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16 Gennaio 2024
16:38

Il cane Ercole seviziato nel Siracusano, l’indignazione della Lav: «il suo dolore quantificato in 500 euro»

È arrivata dal Tribunale di Siracusa la sentenza per i responsabili dei maltrattamenti nei confronti di Ercole, un cane tenuto a catena e salvato dai volontari Lav: solo una messa alla prova e 500 euro da pagare per gli autori del reato.

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E’ stato chiamato Ercole il cane che lo scorso anno era stato ritrovato dentro una proprietà privata a Siracusa, in Sicilia, in terribili condizioni di maltrattamento. I responsabili delle sevizie che erano state inflitte al povero animale erano stati individuati dalle Forze dell’Ordine ma la condanna a loro riservata si è tradotta in una messa alla prova per la durata di 4 mesi e al pagamento di una somma di 500 euro.

La messa alla prova costituisce un procedimento giudiziale in cui l'imputato, anziché affrontare il processo tradizionale, sceglie di aderire a un progetto di recupero sociale che può tradursi così anche in una semplice esecuzione di un servizio di pubblica utilità attraverso attività di volontariato gratuito.

La decisione sulla pena è arrivata dal Tribunale di Siracusa e la Lav, che si era occupata sin dal principio del caso del cane, si è fermamente opposta dichiarando: «È una pena ridicola per chi ha commesso un atto di puro sadismo nei confronti di un animale. Nonostante la nostra opposizione alla concessione della “messa alla prova” tramite deposito di una memoria, è stata ancora una volta concessa questa modalità di estinzione del reato che non dovrebbe essere prevista per i reati contro esseri viventi, il cui valore viene svilito al pari di meri oggetti».

Il cane era stato ritrovato durante il mese di marzo dello scorso anno legato a due catene: una talmente corta al collo che gli impediva di sdraiarsi e un’altra attorcigliata così stretta all’addome che ha rischiato di segargli in due parti il corpo. Il povero animale, era stato proprio legato con una matassa di catene, corde e catenacci da cui gli era impossibile liberarsi da solo. Accanto a lui solo un secchio vecchio e rotto con acqua putrida all'interno, probabilmente piovana.

A tirare fuori il cane dal giardino della villetta erano stati i volontari della Lav della sede di Siracusa. Gli attivisti infatti, dopo una segnalazione pervenuta, avevano immediatamente effettuato un esposto per chiedere un intervento urgente della Polizia Municipale e dell’Asp veterinaria, intervenute sul posto per accertare le condizioni terribili in cui era costretto a vivere il cane e per liberarlo finalmente dalle torture.

«Lo avevano incatenato a tal punto da causargli ferite profondissime, abbandonato a se stesso tra i suoi escrementi. Questo il trattamento riservato a Ercole, cane salvato in extremis nel marzo scorso a Siracusa grazie all’intervento della sede LAV locale che lo ha recuperato e ha sporto denuncia. Ercole ci è stato affidato e tutt’ora ci stiamo occupando del suo recupero fisico e psicologico», hanno dichiarato dalla Lav.

Il cane, subito dopo il sequestro, era stato tratto in salvo dai volontari e affidato alle cure di una clinica veterinaria. Ancora oggi, come dichiarato dalla Lav: «porta profonde cicatrici sia nel corpo che nella psiche per il dolore e il trauma che ha subito».

I recenti episodi di violenza che si sono verificati in Italia nei confronti degli animali, come il recente caso di Aron, il cane bruciato vivo, o di Leone il gatto scuoiato vivo o di Grey il povero gatto calciato e fatto annegare in una fontana, evidenziano una situazione di emergenza che richiede un intervento tempestivo ed efficace da parte delle istituzioni. È necessario che gli organi legislativi preposti agiscano con celerità e fermezza per introdurre nel nostro ordinamento leggi più severe contro coloro che commettono atti di crudeltà nei confronti degli animali. Attualmente, le pene previste sono troppo mitigate e prive di un impatto dissuasivo e il rischio che i trasgressori possano continuare nella commissione di simili reati, contando sulla scarsa severità delle sanzioni, è troppo alto.

«I gravi maltrattamenti che hanno causato la morte di animali in questi ultimi giorni evidenziano la necessità di un intervento deciso nei confronti dei violenti. Per ottenere pene certe e molto più severe abbiamo lanciato ieri una petizione online indirizzata ai parlamentari di Camera e Senato e al Ministro della Giustizia Nordio per chiedere l’approvazione di una nuova normativa con pene certe e più severe per chi uccide e maltratta gli animali. Ringraziamo l’Avvocato Diego Fancello del foro di Siracusa per l’assistenza fornita nel caso di Ercole», concludono i volontari Lav.

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Federica Gennaro
Volontaria
Dottoressa in giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo e volontaria animalista siciliana, sono operativa sul territorio nella gestione del fenomeno del randagismo. La scrittura e l'amore per gli animali sono da sempre le mie più grandi passioni e grazie a Kodami ho la possibilità di esprimerle al meglio.
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