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12 Gennaio 2024
18:26

Due animali selvatici morti per meningoencefalite da zecche in Lombardia

Un camoscio e un cervo sono morti a causa della Tick borne encephalitis, una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale trasmessa dalle zecche, causata da un virus molto simile a quelli responsabili della febbre gialla e della dengue.

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Due animali selvatici, un camoscio e un cervo, sono morti a causa della meningoencefalite da zecche, la Tick borne encephalitis, una malattia virale acuta del sistema nervoso centrale, causata da un virus molto simile a quelli responsabili della febbre gialla e della dengue. Succede in Lombardia, precisamente in bassa Valvarrone in provincia di Lecco: il camoscio è stato rinvenuto già deceduto ad Artesso di Sueglio, mentre il cervo è stato trovato lungo la Provinciale della Valvarrone che barcollava e non riusciva a camminare. L’animale ha retto fino al Cras di Calolziocorte, ma una volta arrivato lì è morto.

Prima di questi casi non erano mai state rilevate positività a questo virus in Lombardia, solo qualche avvisaglia di una possibile circolazione era stata riscontrata quest'estate in provincia di Bergamo, ma mai confermata. La preoccupazione si sta diffondendo, soprattutto, perché la malattia può infettare pure gli esseri umani: la trasmissione, come per gli animali, avviene soprattutto tramite il morso di zecca, ma anche attraverso il consumo di formaggi di latte di capra contaminati e non trattati termicamente.

Sia negli animali selvatici che nei domestici sui quali è stato possibile condurre un esame clinico, la malattia si presenta con sintomi neurologici, quali crampi e paralisi. Nella maggior parte degli animali, però, nell'arco di 10 giorni, si ha una remissione dei sintomi. Per quanto riguarda le cure, il vaccino per uso veterinario non esiste, per le persone, invece, ne sono disponibili 4 diversi.

L’Ats Brianza, il Dipartimento Veterinario Sanità Animale a cui fa capo il territorio della provincia di Lecco, ha comunicato alcune raccomandazioni soprattutto per chi opera in ambiente montano e alla popolazione in generale che frequenta quei luoghi, tra cui l’utilizzo di repellenti contro le zecche, ovviamente, maniche e pantaloni lunghi, la verifica di non avere zecche sul corpo al termine delle proprie attività. In caso, invece, si dovesse riscontrarne la presenza il consiglio è di contattare il proprio medico curante per una corretta rimozione del parassita e la consegna dello stesso alla sede ATS – Dipartimento Veterinario, per le analisi e la ricerca dell’agente eziologico.

La TBE non è l'unica zoonosi trasmessa dalle zecche: questi animali possono trasmettere alle persone anche altri agenti patogeni quali quelli responsabili della rickettsiosi, la febbre bottonosa del Mediterraneo e la borreliosi di Lyme, la più nota patologia associata alle zecche che colpisce anche gli animali domestici come cane e gatto. Il sintomo più comune della malattia è l'artrite, che si manifesta con zoppia improvvisa, dolore e talvolta gonfiore in corrispondenza di una o più articolazioni. Altri segni che possono essere osservati sono febbre, disidratazione, letargia e linfonodi ingrossati. Nei casi più gravi, poi l'infezione può causare nefrite e insufficienza renale con esito mortale, sebbene ciò non si verifichi comunemente nei cani.

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Simona Sirianni
Giornalista
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