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10 Maggio 2024
17:45

Il cane Pati torturato e ucciso a Catanzaro, il ricordo del Comune: «Era parte della nostra comunità»

Picchiato, castrato, e con la coda mozzata. È così che è morto Pati, il cane del quartiere Signorello a Catanzaro. Il Comune e l'associazione Leal hanno fatto sapere che si costituiranno parte civile in un eventuale processo per l'uccisione dell'animale.

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Picchiato, castrato, e con la coda mozzata. A seguito di questa torture è morto Pati, cane del quartiere Signorello a Catanzaro. A compiere l'efferato crimine sono state tre persone, non ancora identificate, che per motivi ancora ignoti si sono brutalmente accaniti sul cucciolo.

A denunciare il tutto è stata una residente del quartiere che ha raccontato di aver udito i suoi cani abbaiare e, incuriosita dal motivo, ha scoperto il corpo martoriato di Pati. La donna si è immediatamente rivolta alle Forze dell'Ordine per segnalare la macabra scoperta, e chiedere ai Vigili del Fuoco di portare il corpo del povero animale lontano dalla strada.

Il Comune di Catanzaro in queste ore ha già annunciato di volersi costituire parte civile nell'eventuale processo contro i responsabili del gesto, per il momento ancora ignoti. L'assessore alla Protezione degli animali, Nunzio Belcaro, ha descritto l'episodio come «un atto di estrema barbarie». Pati è stato ricordato dall'amministrazione come un membro amato della comunità di Catanzaro, era infatti un cane di quartiere, un residente stabile di Signorello che viveva senza un umano di riferimento ma accudito da tutti.

Belcaro ha messo poi in luce un aspetto delle violenze sugli animali molto noto alla scienza ma ancora poco al grande pubblico, quello della pericolosità sociale: «Tale comportamento non solo è inaccettabile, ma mette in luce la pericolosità sociale di coloro che possono commettere tali atti disumani, poiché chi è capace di infliggere sofferenze agli animali potrebbe rappresentare una minaccia anche per le persone».

Nel frattempo anche le associazioni di tutela animale hanno commentato la vicenda. Gian Marco Prampolini, presidente LEAL ha condannato «questo vile atto di crudeltà. Auspichiamo che gli autori del crimine, tre uomini, siano identificati e puniti anche grazie alla presenza di telecamere nella zona e siano puniti secondo le previsioni di legge. La nostra sezione di Catanzaro offre la massima collaborazione al sindaco e all’assessorato alla Protezione degli animali locale che si sono già attivati e hanno invitato tutti i cittadini a collaborare con le autorità per identificare e punire i responsabili. Questa tragedia mette in luce la pericolosità sociale di coloro che possono commettere atti disumani contro gli animali, poiché chi è capace di infliggere sofferenze agli animali potrebbe rappresentare una minaccia anche per le persone». 

LEAL si costituirà anche parte civile in un eventuale procedimento penale per garantire che giustizia sia fatta: «Questo è l’ennesimo caso di violenza contro gli animali», sottolineano dall'associazione ricordando che la proposta di legge per inasprire i reati contro gli animali è ancora ferma in Commissione Giustizia, dopo un anno dalla sua presentazione. «Ormai è irrimandabile, la proposta di legge attualmente in esame alla Camera prevede di inasprire ulteriormente le pene per chi maltratta o uccide animali, attribuendo le stesse pene del maltrattamento anche al reato di abbandono».

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