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19 Maggio 2022
13:01

Il ragno che resta in apnea 30 minuti per scappare dai predatori

Il ragno Trechalea extensa può immergersi in acqua e restarci fino a mezz'ora per sfuggire ai predatori. Questa abilità non era mai stata osservata prima d'ora in questa specie che, tuttavia, non è l'unica ad avere spiccate abitudini acquatiche.

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In Costa Rica vive un ragno che, quando si sente minacciato, si rifugia tuffandosi sott'acqua rimanendoci anche per mezz'ora. Si chiama Trechalea extensa e vive in realtà in tutto il Centro America, dal Messico a Panama, e sebbene faccia parte di una famiglia di ragni con abitudini semi-acquatiche questa sua eccezionale abilità di immersione non era mai stata osservata prima d'ora.

Il "ragno sub" è stato osservato nel 2019 in un torrente nei pressi della stazione di ricerca di Las Cruces, in Costa Rica, durante un tentativo di cattura per studio condotto da Lindsey Swierk e il suo team, che hanno poi descritto questa nuova tecnica antipredatoria tra le pagine della rivista Ethology.

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L’esemplare di Trechalea extensa immerso in acqua e rivestito da una pellicola d’aria. Foto di Lindsey Swierk

Per sfuggire ai ricercatori il ragno si è prima lanciato in acqua, come fanno spesso i ragni della famiglia Trechaleidae, ma non si è limitato a camminare sulla superficie sfruttando la tensione superficiale. A un certo punto si è tuffato sott'acqua, si è nascosto sotto a un sasso a circa 30 cm di profondità ed è rimasto lì per 3o munti.

Swierk aveva già osservato una specie di lucertola costaricana, l'Anolis aquaticus, famosa perché è in grado di restare sott'acqua per ben 16 minuti, ma non si aspettava di certo riuscissero a farlo anche questi piccoli aracnidi. Ma come fa a restare sott'acqua così a lungo?

Anche se è completamente immerso, tecnicamente Trechalea extensa non smette affatto di respirare andando in apnea, ma continua a farlo portandosi letteralmente l'aria sott'acqua. Mentre era immerso, il ragno era infatti ricoperto da una sottile "pellicola" d'aria su tutto il corpo, una "tuta" composta di minuscole bollicine trattenute – sospettano le ricercatrici – dalla peluria idrorepellente che ricopre l'aracnide e che lo fa sembrare ricoperto d'argento.

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I ragni della famiglia Trechaleidae hanno abitudini semi–acquatica ma finora nessuno ne aveva mai visto uno immergersi. Foto da Wikimedia Commons

Questa "bolla" d'aria, inoltre, non solo consente al ragno di respirare ma probabilmente lo aiuta anche a evitare lo shock termico e a impedire all'acqua di entrare nei suoi organi respiratori. Finora Swierk e il suo team hanno osservato un solo esemplare eseguire questa curiosa tecnica, per cui resta ancora molto da scoprire e sperano di poterlo fare prossimamente in laboratorio.

Questa curiosa tecnica è stata già osservata in altre specie di ragni, ma era completamente sconosciuta in Trechalea extensa. Ci sono perciò tantissime altre domande che aspettano una risposta e anche se questa osservazione fornisce nuove preziose informazioni su come le specie terrestri possono trovare rifugio sott'acqua, per via dei costi e delle difficoltà in poche ci riescono davvero.

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Il ragno palombaro (femmina a sinistra e maschio a destra) è l’unica specie nota in grado di trascorrere quasi l’intera esistenza sott’acqua. Foto da Wikimedia Commons

Tra queste c'è però sicuramente anche un altro famosissimo aracnide dalle abitudini spiccatamente acquatiche, il ragno palombaro (Argyroneta aquatica). Viene chiamato così proprio perché si tratta dell'unica specie conosciuta in grado di trascorrere quasi tutta la sua intera vita sott'acqua. Caccia e mangia sott'acqua, si accoppia e depone le uova sott'acqua e sverna persino in acqua.

Riemerge solamente per brevi periodi, giusto il tempo di fare il carico di ossigeno, riformare la "bolla" d'aria simile a quella di Trechalea extensa e si tuffa nuovamente. Il ragno palombaro vive nei laghi e negli stagni di Asia ed Europa, compresa l'Italia, ma è davvero difficile osservarlo proprio a causa delle sue abitudini acquatiche.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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