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2 Luglio 2022
9:00

Come evitare che il gatto graffi il divano: 5 consigli per farlo smettere

I gatti graffiano il divano non per farci un dispetto, ma perché hanno bisogno di affiliare le unghie. Vediamo come evitare che lo facciano proprio sui divani, offrendogli delle soluzioni alternative.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I gatti graffiano il divano non per farci un dispetto e nemmeno perché sono sadici. Ma, banalmente, perché hanno bisogno di affiliare le unghie su una superficie stabile e resistente. Se stessero all’aperto lo farebbero su un albero (e cosa c’è di più stabile di un albero?) o su un tronco o persino sulle gomme delle automobili, ma in una casa umana il divano è ciò che meglio approssima la loro idea di stabilità e resistenza. Inoltre, alcune superfici – come la pelle, per esempio – sono particolarmente attraenti per i gatti, a prescindere.

La soluzione del problema sta quindi nel fornire al gatto una valida alternativa al divano. Di seguito vi darò alcuni suggerimenti su come incoraggiare i gatti a graffiare altrove. Tuttavia, è necessario tenere presente che ogni gatto ha la sua personalità e i suoi “perché” e non è detto che si riesca sempre a riprodurre un’alternativa altrettanto gradevole ai suoi occhi.

Tiragraffi

Se volete salvare il divano, la prima alternativa valida che potete (anzi, dovete) fornire è un tiragraffi o albero per gatti. In commercio ce ne sono tantissimi ma non siate parsimoniosi: ai gatti piacciono i tiragraffi grandi, stabili, su cui possano eventualmente schiacciare un pisolino dall’alto e su cui possano anche arrampicarsi, oltre che affilare gli artigli.

Cercate di piazzare il tiragraffi in prossimità del divano, altrimenti l’aggiunta potrebbe risultare apparentemente inutile. Non aspettatevi, inoltre, che messo un tiragraffi in casa il gatto smetta automaticamente di affilarsi le unghie sul divano.

Coprite il divano

Rendere la superficie del divano “poco interessante” è una strategia che spesso deve accompagnare l’inserimento in casa di un tiragraffi. Si può decidere di foderarlo o anche solo di coprirlo con un plaid, in modo da scoraggiare il gatto ad affilarci ancora le unghie perché poco gratificante.

Si può ricorrere anche a sistemi più estremi come coprire il divano con dei teli di plastica ma questo potrebbe rivelarsi poco gradevole a lungo andare. L’ideale è trovare soluzioni sostenibili per tutti nel lungo periodo.

Coprite gli spigoli e i fianchi

Un’altra soluzione da valutare è l’utilizzo di coprispigoli in corda di sisal che oggi vengono prodotti appositamente per proteggere gli angoli e i fianchi dei divani dagli artigli felini. Questa strategia è forse la più economica di tutte in termini energetici perché consente al gatto di continuare a farsi le unghie come sempre ma su una superficie differente, mentre a noi richiede solo di fissare al divano delle coperture ad hoc, neanche troppe invasive.

Spostate il divano

Può sembrare estrema come soluzione ma a volte funziona, soprattutto se il divano si trova in una zona di passaggio e il gatto è interessato a graffiare esattamente nei suoi punti più esposti. Non limitatevi, però, solo a spostare il divano ma piazzate anche un tiragraffi in alternativa nel punto in cui il micio graffiava.

Rigettate le punizioni!

Posso capire che il ricorso alle punizioni o ad altri stimoli avversativi (come uno spruzzata di acqua, un urlaccio, una sculacciata) possa essere vista come una strategia utile e, sicuramente, istintiva per cambiare un comportamento che riteniamo errato. Ma diffidate da chiunque elargisca consigli di questo genere che, oltre ad essere per nulla etici, sono contrari a tutto ciò che la scienza ha rivelato sulla psicologia del gatto e producono come unico risultato che il micio impari a temervi e a non fidarsi di voi. Se non ottenete subito risultati, continuate a provare: fornire alternative è la strada, dopodiché si tratta di renderle davvero attraenti rispetto a quelli che sono i bisogni di quello specifico gatto, in quella specifica casa.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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