanenti. Con numerosi progetti di ricerca in tutto il mondo, Search for Lost Birds ha infatti già permesso di ritrovare diversi altri uccelli perduti da tempo.

Tra queste ci sono il garrulo ciglia nere (Malacocincla perspicillata), avvistato per la prima volta dopo ben 172 anni, il bulverde fosco o tetraka bruno (Xanthomixis tenebrosa), ritrovato lo scorso anno in Madagascar dopo 24 anni, oppure il rarissimo piccione fagiano di Fergusson (Otidiphaps nobilis insularis), una sottospecie endemica dell'omonima isola della Papua Nuova Guinea riscoperta nel 2022 e che non veniva avvistata da 140 anni.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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