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13 Maggio 2024
12:28

Cani dipinti per sembrare dei Panda: non è una truffa, ma sfruttamento

Sembrano due cuccioli di panda, ma sono due Chow Chow con il pelo colorato di bianco e nero. Succede in uno zoo cinese e non si tratta di una truffa: l'organizzazione ha proprio realizzato una "esposizione" in cui era chiarito che si trattasse di cani.

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Sono chiaramente dei cani e i titolari dello zoo lo sapevano sin dall'inizio che mai avrebbero potuto ingannare chi ancora si reca in questi luoghi di detenzione per animali e "il popolo dei social". Le immagini che da qualche giorno stanno girando in Rete di alcuni Chow Chow a cui è stato dipinto il pelo per dargli le fattezze di cuccioli di panda allo zoo di Taizhou in Cina però vengono veicolate dai mass media con titoli come "La truffa dello zoo". Ma non era questa, appunto, l'intenzione dei responsabili della struttura.

La notizia però sta circolando in maniera errata o comunque con titoli fuorvianti: ci si concentra sul dito puntato e non si guarda alla luna, verrebbe da dire. Ciò che infatti è ancora più scandaloso non è far pagare 20 yuan (un paio di euro più o meno) per vedere i "cani panda" ("Xiong Mao Quan"), come  recita la spiegazione dell'evento lanciato nello zoo cinese, ma essere arrivati al punto di parlarne senza manco centrare un punto fondamentale, ovvero che la deriva presa in Cina, soprattutto, dello sfruttamento degli animali in strutture come queste ha raggiunto con questi cani "pittati" ancora di più dei livelli di follia da parte degli esseri umani. E i più folli, detto chiaramente, non sono manco gli organizzatori ma le persone che vanno a vedere dei cani ridicolizzati e tenuti alla mercé del "divertimento" di adulti e bambini.

Ancora una volta, dunque, ciò che qui su Kodami ci lascia più perplessi è questo aspetto e anche come appunto la notizia è stata veicolata dai media, ovvero puntando sulla truffa e dunque così solleticando l'attenzione delle persone su quella che poteva essere – qualora lo fosse stata – la peggiore della storia, visto che si vede chiaramente che quegli animali non sono panda.

Ecco, sta a noi tutti, giornalisti o meno, però aprire gli occhi appunto sul problema più grande e non distrarre l'attenzione delle persone dal dato di fatto che anche dei cani "mascherati" da panda diventano notizia se la loro condizione, purtroppo, dimostra ancora una volta quanto sotto evoluta sia la nostra specie che ancora ha bisogno di usare gli animali per far soldi a fronte di genitori che ancora portano i bambini in luoghi come lo zoo di Taizhou.

Del resto non dimentichiamoci che l'offerta c'è se c'è la domanda e ancora troppe persone, evidentemente e non solo in Cina , continuano a credere che gli altri animali siano solo oggetti da modificare e sfruttare a nostro piacimento.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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