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19 Settembre 2023
15:00

Il tordo con la basetta avvistato nelle Pelagie: nuova specie aliena scoperta nei mari italiani

Sulle Pelagie un team di scienziati e di subacquei è riuscito a registrare la presenza di una nuova specie aliena nei mari italiani.

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I nostri mari stanno diventando sempre più tropicali. È da un po' che gli scienziati stanno ripetendo questo mantra ma è solo da qualche anno che l'opinione pubblica ha cominciato a rendersi conto degli effetti negativi della presenza delle specie aliene sui nostri ecosistemi. Dopo però aver parlato negli scorsi mesi davvero tanto di pesci esotici o del pericolo rappresentato dal granchio blu per la nostra economia, l'ultimo colpo di coda dell'estate ci ha regalato un nuovo importante avvistamento che cambierà probabilmente le future sorti del nostro rapporto con il mare.

Un gruppo di sub e di scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona (Cnr-Irbim) ha infatti appena segnalato la presenza del tordo con le basette (Pteragogus trispilus) sulle isole Pelagie, al largo del Canale di Sicilia. Una nuova specie esotica che è giunta nei mari italiani e che risalendo per prima cosa il Canale di Suez e poi l'intero Mediterraneo orientale è arrivata nell'arco di soli 32 anni a trasferire gran parte del suo areale lontano dal suo mare d'origine: il Mar Rosso.

In verità «l'arrivo di questa specie aliena fa parte di una cronaca annunciata», ha spiegato Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca del Cnr-Irbim che ha reso pubblica la scoperta con la pubblicazione di un comunicato e di un video in cui è possibile vedere il tordo con le basette nuotare al largo di Lampedusa e Linosa. La ripresa tra l'altro è stata realizzata dai subacquei di Sailing Bubbles, che spesso pattugliano le coste delle isole minori siciliane proprio per andare a caccia di immagini suggestive.

«La specie era infatti già arrivata l'anno scorso nello stretto di Sicilia (precisamente a Malta n.d.r.) e ora tocca alle nostre coste. Come altri labridi, il tordo con la basetta è una specie carnivora, ma gli impatti di questa invasione sono ancora poco conosciuti. Di fatto, considerate le sue modeste dimensioni, le prede sono costituite da piccoli animali come gasteropodi, foraminiferi e minuscoli crostacei», ha chiarito Azzurro.

La prima volta che questa specie è stata avvistata nel Mediterraneo era il 1991 e la sua popolazione era limitata esclusivamente nei tratti di costa di Israele. Ora però presenta popolazioni permanenti in diverse nazioni, come il Libano, la Palestina, la Siria, la Turchia, Cipro, la Grecia, l'Egitto e la Libia. E proprio da quest'ultima popolazione potrebbero tra l'altro essere partiti gli esemplari avvistati tra Malta e le Pelagie, intenti probabilmente a trovare nuovi siti di nidificazione.

Il tordo con le basette è stato descritto per la prima volta da John E. Randall nel 2013 con l'olotipo che è stato pescato nel golfo di Aqaba, in Egitto. I primi esemplari sono stati tuttavia raccolti nel corso degli anni '80 e identificati come Pteragogus pelycus sempre dallo stesso Randall, che aveva scelto questo nome per sostituire l'antica denominazione data a questo taxon da un biologo antecedente, Wilhelm Peters. Il primissimo nome del tordo con le basette, definito da Peters solo su descrizioni e non su campioni raccolti in situ, era infatti Cossyphus opercularis.

La biologia della specie è ancora poco nota, ma sappiamo ormai diverse cose inerenti il suo stile di vita e la sua morfologia. Vive su substrati sabbiosi dove sono presenti vegetazioni di alghe brune, alcuni esemplari di corallo e rocce. Presenta una bocca terminale e le sue mascelle si estendono fino alla parte posteriore della pupilla. La bocca inoltre è dotata di due paia di grandi denti caniformi ricurvi, che dimostrano come la sua dieta sia principalmente carnivora.

Ha la pinna caudale arrotondata e dispone di alcune piccole macchie nere dietro l'occhio e la nuca, che hanno spinto Randall a chiamarlo Pteragogus trispilus, che in latino significa "tre macchie nere poste anteriormente sulla pinna dorsale"  Anche la sua linea laterale è contrassegnata con punti e trattini neri e bianchi. Le femmine invece talvolta hanno una striscia biancastra che si allarga sulla superficie del cranio fino a raggiungere gli occhi, come se si trattasse di trucco.

Per quanto possa spaventare avere una nuova specie aliena nei nostri mari, questo pesce tuttavia non risulta velenoso, non è mordace con gli esseri umani e non raggiunge notevoli dimensioni. L'esemplare più grande che è stato mai trovato, pescato in Turchia, un maschio, misurava infatti a malapena 7,9 cm. Questo rende questa specie un labride abbastanza piccolo per gli stessi standard del suo gruppo.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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