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8 Gennaio 2023
9:16

Da Lara Croft in poi, l’eterno fascino dei dinosauri anche nei videogiochi: gli sviluppatori chiedono aiuto ai paleontologi

I programmatori di videogiochi stanno cercando di produrre sempre più titoli con protagonisti i dinosauri e chiedono sempre più spesso l'aiuto dei paleontologi. Questa tipologia di collaborazione può portare a maggiore conoscenza e divulgazione.

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Sono svariati i titoli di videogiochi che devono arrivare nei prossimi anni e che presenteranno dinosauri come antagonisti o protagonisti principali della loro opera.

E' in uscita, ad esempio, Horizon Forbidden West, dal titolo Burning Shores che dovrebbe arrivare sul mercato il 19 aprile 2023, o ARK 2, il survival sandbox che avrà Vin Diesel come protagonista, ed è atteso nel corso di questo anno appena iniziato. Gli appassionati attendono anche Second Extinction, che dovrebbe uscire entro l'anno prossimo e Exoprimal di Capcom, insieme ai diversi aggiornamenti che sono stati promessi per quest'anno di Jurassic World Evolution II. Inoltre il popolo sempre più variegato ed esigente dei gamer sta attendendo da tempo che la Capcom riporti in auge – con un titolo nuovo o un rifacimento completo – uno dei suoi titoli di punta durante la prima generazione Playstation, a cavallo degli anni Novanta e i primi Duemila, ovvero Dino Crisis.

Il mercato videoludico dunque è già colmo di "proposte preistoriche", atte a soddisfare le richieste di una buona fetta di pubblico che desidera giocare con i dinosauri e magari combatterli, come avveniva ai tempi della famosa saga di Tomb Raider, in cui Lara Croft si scontrava con un Tirannosauro a colpi di pistolettate.

Per proporre però una ricostruzione sempre più giocosa e sempre più verosimile e accurata di queste creature, gli sviluppatori di videogiochi hanno richiesto negli anni ultimi anni un contributo scientifico e artistico ai paleontologi, in modo che i giochi vadano incontro anche ai nuovi e variabili gusti dei giocatori. Il modo in cui i videogiochi hanno dovuto affrontare le aspettative del mercato d'altronde è diventato più costoso e profondo con il passare del tempo, dovendo soddisfare sia coloro che desiderano ancora scontrarsi con mostri simili al T. rex, sia le persone più smaliziate che ora desiderano trovare in un gioco dettagli scientificamente accurati, la massima qualità nella riproduzione digitale dei corpi degli animali e ampi spettri di comportamento realistico ispirato agli animali reali.

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La rappresentazione del Tyrannosaurus rex nei videogiochi nel tempo. (a) Labirinto di mostri 3D (1982).  (b) Primal Rage (1994) (c) Tomb Raider (1996) (d) Il mondo perduto: Jurassic Park (1997) (e) Dino Crisis (1999). (f) Jurassic Park: Operazione Genesis (2003). (g) Turok (2008). (h) Dino D–Day (2011). (i) Parkasaurus (2020). (j) Second Extintion (2023) (k) Saurian (2017). (l) Jurassic World: Evolution (2018)

L'impiego perciò di collaboratori esterni all'interno delle case di sviluppo per ricostruire questi animali è divenuto una delle novità più importanti nello sviluppo di videogiochi. Sono però i paleontologi stessi ormai ad interessarsi al modo in cui i dinosauri vengono trasposti all'interno dei vari titoli, anche per capire dove sarebbe possibile affrontare un'opera di miglioramento nei giochi soprattutto più richiesti del mercato.

In un articolo pubblicato qualche mese fa su European Geoscience Union alcuni scienziati, fra cui Valentina Rossi del Museo di Scienze naturali dell'Alto Adige, hanno approfondito questo rapporto fra il mondo dello sviluppo e la ricerca, osservando come questi titoli possono divenire una delle migliori proposte di divulgazione scientifica nel mercato variegato dell'intrattenimento.

«Questo documento – affermano gli esperti nell'articolo – introduce i principali tipi di videogiochi paleontologici e discute il loro potenziale educativo. Evidenziamo i temi paleontologici più comuni, sia positivi che negativi, osservati nei videogiochi, per far rendere conto ai comunicatori scientifici quale sia la percezione della paleontologia (e degli animali antichi) in questo mezzo di grande influenza… ».

In linea generale, gli autori dello studio affermano che i giochi possono essere suddivisi in due categorie principali: titoli educativi e commerciali. I titoli provenienti dal primo gruppo promuovono l'apprendimento introducendo informazioni e coinvolgendo l'utente con contenuti specifici, per quanto «gli studi indicano che alcuni utenti possono trovare i giochi educativi paternalistici o perdere rapidamente interesse e disimpegnarsi, diminuendo la probabilità di risultati di apprendimento positivi». Il secondo tipo di videogiochi sono invece sviluppati secondo uno standard molto più elevato di grafica e gameplay rispetto ai videogiochi del primo gruppo e sono progettati per attrarre l'attenzione dell'utente attraverso la storia, il loop del combattimento, l'ambiente interattivo e la ricompensa .

Per quanto fino a qualche tempo fa la ricerca considerava i videogiochi – anche quelli che promettevano contenuti educativi – solo come un uso del proprio tempo sottratto all'educazione effettiva degli appassionati, da circa quindici anni la situazione si è completamente ribaltata e sempre più studi affermano che l'apprendimento passivo istituzionalizzato di molte materie scolastiche non regge rispetto all'apprendimento attivo che mostrano i ragazzi quando giocano con titoli in cui sono presenti elementi di storia, scienza, cultura e filosofia.

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Alcuni dei titoli analizzati dai ricercatori interessati a comprendere il rapporto fra la divulgazione scientifica dei dinosauri e i videogiochi

«Ciò è particolarmente pertinente per la comunità della comunicazione scientifica, in particolare per la paleontologia – sottolineano nel loro articolo i ricercatori – Per oltre 150 anni, gli antichi organismi hanno ispirato una pletora di libri, film, cartoni animati e giocattoli popolari. Non dovrebbe quindi sorprendere che la vita antica sia un argomento popolare per l'industria dei videogiochi … e che un numero considerevole di persone, in particolare bambini, verrà introdotto nel campo della paleontologia attraverso i videogiochi».

Ed è proprio a seguito di questo rapporto ormai molto stretto fra il mondo del gaming e quello dei dinosauri che gli stessi paleontologi si stanno rendendo conto che dovrebbero stringere un'alleanza con gli sviluppatori professionisti. In quanto dalla loro collaborazione tutti ne avrebbero da guadagnare.

Gli sviluppatori dal canto loro avrebbero accanto degli esperti che li guidano nella ricostruzione più affidabile delle antiche creature mesozoiche. I paleontologi, invece, riuscirebbero a carpire quali sono i segreti dello sviluppo dei videogiochi di successo, riuscendo ad influenzarli e magari a proporre qualche titolo più educativo e meno commerciale, in modo simile agli archeologi che hanno collaborato con la famosa serie Assassin's Creed con il Discovery Tour degli ultimi capitoli. E gli acquirenti, infine, troverebbero sul mercato un maggior numero di titoli con i dinosauri, maggiore varietà e la possibilità di appassionarsi a nuovi argomenti che li possono condurre poi anche ad effettuare alcune scelte di vita importanti, come lo studio universitario di questi animali.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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