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12 Luglio 2023
13:48

I corvi comprendono le probabilità in modo simile ai primati

Messe di fronte a simboli che davano loro diverse probabilità di ottenere cibo, due cornacchie nere hanno imparato a scegliere quello con una maggiore probabilità di ricevere la ricompensa.

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Corvi, cornacchie, gazze e altri corvidi sono indubbiamente tra gli uccelli più affascinanti e intelligenti in assoluto. La struttura e le dimensioni del loro cervello sono paragonabili a quelle dei cetacei o dei primati, inclusi noi esseri umani, e hanno già dimostrato più volte di possedere eccezionali capacità cognitive e sociali, tra cui la consapevolezza di sé, l'utilizzo di strumenti, abilità di calcolo o comportamenti altruistici e affiliativi guidati dall'empatia.

Eppure, studiando questi uccelli gli scienziati continuano anno dopo anno a scoprire nuove e sempre più sorprendenti capacità un tempo considerate un'esclusiva umana, come dimostra uno studio recentemente pubblicato su Current Biology con cui i ricercatori hanno confermato che i corvi possono prendere decisioni in base alla probabilità di ottenere il massimo della ricompensa, una vera e propria impresa cognitiva raramente osservata al di fuori dei primati.

Per scoprirlo, il team guidato da Melissa Johnston dell'Università di Tubinga, in Germania, ha addestrato due cornacchie nere (Corvus corone) a scegliere, beccando, tra nove simboli di colore e forme diverse per ricevere una ricompensa in cibo. A ogni simbolo era associata una diversa probabilità di ricevere il cibo, con una percentuale che andava dal 10 al 100%.

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Grafico da Johnston et al., 2023

Alle due cornacchie è stata quindi data la possibilità di scegliere tra due opzioni: per esempio, il cerchio verde ti dava la probabilità del 90% di ricevere la ricompensa, mentre il quadrato blu solo il 70%. Non c'erano quindi risposte sbagliate del tipo premio o non premio, ma solo risposte meno ottimali, ed entrambi gli uccelli hanno rapidamente capito il meccanismo beccando più di sette volte su dieci i simboli che davano loro una maggiore probabilità di ricevere il cibo.

Successivamente, in un secondo esperimento i simboli con più basse probabilità sono stati mostrati più spesso ai due uccelli, e nonostante avessero comunque la possibilità di beccare più volte le stesse forme per accumulare cibo, le due cornacchie sceglievano quasi sempre l'opzione che dava loro maggiori probabilità di ricevere il premio. In un certo senso, sostengono gli autori, avevano capito che i simboli che apparivano più raramente erano anche quelli più preziosi.

I risultati di questo studio, suggeriscono quindi che le cornacchie sono in grado di elaborare e padroneggiare informazioni legate alla probabilità che accada qualcosa per utilizzarle e applicarle nei processi decisionali di fronte a una situazione nuova, per massimizzare così la possibilità di ricevere una ricompensa. In sostanza, i corvidi applicano in modo flessibile l'inferenza statistica in base all'esperienza personale e alla memoria, stimando una probabilità astratta pur non avendo informazioni complete.

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Per di più, quando a distanza di un mese le due cornacchie sono state di nuovo sottoposte allo stesso test, hanno ottenuto più o meno gli stessi risultati. Questo nuovo studio aggiunge quindi l'ennesima prova a supporto delle eccezionali capacità cognitive di questi uccelli, anche in ambito matematico o statistico. Nel 2012, infatti, lo stesso gruppo di ricerca aveva già dimostrato che le cornacchie nere sono in grado di comprendere il concetto astratto di zero, riuscendo persino a collocarlo su una linea numerica mentale in posizione precedente al numero uno. Una capacità che noi umani non riusciamo a padroneggiare di solito prima dei tre anni di vita.

Prima di questi studi abilità numeriche così tanto complesse erano state riscontrate quasi esclusivamente nei primati. Tuttavia, i corvidi dimostrano non solo come anche cervelli molto diversi da un punto di vista fisiologico possono comunque eseguire ragionamenti simili e parecchio complessi, ma anche che queste eccezionali capacità cognitive sono comparse più volte e in maniera indipendente su rami molto diversi e distanti tra loro sul grande albero evolutivo della vita.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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