Aumentano gli avvistamenti di squali in Sicilia, ma non c’è nessun allarme

Nelle ultime settimane un gran numero di avvistamenti di squali nei mari italiani, in particolare in Sicilia, ha provocato una sorta di psicosi tra i bagnanti. Sui social, dove sono stati pubblicati numerosi video, si parla di un "problema squali", ma è davvero così?

29 Giugno 2023
11:02
68 condivisioni
Stai leggendo Debunking bestiale non perderti altri contenuti di Kodami
Immagine

Nel corso dell'ultime settimane, con l'inizio dell'estate e della stagione turistica, stanno aumentando considerevolmente gli avvistamenti di squali all'interno delle acque italiane. In particolar modo, a largo delle coste siciliane, si sono concentrate in poche ore diverse segnalazioni di verdesca (Prionace glauca), ma anche di altre specie in tutta l'isola, almeno quattro negli ultimi giorni. Anche noi di Kodami, circa una settimana fa, avevamo parlato infatti di uno di questi avvistamenti, avvenuto presso un lido di Casteldaccia, in provincia di Palermo, e già allora avevamo cercato di spiegare che gli squali non sono come vengono spesso dipinti, ovvero dei mostri del mare.

Anche l'ultimo video del bagnante "inseguito dallo squalo" diventato virale nelle ultime ore sui social – e che è stato ripreso da numerose testate e media – racconta il nostro morboso rapporto conflittuale con questi pesci. L'animale in questione è infatti ancora una volta un esemplare di verdesca, conosciuto anche come squalo azzurro, ovvero una specie particolarmente comune e che anche se avvicinato non tende di solito ad attaccare l'uomo. Tra l'altro, il video riproposto sui social non mostra neppure il quarto eventuale avvistamento di questa specie nelle acque siciliane, come sostenuto da alcuni utenti in rete, ma bensì il primo.

Lo squalo è stato infatti ripreso il 17 giugno scorso, l'ultimo sabato di primavera che è stato particolarmente affollato a Oliveri, in provincia di Messina, dove è avvenuto l'incontro. Come è possibile inoltre osservare nel video, la verdesca non ha neppure tentato di avvicinarsi all'uomo o ad altri bagnanti. In questo caso, infatti, l'esemplare stava forse trovando difficoltà nel nuotare dopo aver completato un pasto, solitamente a base di calamari e piccoli pesci, e nel tentativo di prendere il largo potrebbe essere rimasto bloccato in una corrente che lo ha spinto verso la costa. Oppure, spesso le verdesche si avvicinano alla costa per partorire in acque più basse.

Immagine

Come afferma infatti Carmelo Isgrò, biologo e Direttore del Museo del Mare di Milazzo, che si è voluto esprimere direttamente sulla fobia complessiva che sembra star dilagando tra le spiagge siciliane, la verdesca è del tutto innocua e la specie vive comunemente nei nostri mari. Quindi «non servono allarmismi inutili e questo squalo non era assolutamente interessato all'uomo, tanto da prendere la direzione opposta. Inoltre ricordiamo sempre che siamo noi nel loro ambiente e non il contrario», ha scritto l'esperto sui suoi account social.

Immagine

Qualcosa sembra però essersi rotto all'interno delle comunità balneari italiane. L'elevato numero di avvistamenti di squali negli ultimi giorni, così come alcune testimonianze tragiche di cui abbiamo già parlato, ci raccontano di un malessere irrazionale – quasi una vera e propria psicosi – che forse si è ridestato dopo alcuni anni di pandemia trascorsi a guardare all'estate in spiaggia non tanto come a un ambiente naturale da visitare, ma più come un luogo a esclusivo utilizzo umano. Tra gli ultimi avvistamenti, per esempio, c'era anche un individuo che nuotava con un arpione da pesca conficcato nel corpo.

D'altronde, l'aumento apparente degli squali sulle coste siciliane e italiane è di sicuro una buona notizia, assicurano i biologi, visto che sono indicatori di alta qualità ambientale come spigano sempre gli esperti che studiano questi animali. Possiamo quindi dire come sostengono alcuni che c'è un problema squali all'orizzonte? Assolutamente no, dichiarano moltissimi esperti, tra cui Marco Toccaceli, biologo marino della Cooperativa Crea, che ritiene i social responsabili per buona parte degli incidenti.

«Gli squali sono animali che fuggono dall’uomo e non attaccano se non spaventati – ha dichiarato – Ci sono stati sempre degli avvistamenti di qualche squalo provenienti dai fondali che si spingeva verso riva nel Mediterraneo e attorno alla Sicilia. Fino a qualche anno fa tuttavia gli avvistamenti erano solo curiosità scientifiche e non finivano immediatamente in rete con i video e le foto sui social network. L'amplificazione mediatica che questi animali hanno ottenuto non fa che amplificare dunque anche la psicosi, tanto che stando ad ascoltare molti bagnati sembra che ci sia un’invasione di squali in Sicilia».

Se quindi gli squali ci sono sempre stati nei nostri mari e non vogliamo perdere la loro bellezza, cosa si può fare per indurre i bagnanti e i siciliani a rispettarli, quando la nostra cultura ci ha abituati a considerarli quasi come nemici?

Sono molteplici le soluzioni proposte dagli scienziati e i più importanti sono legate all'istruzione. Svolgere delle campagne, come quelle di Legambiente o di Mare Vivo è fondamentale, ma è necessario che anche i lidi si attrezzino per comunicare quali sono i comportamenti più adeguati che devono seguire i bagnanti quando si trovano di fronte ad uno squalo, ma anche di fronte a una medusa o a un cetaceo in difficoltà. Se non riusciamo infatti a integrare il nostro bisogno turistico di andare in spiaggia con una consapevolezza generale dell'ambiente marino, saranno ancora molti gli incidenti (o presunti tali) che avverranno in spiaggia. Con la conseguenza che ci sentiremo sempre poco protetti e che la fauna marina ne soffrirà.

«Se sfortunatamente ci si imbatte in uno squalo, la cosa da fare è semplicemente quella di tornare a rive senza agitarsi e senza entrare nel panico, e poi chiamare il numero 1530 – ha commentato ancora Toccaceli – Gli squali azzurri, inoltre, attaccano di rado e solo se sono spaventati e per quanto riguarda il surriscaldamento climatico, gli squali non hanno aumentato la loro voracità o di numero per via dell'innalzamento della temperatura».

Paradossalmente, continua l'esperto, in mare risultano molto più pericolosi le meduse o i pesci alieni provenienti dal Mar Rosso o dall'Atlantico, come i pesci scorpione avvistati in Calabria. Questi animali velenosi possono risultare fatali se colpiscono un essere umano e visto che presentano dei colori sgargianti e caratteristici, possono persino attirare i bagnanti, quando nuotano vicino al fondale. Per questo occorre sensibilizzare i bagnanti e spiegare come comportarsi in caso di un eventuale incontro anche con le specie aliene.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views