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8 Febbraio 2023
11:16

I pesci possono riconoscersi allo specchio? Uno studio ci dice di sì

I pesci possono riconoscersi allo specchio? Uno studio ci dice di sì: un piccolo pesce pulitore ha appena dimostrato alla scienza che questi anmali riescono ad assumere abilità complesse come quelle che permettono lo sviluppo della coscienza.

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Uno dei campi di ricerca più affascinanti dell'etologia degli ultimi anni è quella che cerca di comprendere l'evoluzione del fenomeno dell'autocoscienza.

Già in passato molti scienziati, fra tutti Konrad Lorenz, avevano tentato di affrontare il tema ma è solo con l'introduzione dell'esperimento dello specchio che è stato possibile iniziare ad approfondire il modo con cui le diverse specie animali riescono a riconoscersi e ad avere il concetto, seppure in maniera astratta, di un ipotetico sé che li distingue dagli altri.

Oggi, ad unirsi alle specie che negli anni passati hanno dato prova di avere questa particolare tipologia di percezione, tra questi  lo scimpanzé e l'elefante, c'è anche un pesce: il Labroides dimidiatus che è un comune pesce pulitore. La notizia è uscita su PNAS lo scorso 6 Febbraio, con un articolo pubblicato da un team variegato di esperti del comportamento animale tra cui Masanori Kohda e Shumpei Sogawa.

«È opinione diffusa che gli animali con un cervello più grande siano più intelligenti degli animali con un cervello piccolo – afferma Kohda dell'Università metropolitana di Osaka in un commento sui social – Potrebbe essere il momento di ripensare a questo presupposto, visto che abbiamo dato prova che i pesci possono avere una coscienza e che la nostra scoperta suggerisce che tale abilità potrebbe essere molto più diffusa tra gli animali di quanto pensassimo».

L'esperimento dello specchio è apparentemente banale, ma è uno strumento potente per comprendere il livello di maturazione della coscienza che ha sviluppato una specie. Non indica il livello di intelligenza dell'animale e non è neppure l'unico che permette di ottenere certi obiettivi, ma è il più semplice da utilizzare ed è anche quello che ha permesso agli scienziati di effettuare il maggior numero di test.

Consiste nell‘esporre l'animale che si vuole studiare di fronte ad uno specchio a cui è stato posto di nascosto un segno ben visibile sul riflesso del corpo dell'esemplare. Qualora l'animale considerato dovesse accorgersi, dopo qualche secondo di studio, di trovarsi di fronte ad un suo riflesso e non ad un altro individuo della stessa specie, come nei bambini umani egli tenderà a toccare il punto preciso in cui gli scienziati hanno posto il segno, cercando così di verificare se colui che sta osservando fa davvero parte di "sé".

Questo esperimento ha ottenuto un così ampio riconoscimento a livello scientifico che anche gli psicologi lo utilizzano per comprendere le fasi evolutive dello sviluppo cognitivo umano. E per alcune specie è risultato così convincente che alcuni scimpanzé hanno persino tentato di togliersi dalla faccia la traccia di pennarello che gli scienziati avevano usato sullo specchio, ma che loro credevano di avere realmente sulla fronte.

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In questo nuovo studio inoltre, i pesci pulitori hanno superato anche il secondo livello del test dello specchio, essendo stati in grado di distinguere i propri volti da quelli di altri pesci, che sono stati presentati tramite delle fotografie.

«Penso che sia davvero straordinario che possano farlo, si tratta davvero di uno studio incredibile, visto il numero elevato di specie che non riesce a farlo», ha commentato il famoso primatologo Frans de Waal su Facebook. De Waal è stato ospite di Kodami nel nostro format di video interviste "MeetKodami" in cui ha condiviso con i nostri lettori proprio l'importanza di riconoscere nelle altre specie viventi empatia, emozioni e sentimenti che ha sempre spiegato con semplicità e scientificità, grazie alla sua lunga storia professionale di osservazione e ascolto degli animali con cui ha condiviso gran parte della sua vita.

Gli scienziati confermano comunque che l'eventuale fallimento del test dello specchio non può essere considerato una prova di una mancanza di autocoscienza. Nel caso in cui non fossero in grado di riconoscersi con lo specchio, gli animali potrebbero infatti essere capaci di sviluppare e di dimostrare di avere una coscienza in altri modi.

La ricerca comunque non si ferma qui. Dopo aver ottenuto l'obiettivo di dimostrare che anche i pesci possono avere una coscienza, il laboratorio di Kohda ha in programma altri esperimenti per continuare a sondare cosa succede nel cervello di questi animali mentre altri ricercatori hanno intenzione di capire perché alcune specie note per la loro intelligenza, come i nostri fidati animali domestici o i corvi, non riescono a superare il test dello specchio per quanto dotati di complesse capacità cognitive.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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