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29 Giugno 2022
16:11

Il calciatore Chris Smalling con la famiglia tra i cani liberi del Territorio de Zaguates. Lya Battle: «Persone eccezionali»

Il giocatore della A.S. Roma Chris Smalling, vegano e grande appassionato del mondo animale, ha visitato il santuario per randagi più grande del mondo, in Costa Rica.

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Chris Smalling con il braccio il figlio Leo in visita al Territorio di Zaguates (foto da Instagram)

Una visita al Territorio de Zaguates, in Costa Rica, non è esattamente una gita ma una vera e propria esperienza di vita nei 575 mila metri quadrati sulle alture di San Josè dove vivono liberi e felici oltre 2000 cani.

Chris Smalling, trentaduenne calciatore della A.S. Roma, vegano e animalista, è proprio lì che ha portato suo figlio, il piccolo Leo, durante le vacanze estive. A conoscere tutti quegli individui che ogni giorno corrono in gruppi festosi e abbaianti attraversando ruscelli e scalando le colline di uno dei Paesi più verdi del mondo. Una visita molto particolare di cui lo stesso calciatore ha voluto raccontare l'emozione in un video pubblicato sulla sua pagina Instagram.

Chris Smalling, il calciatore della A.S Roma vegano e animalista

«Mi avevano contattato alcune settimane fa per dirmi che avrebbero avuto piacere di venirci a trovare». Lya Battle, fondatrice con il marito Alvaro Saumet del santuario di cani liberi più grande al mondo, racconta a Kodami la visita di questo ospite speciale.

«Non ne ero a conoscenza prima – prosegue Lya – ma sua moglie, Sam Cooke, aveva visitato il Territorio circa 4 anni fa. Così hanno pianificato insieme la loro visita perché Chris ci teneva a venire con lei. Purtroppo le date a loro disposizione non andavano bene perché, non essendo ancora ufficialmente aperti, potevamo farli venire solo nel fine settimana e loro sarebbero partiti proprio nel weekend. Ma lui è stato così così gentile da spostare il suo volo per poter venire da noi».

Vegano e animalista convinto, Smalling si è spesso schierato in difesa degli animali appoggiando diverse iniziative di associazioni internazionali. Anche la sua scelta di diventare vegano, ancora piuttosto anomala tra gli atleti, è stata dettata da motivazioni completamente etiche e non di convenienza alimentare. Come lui stesso ha raccontato nel documentario della BBC Football going vegan: «La cosa che mi ha spinto di più a diventare vegano è il benessere degli animali. All’inizio, mi sono avvicinato all’alimentazione vegana per motivi di salute dal momento che ho notato che avevo un recupero più veloce dopo le partite. Poi ho visto alcuni documentari, ho letto dei libri. Ho scoperto cose difficili da ignorare».

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Più di una volta Smalling ha prestato la sua immagine per non far uccidere animali per il consumo alimentare: «Prima di scegliere un’alimentazione a base vegetale, non mi rendevo conto che le mucche vengono separate in modo straziante dai loro vitelli solo perché il loro latte è destinato al consumo umano. Non mi rendevo conto che centinaia di milioni di polli sono allevati in capannoni sporchi, bui e sovraffollati. Non mi rendevo conto che le scrofe in gravidanza sono costrette in minuscole gabbie dove riescono a malapena a girarsi. Una volta che ho scoperto la verità non ho più potuto ignorarla».

La visita al Territorio. La fondatrice: «Felici e a loro agio tra i nostri amici»

Anche la visita al Territorio de Zaguates, quindi, non è stata casuale ma una scelta ponderata e condivisa con la moglie, la modella inglese Sam, e con il piccolo Leo, il maschietto avuto dalla coppia tre anni e mezzo fa. «Si sono dimostrate persone gentili e alla mano – continua Lya –  Genitori fantastici che stanno facendo un lavoro straordinario con il loro piccolo. Sono dei veri amanti dei cani e non si sono preoccupati di camminare sull'erba bagnata o di farsi saltare addosso da cani felici e troppo eccitati che con le zampe infangate non vedevano l'ora di leccarli. Nemmeno una volta sono sembrati a disagio».

Una lunga giornata trascorsa passeggiando fra le colline accompagnati dai cani e dagli operatori che lavorano al rifugio, garantendo il benessere degli ospiti e dei visitatori. «Quando i cani diventavano troppo agitati per l'emozione di condividere le passeggiate con altre persone, facevamo attenzione al bambino – sottolinea Lya – Ma i genitori sono stati sempre presenti nel rassicurarlo, spiegandogli che andava tutto bene e che i cani non intendevano fare del male».

Smalling ha sempre mostrato una grande passione per tutti gli esseri viventi e le sue posizioni contro i circhi con animali sono diventate pubbliche nel 2018 quando si è ufficialmente schierato per la loro chiusura. «Gli animali, confinati in piccoli recinti o in una gabbia e privati della loro dignità, si meritano di più, molto di più – aveva dichiarato – È tempo di bandire i circhi con animali selvatici una volta per tutte. Il motivo per farlo non è mai stato più forte. Al giorno d’oggi, la maggior parte della gente (incluso il 77% degli italiani) vede i circhi con animali per quello che sono: crudeli. Viviamo in un mondo che offre infinite opportunità di divertimento che non ledono il benessere degli animali. È ora che l’Italia si unisca al crescente numero di nazioni che vietano le esibizioni di animali».

E anche a Zaguates ha mostrato interesse per le altre specie presenti, non solo per i cani. «Mi fermavo per mostrare a Leo piccoli insetti e bruchi e loro non solo erano d'accordo ma lo sostenevano e lo incoraggiavano a imparare – racconta ancora Lya- E Leo era super interessato a ogni piccola creatura».

Gli Smalling a loro agio anche fra i cani disabili e malati

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Chris Smalling con i cani di famiglia (foto dal web)

La fondatrice del Territorio di Zaguates, è stata ospite di una delle puntate del nostro format MeetKodami e nella chiacchierata con la direttrice Diana Letizia ha così descritto il motivo per cui nel 2008 decise di iniziare il percorso che ha portato poi alla nascita del santuario: «Nessun essere vivente dovrebbe vivere in strada e nessun essere vivente è solo un numero tra tanti altri».

Lya Battle ha accolto il calciatore e la sua famiglia un paio di settimane fa, personalmente, anche perché il santuario è ancora chiuso al pubblico per una serie di lavori di manutenzione che sono stati imposti alla struttura dal governo costaricense che non collabora in alcun modo finanziariamente nel sostentamento del posto.

Lya è rimasta molto entusiasta delle persone che ha incontrato: «E' una famiglia così umile, così poco "piena di sé" che sono arrivati al cancello con un normale taxi. Poi tutti e tre sono saltati sul retro della mia auto puzzolente, e intendo veramente puzzolente, e sono stati assolutamente gentili. Si sono comportati come se fosse tutto normale, anche quando abbiamo raccolto tre cani malati lungo la strada e uno aveva vomitato su tutto il sedile e un altro aveva una diarrea esplosiva. Avevo raccolto il disordine prima che gli Smalling salissero, ma ovviamente l'odore era ancora lì».

Lya ha anche voluto sottolineare che gli Smalling non si sono tirati indietro neanche di fronte a quei cani che, normalmente, non attirano gradi attenzioni: i disabili. «Dopo la passeggiata con i cani, ci hanno raggiunto nel luogo in cui teniamo i cani con bisogni speciali. Alcuni sono storpi, altri amputati, altri ancora feriti… non sono certo "i cani più carini". Eppure gli Smalling si sono seduti sull'erba con i cani e il loro bambino e hanno passato molto tempo ad accarezzarli, ad amarli e a mostrare al loro bambino quanto fossero speciali. Questa famiglia mi ha lasciato senza parole».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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