
L’iva sul cibo per animali e le spese veterinarie va ridotta, soprattutto in un periodo in cui molte famiglie devono fronteggiare un aumento delle spese divenuto insostenibile e le cessioni di cani e gatti sono aumentati in maniera preoccupante.
L’appello arriva dall’Enpa, che nella giornata che celebra San Francesco d’Assisi, il primo vero “garante per gli animali” della storia, ha lanciato una petizione online proprio per chiedere al governo di portare al 10% l’iva su pet food e spese veterinarie: «Nel giorno di San Francesco si celebrano gli animali, ma c’è poco da festeggiare – ha detto Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – Sono aumentati gli abbandoni di cani e gatti e le cessioni sono sempre più numerose. Dal primo gennaio al 30 settembre sono 17.585 i cani ospiti nei nostri rifugi e 39.752 i gatti accuditi tra gattili e colonie feline e l’anno deve ancora finire».
Rocchi ha sottolineato come «le storie di animali ceduti per motivi economici sono davvero tante. Mantenere un cane in buona salute costa circa 120 euro al mese, quando poi subentrano malattie e problemi di salute i costi lievitano notevolmente». Proprio per andare in aiuto delle persone in difficoltà, Enpa ha avviato un progetto di Rete Solidale che da inizio anno ha aiutato oltre 1.000 famiglie, che hanno potuto rivolgersi agli ambulatori sociali di Roma, Trieste, Perugia, Milano, Lecce e Torino e alle sezioni locali per chiedere supporto. Il solo ambulatorio di Roma ha assorbito moltissime delle richieste di aiuto: istituito nel 2017, l’ambulatorio ha finalità mutualistiche e solidali e applica un tariffario agevolato per chi ha sottoscritto la tessera Enpa. Il taglio dell’iva sul cibo e sulle prestazioni sanitarie potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti nel supportare persone che, a causa di problemi economici, potrebbero ritrovarsi costrette a cedere (o peggio ancora, decidere di abbandonare) gli animali con cui condividono la vita.
«Purtroppo quest’estate abbiamo riscontrato un aumento del 15% delle cessioni di pet alle nostre strutture. Tra le cause principali – ha chiarito Rocchi – c’è proprio il fattore economico che incide quasi per il 50% delle cessioni. Facciamoci sentire e invitiamo tutti quelli che conosciamo a firmare la petizione al Governo italiano per la riduzione dell’Iva al 10% per le spese di cibo e prestazioni veterinarie. Bisogna aiutare subito le famiglie».
Maltrattamenti animali, in un anno 230 denunce solo da Enpa
Enpa ha approfittato dell'occasione anche per condividere i dati relativi ai maltrattamenti ai danni di animali, reato che soprattutto negli ultimi tempi viene perseguito con maggiore severità e fortunatamente denunciato con frequenza, anche se le pene per chi se ne macchia, per le associazioni, restano ancora troppo lievi: «Solo quest’anno l’ufficio legale Enpa ha presentato attraverso l’avvocato Claudia Ricci oltre 230 denunce, più di 50 costituzioni di parte civile, 40 diffide e ottenuto 42 condanne, senza considerare gli innumerevoli decreti penali di condanna applicati». Le segnalazioni sui maltrattamenti spesso arrivano proprio ai volontari delle associazioni, che si rivolgono poi alle forze dell'ordine per formalizzare le denunce e in molti casi agiscono autonomamente costituendosi parti civili nei procedimenti.
«I commissari di Enpa Santa Croce Camerina hanno risposto alla richiesta di aiuto per un Rottweiler abbandonato in strada usato come bersaglio di freccette, che aveva ancora gli aculei conficcati nel corpo – ha ricordato Rocchi – Nel frattempo l’Enpa Val della Torre rispondeva a una chiamata di un cittadino che minacciava di uccidere il proprio cane se la volontaria non fosse andata a prenderlo perché aveva morso i mobili della stanza del bimbo. Evidentemente la perdurante crisi di questi ultimi anni ha imbarbarito i comportamenti: non siamo diventati migliori, al contrario i comportamenti nei confronti degli animali indicano che stiamo attraversando un periodo buio nella nostra esperienza umana».