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11 Novembre 2021
12:59

È morto Camillo, il cane marinaio della Nave Cavour

Camillo era il cane della portaerei della Marina Militare Cavour. Vi era salito a bordo quando era arrivata a Taranto e aveva conquistato l'equipaggio, che lo ha eletto membro a tutti gli effetti e gli ha preparato cuccia e solino. Nei giorni scorsi è morto di vecchiaia, e la Marina ha voluto rendergli omaggio.

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Marina Militare in lutto per la morte di Camillo, il cane libero che qualche anno fa aveva eletto la Nave Cavour casa sua e ne era diventato, oltre che mascotte, anche membro dell'equipaggio. Camillo è morto di vecchiaia nei giorni scorsi, e il 10 novembre proprio la Marina Militare ha diffuso la notizia usando le parole finali del film "Io e Marley" per salutarlo: «Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido… Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo».

Per Camillo una cuccia personale e un solino

Camillo era a tutti gli effetti diventato un membro dell’equipaggio della portaerei sin da quando da La Spezia venne trasferita alla base navale Mar Grande di Taranto: appena salitoa bordo si era conquistato la fiducia e l'affetto dei marinai, che lo avevano accolto nominandolo “secondo capo scelto”. A bordo aveva la sua cuccia personale e veniva quotidianamente accudito dagli uomini e dalle donne dell’equipaggio tanto quanto lui, a suo modo, accudiva loro: a ogni uscita in mare della Cavour Camillo attendeva in banchina il rientro, anche quando con l’età era diventato difficile e faticoso.

Nei periodi in cui la portaerei italiana era impegnata al largo per attività ed esercitazioni, infatti, Camillo rimaneva a terra e si spostava nella base o su altre navi e quando rientrava in porto si presentava sempre sulla banchina, aspettando l’ormeggio per risalire. I marinai gli erano talmente affezionati da confezionargli anche un solino, il caratteristico bavero azzurro listato di bianco con le stelle che i marinai portano sulle spalle, e la sua morte ha addolorato tutti coloro che hanno trascorso anche solo pochi giorni a bordo della Cavour.

«Eri la prima cosa che vedevamo di ritorno, con te capivamo di essere a casa»

«Buon viaggio fedele compagno di tante giornate di lavoro a bordo, nei miei 3 anni di Cavour mi hai lasciato un ricordo indelebile, ti voglio tanto bene amico mio, spero di rivederti un giorno lassù», è stato uno dei commenti dei marinai che hanno condiviso con Camillo una parte di cammino, e ancora: «Ho insegnato a Camillo ad andare al guinzaglio, a obbedire ai piccoli ordini per potergli garantire di essere sempre visto come un cane diligente, è stato un balsamo per la mia anima durante gli 8 anni di mia permanenza a bordo del Cavour, a migliaia di km di distanza dai miei affetti, è stato un compagno fedele nelle lunghe giornate di guardia, ho condiviso con lui tutto il mio periodo Tarantino. La sua dipartita mi spezza il cuore, buon ponte amico mio».

Altri marinai hanno ricordato il momento in cui, tornando a casa, lo vedevano sulla banchina: «Eri la prima cosa che vedevamo di ritorno dalle lunghe navigazioni, e capivamo di essere di nuovo a casa. Grazie per la tua compagnia durante le sentinelle e i turni di guardia su Nave Zeffiro». La fregata missilistica era stata infatti scelta da Camillo nell’ultimo periodo come rifugio quando la Cavour era fuori. Di messaggi di dolore e cordoglio, e di testimonianze sul ruolo fondamentale rivestito da Camillo, ne sono arrivati centinaia. E tra questi c’è anche la proposta: tenere le sue ceneri all’interno della base, per permettergli di “vigilare” ancora sui marinai.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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