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22 Gennaio 2021
9:12

Francia, bimbo e cane con collare sepolti insieme. L’archeologa: «Scoperta senza precedenti»

Ad Aulnat, in Francia, l’Inrap ha portato alla luce una tomba in cui furono sepolti insieme un bimbo di un anno e di un giovane cane con un capanellino attaccato al collare. La scoperta è risalente all'era augusto-tibetana. Intervista all’archeologa e antropologa Ivy Thomson che, insieme ai suoi colleghi, ha fatto la scoperta.

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Intervista a Dott.ssa Ivy Thomson
archeologa e antropologa dell’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives)
Immagine

Non potevano credere ai loro occhi gli archeologi dell’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives) quando, scavando dieci metri sotto terra, hanno trovato i resti di un bambino sepolto accanto ad un cagnolino con collare e campanello. Una testimonianza rarissima di un rito funebre della popolazione dei Galli, risalente al I Secolo d.C., emersa in un sito archeologico vicino all'aeroporto di Clermont-Ferrand-Auvergne, ad Aulnat. Gli studiosi hanno portato alla luce una sepoltura che ospitava i resti di un bimbo molto pcicolo, inumato con una profusione di offerte funebri tra i quali i resti di diversi animali.

Al momento della morte il bambino aveva poco più di un anno, secondo le stime degli antropologi, e i suoi resti erano accompagnati anche da quelli di un cucciolo, dotato di collare e campanello. Kodami ha intervistato l’archeologa e antropologa Ivy Thomson che, insieme ai suoi colleghi, ha scoperto e sta studiando la tomba del bambino con cane.

Dottoressa perché questa sepoltura è così straordinaria?

«Ciò che è particolarmente eccezionale è la profusione di vasi e pezzi di macelleria tra cui mezzo maiale, altri tre prosciutti e altri tagli dello stesso animale e due polli senza testa. Ma importantissimi sono anche gli oggetti personali disposti nella tomba: giocattoli vari e il dentino di un bambino. La scoperta del collare del cane, poi, circondato da una targhetta in bronzo e con il suo campanello è senza precedenti».

A quando risale?

«Questa tomba è tipica del periodo gallo-romano del I secolo d.C.: all’epoca i bambini venivano sepolti, contrariamente agli adulti che erano cremati. Le tombe dei bambini molto piccoli, inoltre, erano spesso vicino alla casa di famiglia mentre quelle degli adulti venivano sepolti in spazi comuni».

Perché ci sono resti di animali nella tomba?

«La cerimonia funebre romana si celebrava con un banchetto. Gran parte del cibo e delle bevande era per gli ospiti ma una parte veniva offerta mentre un’altra era riservata ai defunti. I tanti vasi nel sepolcro e gli abbondantissimi pezzi di carne rappresentano la porzione destinata al defunto e così depositata accanto a lui nella tomba. La quantità che si trova qui è però eccezionale in quanto solitamente simbolica – quindi assente durante i ritrovamenti- o presente in quantità molto ridotte, soprattutto nelle tombe dei bambini. Possiamo quindi supporre che si si sia trattato di un ricchissimo banchetto funebre.

Il cane invece era un animale da compagnia?

«Il cane non fa parte del banchetto e quindi non ha nulla a che fare con gli altri depositi animali che sono appunto pezzi di macelleria. Si può presumere che fosse un cane da compagnia e il fatto che indossasse un collare e un campanello, che ricordo essere una scoperta archeologica eccezionale, rafforza questa ipotesi. Non possiamo essere sicuri che fosse il cane del bambino quando era vivo. Quello che sappiamo è che in realtà era un cucciolo di pochi mesi e che apparteneva a una razza di piccola taglia».

Questo cagnolino rappresenta un sacrificio?

«L'associazione tra un cane e un bambino è ben attestata in ambito funerario gallo-romano. Il cane è considerato un animale psicopompo (che guida le anime dei morti ndr) e dunque che veglierà sul bambino. Questi cani sono spesso animali giovani che sono stati sacrificati per essere posti nella tomba. Conosciamo anche esempi di tombe di cani gallo-romani, che si presume siano morti naturalmente, e che furono sepolti in una tomba dedicata a loro, tra quelle degli umani, e a volte anche con un piccolo deposito di ceramica o carne».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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