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29 Luglio 2023
14:00

I dinosauri e gli pterosauri avevano antenati in comune dotati di corazze

Molti dei rettili famosi che vissero durante il Mesozoico derivano secondo una nuova scoperta da alcune specie di arcosauri, dotati di corazze.

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I paleontologi dell'American Museum of Natural History di New York hanno appena identificato un'antica specie di rettile, comparso sul finire del Permiano e l'inizio del Triassico, che potrebbe rappresentare uno degli ultimi antenati comuni di dinosauri e pterosauri.

Una notizia molto importante, che si arricchisce notevolmente scoprendo che questo antico animale presentava una superficie rinforzata grazie a una corazza sulla spina dorsale che ricorda molto quelli dei dinosauri con armature (stegosauri, anchilosauri) comparsi successivamente.

Ciò dimostra che le corazze facevano parte della storia evolutiva di questi animali a partire dall'inizio e che poi successivamente l'informazione genetica necessaria per sviluppare questo tratto si perse, consentendo alle specie successive di evolvere nuove forme, di muoversi più agevolmente e persino di volare.

«Sarebbero stati solo in pochi in seguito a riprendere questo tratto ancestrale – spiega l'autore principale dello studio, pubblicato su Zoological Journal of the Linnean Society, Sterling Nesbitt, ricercatore associato del museo newyorkese – I dinosauri inoltre sono solo gli ultimi animali ad essersi evoluti nel Triassico».

Gli animali a cui fa riferimento Nesbitt rientrano in generale nel gruppo degli arcosauri, di cui fa parte anche la nuova specie scoperta dai paleontologi e il cui nome è Mambachiton fiandohana. Si tratta del primo membro divergente degli arcosauri, che dal punto di vista tassonomico si dividono in due rami principali.

La prima linea è quella conduce all'evoluzione degli uccelli e che comprende anche gli pterosauri e gli altri dinosauri. L'altra linea è invece porta all'evoluzione dei coccodrilli, inclusi alligatori, caimani e gaviali.

Il fossile di M. fiandohana ha circa 235 milioni di anni ed è stato trovato nel 1997 in Madagascar da un team di ricercatori guidati da John Flynn, che all'epoca lavorava in stretta collaborazione con l'Università di Antananarivo per trovare nuovi reperti. Dal 1997 in poi questo reperto è stato conservato in diverse parti del mondo, per poi finire definitivamente tra le mani dei curatori del museo di Storia Naturale di New York, dove ha atteso per circa 25 anni di essere identificato e studiato. 

«Questa scoperta documenta l'importanza dei reperti fossili dell'emisfero australe nella comprensione di questo importante periodo del Triassico, quando i dinosauri apparvero per la prima volta sulla faccia della Terra – ha dichiarato Flynn, entusiasta che un suo reperto abbia portato dopo così tanti anni una scoperta così importante. – Questo periodo oscuro è davvero poco conosciuto in altre parti del mondo, a dimostrazione dell'enorme valore della nostra partnership di ricerca tra il Madagascar e gli USA, durata un quarto di secolo».

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Il reperto di Mambachiton fiandohana che ha permesso di ricostruire la storia evolutiva dei dinosauri e di osservare per la prima volta gli osteodermi  nei loro antenati

Che forma aveva però l'antico antenato dei rettili volanti e dei dinosauri? Secondo Nesbitt e gli altri scienziati che hanno lavorato sul reperto, questo animale camminava su quattro zampe e presentava una coda lunga simile a quella dei dinosauri e dei pterosauri ancestrali. Somigliava in tutto e per tutto ad una grossa lucertola ed era lungo tra 1,5 e i 2 metri, con un peso compreso tra 10 e 20 chilogrammi. La sua corazza inoltre era composta da placche ossee chiamate osteodermi, che per quanto più sottili ricordano molto quelle presenti negli anchilosauri del Cretaceo, comparsi 200 milioni di anni dopo.

Gli scienziati spiegano che sebbene gli osteodermi sono molto comuni nei coccodrilli attuali, non erano molto comuni nella linea degli arcosauri che ha portato agli uccelli, poiché energeticamente costavano troppo e inducevano agli animali un'andatura più lenta, visto che il loro peso poteva diventare gravoso per l'animale. «La perdita e la comparsa milioni di anni dopo dell'armatura è un aspetto importante della storia dell'evoluzione dei dinosauri, poiché li ha liberati da alcuni vincoli corporei biomeccanici», ha commentano un altro autore dello studio, Christian Kammerer, attualmente al North Carolina Museum of Natural Sciences.

Mambachiton dimostrerebbe così che la conservazione delle caratteristiche ancestrali o l'acquisizione di nuovi tratti dipendono principalmente dalle interazioni all'interno dell'ecosistema. Mantenere la presenza delle corazze infatti in un contesto arido ed estremamente difficile come quello del Triassico sarebbe stato controproducente e avrebbe rischiato di uccidere un intero gruppo di animali. Per questa ragione quindi, già a partire dal Triassico superiore, gli animali si adattarono al clima e all'ambiente inospitale, perdendo l'informazione genetica che permetteva la realizzazione di queste strutture.

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Le ossa disponibili di questo straordinario animale
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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