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1 Marzo 2024
17:28

I Paesi dell’Est Europa dicono no agli orsi trentini. Fugatti: «Non esiste alternativa all’abbattimento»

Non esistono alternative all'abbattimento degli orsi, perché nessun paese dell'Est Europa si è reso disponibile ad accogliere i plantigradi del Trentino. È l'annuncio fatto oggi dal Presidente della porvincia Autonoma Maurizio Fugatti.

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orso bruno

«Non esistono alternative all'abbattimento degli orsi». Lo ha detto il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, al termine della riunione della Giunta provinciale. Il tentativo di trasferire gli orsi del Trentino nei Paesi dell'Est Europa si è risolto in un nulla di fatto già questa estate.

Romania, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Slovenia non si sono dimostrati disponibili ad accogliere alcuni esemplari di orso. Allo stato dei fatti, quindi, la soluzione resta solo l'abbattimento. «Oggi il tema dello spostamento degli animali non è più nel dibattito, perché non ci sono Paesi dell'Est Europa disposti ad accoglierli».

Una situazione di cui Fugatti è a conoscenza da diverse settimane, avendo ricevuto la relazione elaborata dal referente che ha interloquito con i Governi dei diversi paesi. «È una pratica comune l'individuazione di un tetto del numero di orsi ritenuto sostenibile», ha spiegato il presidente trentino proponendo soluzioni analoghe a quelle individuate dai paesi dell'Est: caccia e abbattimenti. «È ammessa l'eliminazione della quota in eccedenza attraverso un'apertura alla caccia, strettamente regolata e monitorata con i portatori di interesse».

Allo scopo di lavorare al possibile trasferimento dei plantigradi all’estero era stato aperto un apposito tavolo di confronto tra la Provincia e il Ministero dell'Ambiente. Un'ipotesi, quella dello spostamento di decine di individui, accolta con entusiasmo dal titolare del dicastero Gilberto Pichetto Fratin ma che aveva incontrato sin da subito le perplessità della comunità scientifica internazionale. L'orso non è una specie a rischio d'estinzione, quindi non c'era alcuna speranza che altri paesi li accettasse.

Sul tema è intervenuta anche l'l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che annuncia una richiesta di accesso agli atti per prendere visione dei documenti prodotti da tale “esplorazione diplomatica”: «Appare chiaro, da quanto afferma oggi il presidente trentino, che questo è ciò che vorrebbe: declassare la protezione dell’orso per consentirne la caccia».

L’Oipa quindi si opporrà in tutte le sedi affinché «questo non avvenga, confidando anzitutto nel buonsenso dell’Unione Europea e, a cascata, della politica nazionale, anche nel rispetto della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica che è amica della biodiversità».

Una via per trasferire gli orsi in realtà resta ancora aperta, ma non per tutti: il Liberarty Bear Sanctuary Zărneşti gestito dall’associazione Millions of Friends, lega membro proprio dell'Oipa, aveva dato la propria disponibilità ad accogliere l'orsa JJ4. Questo spostamento ha già ricevuto l'ok dell'autorità governativa romena, ma non ancora dell'Italia.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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