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Per difendersi dall'eccessivo surriscaldamento gli insetti necessitano di habitat che presentano al loro interno molteplici microhabitat, ovvero ambienti più piccoli che possiedono caratteristiche diverse rispetto al contesto che li circonda in termini di temperatura, umidità e molto altro. Questo è il risultato di un nuovo studio condotto dai ricercatori del Centro tedesco per la ricerca sulla biodiversità integrativa (iDiv) e l'Università Friedrich Schiller di Jena pubblicato su Global Change Biology, una rivista che approfondisce proprio le conseguenze del cambiamento climatico sulla fauna e la flora.
L'innalzamento delle temperature dovute al cambiamento climatico infatti sta mettendo a rischio molteplici specie d'insetti soprattutto attraverso due strade: facendo diminuire le risorse di cui si nutrono o costringendoli a rifugiarsi in aree più fresche nelle ore più calde, impedendogli però di sfruttare quel tempo per la ricerca di cibo. Per questo motivo studiare le reazioni degli animali a questi contesti di crisi è ormai fondamentale.
Per verificare in quale tipo di ambienti gli insetti reagiscono meglio all'eccessivo surriscaldamento, gli studiosi hanno osservato gli animali in diversi contesti ambientali connessi fra loro che presentavano microhabitat fatti dalle foglie della lettiera in cui gli animali sono riusciti a nascondersi per resistere al fresco. Gli scienziati tedeschi hanno preferito concentrarsi su sei specie di insetti che si possono trovare vicino Lipsia, in Germania, e hanno tracciato i loro spostamenti per tutta la durata dell'esperimento.
Tra le specie osservate c'erano il coleottero Carabus coriaceus, la cimice carabiniere Pyrrhocoris apterus e i grilli domestici Acheta domesticus. Questi insetti sono stati seguiti dagli scienziati che hanno annotato i loro movimenti in risposta a diverse temperature registrate in Germania dal Servizio meteorologico tedesco nel 2018 e nel 2019. In questi anni per esempio le temperature hanno raggiunto un massimo di 38,7 °C, temperatura record mai vista negli anni precedenti.
Dopo ore di osservazione gli scienziati tedeschi hanno scoperto che gli insetti affrontano le temperature estreme tramite differenti strategie che dipende molto dalla presenza di un microhabitat nelle vicinanze, in questo caso la lettiera di foglie. In condizioni di lettiera mista, ovvero che presentava le foglie di 4 specie di alberi, gli insetti riducevano di molto la loro attività, un sinonimo secondo gli scienziati di condizioni di vita ottimali per gli animali.
Quando invece disponevano di una lettiera ben ordinata che presentava foglie di un'unica specie, aumentavano la loro attività e continuavano a muoversi nel tentativo di trovare zone d'ombra più fresche e più ricche di risorse. «Visti questi risultati, riteniamo che la lettiera mista non solo fornisca a questi insetti maggiore protezione dal calore, ma offra anche una maggiore quantità di cibo. Gli insetti in una lettiera mista possono infatti muoversi meno e trovare comunque risorse a sufficienza, il che li aiuta a risparmiare energia e a sopravvivere ai capricci del clima», chiarisce il primo autore dell'articolo Jördis Terlau.
Per quanto riguarda invece gli ecosistemi capaci di offrire il maggior quantitativo di microhabitat, i migliori sono quelli con un gran numero di specie arboree e che presentano un sottobosco o arbusti capaci di abbassare ulteriormente la temperatura al livello del suolo.
Gli studiosi commentano soddisfatti i risultati ottenuti da questi primi studi, ma ora dichiarano di essere interessati anche ad ampliare lo spettro delle loro ricerche e vogliono studiare degli ambienti presenti anche fuori dalla Germania, come le steppe mediterranee o la savana.