Chi è la sfinge testa di morto, la falena che veniva considerata portatrice di sfortuna

La sfinge testa di morto è una falena con una macchia bianca sul dorso, che assomiglia a un grosso e inquietante teschio. A causa del suo aspetto, questo lepidottero per secoli è stato ingiustamente considerato presagio di sventura.

10 Maggio 2024
10:05
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La sfinge testa di morto, detta anche atropo (Acherontia atropos), è una falena con un grosso teschio disegnato sul dorso. Questo lepidottero appartiene alla famiglia Sphingidae si distingue per un'insolita macchia biancastra sul dorso, che ricorda in modo inquietante la forma di un teschio.

L'appellativo "testa di morto" deriva proprio da questa macchia caratteristica sul suo torace, un'adattamento evolutivo che ha un chiaro scopo: dissuadere, distrarre o ingannare i predatori. Come molte altre falene, la sfinge testa di morto sfrutta il mimetismo presentando una falsa testa o degli occhi sulle ali per confondere i suoi predatori. Ma le sue abilità mimetiche non si fermano qui: il suo addome, con le sue strisce gialle e nere, imita da vicino quello di un pericoloso calabrone, in un fenomeno noto come mimetismo batesiano, in cui una specie innocua imita le caratteristiche di una pericolosa.

Questo stratagemma non solo la protegge dai predatori, ma le conferisce un aspetto unico nel mondo degli insetti. Con un corpo massiccio fusiforme, antenne piumose e ali aerodinamiche, la sfinge testa di morto è una figura imponente, con un'apertura alare che può raggiungere i 130 mm. La sua presenza si estende dalle regioni afrotropicali all'Europa e all'Asia occidentale, dove svolge un ruolo importante nell'ecosistema.

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Il ciclo vitale di questa specie è affascinante e complesso: con una media di una a tre generazioni all'anno, la sfinge testa di morto attraversa diverse fasi, dalla deposizione delle uova alla metamorfosi completa. I suoi bruchi si nutrono di foglie di piante ospiti selezionate accuratamente dalla madre, mentre gli adulti si dedicano alla ricerca di nettare e alla riproduzione.

Ma forse uno degli aspetti più intriganti di questo insetto è la sua capacità unica di produrre un suono con la faringe. Sia il bruco che l'adulto possono emettere un suono simile a un cigolio o allo stridio di un topo quando si sentono minacciati. Questo comportamento, combinato con altre difese come il sollevamento delle ali e la secrezione di una sostanza dall'odore nauseante, serve a scoraggiare i predatori e a proteggere l'insetto da eventuali attacchi.

Nonostante la sua straordinaria adattabilità, purtroppo questa specie è minacciata dall'inquinamento e dall'uso di insetticidi, che hanno contribuito alla sua rarefazione in molte regioni. Sebbene questa falena sia innocua per l'essere umano, ha suscitato in passato una serie di superstizioni e credenze popolari creando timore e diffidenza nei confronti di questo insetto: si credeva, infatti, che il suo volo nelle case potesse portare gravi disgrazie e persino la morte ai suoi abitanti.

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Giovanna Scozzese
Video editor
Fotografa e Videomaker di formazione, ho avuto da sempre la necessità di legarmi al reale, a tutto ciò che mi circonda, vivendo in simbiosi con il mondo esterno. La natura fa parte di me, sin da bambina ho avuto modo di conoscerla, scoprirla e viverla. Mi sforzo ogni giorno di fortificare il mio interesse su ciò che potremmo creare e cambiare nei confronti del nostro Pianeta, un luogo in cui noi siamo solo di passaggio.
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