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26 Febbraio 2024
18:16

A Roma manifestazione per ricordare il gatto Leone

«Leone chiama Roma risponde». È questo lo slogan che domenica 25 febbraio ha richiamato nella Capitale attivisti e cittadini da ogni parte di Italia. Dalla Puglia è venuta anche Annarita Distaso, referente dell'Enpa di Barletta, che ci ha spiegato perché è ora di rivedere le leggi a tutela degli animali.

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«Leone chiama Roma risponde». È questo lo slogan che domenica 25 febbraio ha richiamato nella Capitale attivisti e cittadini da ogni parte di Italia per chiedere giustizia per il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano.

I manifestanti hanno anche chiesto pene più severe nei confronti di chi commette reati contro gli animali. Chi uccide o maltratta un animale, infatti, raramente sconta la reclusione prevista sulla carta. Tra loro c'è anche Annarita Distaso, referente dell'Enpa di Barletta, venuta dalla Puglia a Roma per partecipare alla manifestazione: «È il senso di giustizia che ci ha spinto a essere qui – dice a Kodami – e che dovrebbe spingere tutti coloro che amano gli animali, non solo i volontari di associazioni, ma anche casalinghe, studentesse e ragazzi. Perché se non cominciamo così non si arriverà mai da nessuna parte. Non posso continuare a vedere animali morire contemporaneamente vedere che chi li uccide non paga».

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La locandina della manifestazione di Roma

«Fare delle leggi farlocche che non fungono neanche da spauracchio non ci porterà a niente – è l'amara considerazione dell'attivista che da più di 10 anni si occupa del benessere degli animali della provincia di Barletta – C'è ancora tanto da fare, ma altrove è anche peggio, sia per quanto riguarda la consapevolezza delle persone sia per le strutture che ci dovrebbero essere e invece mancano. Piano piano, però, stiamo cambiando le cose».

Leone manifestazione Roma
Annarita Distaso, referente Enpa Barletta

Un compito che non può essere totalmente appaltato ai volontari, ma deve trovare riscontro nel lavoro dei governi regionali, e soprattutto dello Stato. Anche per ciò che concerne l'insegnamento fornito ai più giovani: «Negli anni noto un aumento dei casi di maltrattamento: siamo in un'era in cui i giovani pur di ricevere consenso attraverso i social sono disposti a fare qualsiasi cosa».

Il riferimento è al caso di una giovane di Alberobello, in Puglia, che ha ucciso un gatto gettandolo in una fontana. Nel video pubblicato sui social si sente anche la frase: «Amo’, beccati un po’ di notorietà». Un episodio che ha indignato cittadini e attivisti come Distaso.

«Adesso i giovani lo fanno apposta per ottenere visibilità, fama per un giorno – dice – Siamo in un mondo vuoto, dove l'apparire conta più dell'essere, e dove il virtuale conta più del reale. In questo contesto, i giovani commettono simili reati per sentirsi importanti. Proprio per questo dobbiamo cambiare le leggi in un modo che tengano conto anche di simili processi».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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