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4 Ottobre 2022
15:52

Il fiuto di Max e Rylee per scovare le larve della mosca della frutta

Il fiuto di due cani verrà utilizzato per cercare le larve della mosca della frutta nei frutteti del Riverland dell'Australia meridionale. La grande speranza degli scienziati è che l'esperimento possa sradicare una volta per tutte il parassita.

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Foto ABC Australia

Il fiuto di due cani verrà utilizzato per cercare le larve della mosca della frutta nei frutteti del Riverland dell'Australia meridionale. Si tratta di un esperimento che durerà un mese e la grande speranza degli scienziati è che  possa funzionare per sradicare una volta per tutte il parassita che negli ultimi anni ha avuto in questa zona del Paese una recrudescenza significativa con un'ondata di focolai.

Le autorità puntano sulle abilità olfattive di Max e Rylee per rilevare gli hotspot delle larve di questo insetto, in modo così da risparmiare il taglio netto o la distruzione di grandi quantità di frutta.

I due cani inizieranno il loro lavoro a breve, in coincidenza della stagione della raccolta. Naturalmente, sono stati prima preparati: l’addestramento ha consistito nel nascondere larve sterili in sacchi che venivano poi seppelliti nel terreno o appesi agli alberi di frutta. La dog trainer Gemma Wood ha spiegato all’ABC che l'odore delle larve era stato abbinato a una ricompensa che Max e Rylee ricevevano quando riuscivano a trovare i sacchi.

Il ministro per le industrie primarie, Clare Scriven, ha annunciato che se l’esperimento dovesse avere successo i cani verrebbero impiegati su base continuativa. Anche perché ha aggiunto «trovare presto le larve della mosca della frutta del Queensland è importante per impedire che questo insetto si diffonda e si stabilisca».

Attualmente la modalità utilizzata per scovare le larve è quella di cercare negli alberi da frutto segni di danni tipici dovuti a questo insetto e aprendo i frutti per ispezionarli ulteriormente. Ma se i cani con il loro olfatto dovessero riuscire nell’impresa, significherebbe poter migliorare notevolmente il lavoro perché si riuscirebbe a identificare gli insetti in aree di terra molto più vaste e molto più velocemente.

La Ceratitis capitata, ovvero la mosca mediterranea della frutta, è una specie originaria dell’Africa sub-sahariana ed è ampiamente diffusa nell’Africa sub-sahariana, in tutto il Bacino del Mediterraneo, nel vicino Oriente, Arabia, nel Centro e Sud America, nell’Australia occidentale e nelle Hawaii.

È uno dei più invasivi parassiti dei frutteti, colpisce praticamente tutte le principali specie fruttifere, andando a deporre le uova nei frutti che stanno maturando, rovinandoli in maniera irreversibile. Purtroppo, la maggior parte delle volte, i danni si vedono quando ormai è troppo tardi per salvare il raccolto. Per  questo per limitarli è necessario un monitoraggio che individui i voli dell’insetto prima che ovifichi.

In Italia si trova soprattutto nelle regioni centro meridionali, dove può compiere 6-7 generazioni l’anno. L’insetto si incontra anche al nord dove, però, le generazioni sono inferiori, perché vengono fortunatamente limitate dal clima più freddo. 

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Simona Sirianni
Giornalista
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