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31 Marzo 2024
18:00

Cosa accadrebbe se l’uomo si estinguesse

Se la specie umana si estinguesse, la natura si reimpossesserebbe dei suoi spazi, il cambiamento climatico avrebbe una battuta d’arresto e la biodiversità si riprenderebbe. Nuove specie, poi, diventerebbero quelle dominanti sul Pianeta.

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Tutte le specie così come nascono ad un certo punto si estinguono: un giorno anche l’essere umano sparirà dal pianeta Terra. Per quanto la nostra specie non sia più soggetta alle leggi di natura, potrebbe ancora essere vittima di un evento catastrofico. Tuttavia non è necessario aspettare un'altra rara e disastrosa collisione di un meteorite con il nostro Pianeta, perché ci troviamo già nella sesta estinzione di massa, causata proprio dal nostro impatto sull’ambiente.

Essendo tutti gli organismi dipendenti dall’ecosistema e l’ecosistema stesso dipendente dall’equilibrio di tutti gli organismi, il lento ma inesorabile collasso che sta avvenendo per via dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici prima o poi colpirà anche noi se non interveniamo tempestivamente. Siamo dipendenti da altre specie animali e vegetali per l’alimentazione, dai minerali e dalle risorse idriche, sempre più irreperibili, il nostro benessere è dipendente dalla salute del Pianeta e dei suoi ecosistemi.

Dopo la nostra scomparsa si interromperebbe immediatamente l’apporto di nuovi inquinanti nelle acque, nei suoli e in atmosfera, il cambiamento climatico si stabilizzerebbe e lentamente la Terra potrebbe riacquisire il suo equilibrio. Molte specie domestiche, incapaci di sopravvivere da sole, si estinguerebbero, mentre numerosissimi animali in via d’estinzione potrebbero tornare a prosperare senza la costante pressione umana, senza caccia, riduzione di habitat e introduzione di nuove specie aliene.

La triste verità è che la vita sul pianeta riprenderebbe a scorrere serena senza la nostra presenza e verosimilmente altre specie occuperebbero la nostra nicchia ecologica di “specie dominante”. Se vogliamo continuare a sopravvivere a lungo su questo Pianeta è quindi necessario un cambio radicale delle nostre abitudini in modo da ridurre enormemente l’inquinamento e le sue conseguenze.

Come sarebbe la terra senza esseri umani

È molto difficile fare pronostici e previsioni, tuttavia possiamo ipotizzare che la natura ricolonizzerebbe rapidamente i suoi spazi. A seconda di quanto in là vogliamo supporre che avvenga la nostra estinzione possiamo immaginare un futuro con o senza determinate specie in pericolo: se poniamo la nostra scomparsa molto lontana nel tempo è meno probabile che animali come tigri, elefanti, orsi polari e rinoceronti sopravvivano e si riprendano, mentre se accorciamo i tempi le loro popolazioni potrebbero ancora tornare a crescere grazie all’improvvisa fine delle pressione antropica dovuta principalmente dalla distruzione degli habitat e dal bracconaggio.

I primi organismi a riconquistare le città sarebbero le piante, che con le loro radici distruggerebbero lentamente il cemento, poi arriverebbero insetti, uccelli e infine vertebrati di taglia più grossa. Numerose specie domestiche incapaci di sopravvivere da sole sparirebbero, mentre altre potrebbero tornare ferali e ibridarsi con le loro controparti non domesticate. Il segno dell’essere umano resterebbe ben visibile per tanti anni, fino a quando un giorno non si saranno decomposti l’ultima bottiglia di vetro, l’ultima carcassa d’auto e l’ultimo frammento di plastica.

L'impatto ambientale

L'attività umana, in particolare l'uso dei combustibili fossili, ha un impatto significativo sul clima globale attraverso l'emissione di gas serra. Con l'estinzione umana, questo diminuirebbe drasticamente, dando il tempo al Pianeta di riprendersi e tornare all’equilibrio. Senza attività industriali e di trasporto, anche l'inquinamento atmosferico, del suolo e delle acque diminuirebbe significativamente apportando immediati benefici per la salute degli ecosistemi e delle specie animali.

Gli effetti del cambiamento climatico come l'aumento delle temperature globali, l'acidificazione degli oceani, l'aumento del livello del mare e fenomeni meteorologici sempre più estremi potrebbero lentamente rientrare nella norma. Senza una continua produzione di rifiuti e un’ulteriore urbanizzazione di zone naturali per l'espansione delle aree abitabili, la biodiversità potrebbe tornare a fiorire, riconquistando i suoi spazi grazie ad uno stop alla distruzione degli habitat naturali, alla deforestazione, all'inquinamento e all'introduzione di specie invasive causati dall’uomo.

Cambiamenti a lungo termine

È impossibile fare una stima esatta dei cambiamenti a lungo termine derivanti dall'estinzione umana, tuttavia possiamo immaginare che senza l'intervento umano, molte aree urbanizzate e industriali potrebbero essere lentamente riconquistate dalla natura. Le foreste potrebbero espandersi su terreni precedentemente coltivati o urbanizzati, riportandoli ad essere ecosistemi naturali.

Grazie allo stop delle emissioni il clima ritornerebbe lentamente all’equilibrio e molte specie ricomincerebbero a prosperare. Molte delle specie invasive introdotte dall'uomo potrebbero scomparire o ridursi significativamente senza la gestione umana, o ancora adattarsi e integrarsi nel nuovo ambiente. L’evoluzione continuerebbe il suo corso portando alla comparsa di nuove specie.

Nel tempo tutte le tracce umane sono destinate a scomparire. Alcune opere architettoniche potrebbero rimanere parzialmente conservate e inglobate dalla vegetazione come testimonianza della nostra esistenza.

Potenziali nuovi "dominatori"

Stabilire quali animali erediteranno il ruolo di specie dominante è forse la previsione più difficile da fare. Ci troviamo in un’era in cui il gruppo dominante di animali è quello dei mammiferi, quindi è possibile che le specie più grandi ricomincino a regnare sui diversi continenti. I grandi predatori apicali, ad esempio, le cui popolazioni sono enormemente ridotte a causa dell’essere umano, potrebbero tornare ad espandersi.

Anche alcune specie aliene invasive trasportate dall’uomo potrebbero adattarsi ed espandere i loro areali, così come specie resilienti e particolarmente adattabili, come colombi, topi e scarafaggi che abitano le nostre città, potrebbero prosperare in una vasta gamma di nuovi ambienti. Per finire, specie intelligenti come cetacei, primati o corvidi potrebbero dominare nei loro ambienti e magari sviluppare primi rudimenti di civiltà: non ci è dato sapere se si evolveranno mai nuove specie dalle capacità e dall'intelligenza paragonabili alla nostra.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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