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18 Agosto 2022
9:00

Balenottera in difficoltà al largo di Albenga: potrebbe avere un’infezione

Per diversi giorni è rimasta ferma a circa 7 miglia al largo di Albenga, nel cuore del Santuario Pelagos, galleggiando in superficie.

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Ha lasciato perplessi gli esperti mostrando un comportamento del tutto insolito per la sua specie la balenottera comune (Balaenoptera physalus) di circa 15 metri, che per diversi giorni è rimasta ferma a circa 7 miglia al largo di Albenga, nel cuore del Santuario Pelagos, galleggiando in superficie, semi-sommersa, con minimi spostamenti. Il cetaceo è stato segnalato dai ricercatori dell’Istituto Tethys che in questi giorni stanno conducendo un sopralluogo con un sofisticato drone, finanziato dall’agenzia EMSA e messo a disposizione della Guardia Costiera.

L’unico segno sul corpo è una zona apparentemente priva di pelle su un lato della pinna dorsale, secondo i veterinari del CERT (Cetacean strandings Emergency Response Team) dell'Università di Padova, una escoriazione, o forse un’infezione. Con l’aiuto delle moderne tecnologie i ricercatori cercano ora di capire se la balenottera sia effettivamente in difficoltà ed eventualmente per quale causa, o se invece si tratti solo di un comportamento anomalo.

L’insolita immobilità ha valso al cetaceo il soprannome di “Motionless”, cioè “priva di movimento”. Normalmente le balenottere comuni, presenti in Mediterraneo e soprattutto in estate nel mar Ligure e di Corsica, sono veloci, si spostano e compiono lunghe immersioni alla ricerca del krill di cui si nutrono. Se si fermano, in genere, è solo per brevi periodi: «Sono un po' le auto da corsa dei cetacei», spiegano i ricercatori.

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La pinna forse ferita della balenottera

«Questa balenottera fa immersioni brevi di un paio di minuti, ma ne abbiamo registrate anche di più lunghe, sui 10 minuti, il che è nella norma», dice Jessica Picozzi, ricercatrice dell’Istituto Tethys attualmente a bordo della motonave “Corsara” del whale watching “Golfo Paradiso” che, su segnalazione dei colleghi al drone, ha avvicinato la balenottera in mare per due volte. «Altra piccola anomalia – aggiunge – è che sembra avere un insolito rigonfiamento sul fianco sinistro. In compenso un segnale positivo è che è stata vista defecare, il che significa che si è nutrita di recente».

Negli ultimi giorni le ricerche di "Motionless" hanno subito una battuta d'arresto a causa delle condizioni meteomarine non buone; appena possibile si cercherà di verificare la sua posizione, individuare l'eventuale presenza di altre lesioni superficiali, e in ultima analisi capire se è veramente in difficoltà o meno, ed eventualmente per quale ragione. Gli esperti raccomandano ai naviganti di non disturbare l’animale in alcun modo e non avvicinarsi. La speranza dei ricercatori è che la balenottera abbia ripreso la sua strada.

L'attività dell'Istituto Tethys

L’Istituto Tethys Onlus è una organizzazione senza fini di lucro fondata nel 1986 e dedicata alla conservazione dell’ambiente marino attraverso la ricerca scientifica e la sensibilizzazione del pubblico. In oltre tre decenni di attività, Tethys ha prodotto uno dei più vasti dataset sui cetacei del Mediterraneo, comunicando i risultati delle proprie ricerche attraverso oltre 700 pubblicazioni scientifiche. Nel 1991 è stato primo a concepire e proporre la creazione di un’area protetta emblematica, il Santuario Pelagos per la conservazione dei mammiferi marini del Mediterraneo, la prima al mondo istituita oltre le giurisdizioni nazionali. Nell’ambito di un programma di citizen science che oggi è tra i più lunghi al mondo, Tethys ha coinvolto nelle attività in mare, dal 1987, migliaia di persone di ogni nazionalità come collaboratori non-specialisti. Le attività di Tethys sono possibili grazie a finanziamenti governativi e della Comunità Europea, a donazioni private e al contributo dei partecipanti ai campi estivi aperti al pubblico.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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