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29 Gennaio 2024
13:39

Una formica invasiva sta minacciando la sopravvivenza dei leoni alterando la savana

Una specie invasiva di formiche sta alterando la vegetazione della savana, con una serie di effetti a cascata che minacciano la sopravvivenza dei leone nel Kenya centrale.

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Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science ha appena fatto chiarezza su una serie di fenomeni a cascata che potrebbero minacciare ulteriormente la sopravvivenza del leone nell'Africa orientale. Una piccola e apparentemente innocua specie di formica arrivata dalle isole Mauritius-  Pheidole megacephala – sta alterando così profondamente la copertura vegetale della savana tanto da alterare le dinamiche e le interazioni tra i leoni e le loro prede preferite, ovvero le zebre, costrette a migrare lontano dai territori in cui sono presenti questi insetti.

Questo studio ha utilizzato i dati di trent'anni di ricerche e ha coinvolto numerosi scienziati statunitensi, canadesi e africani, che nel corso dei decenni si sono dati il cambio nelle varie fasi dello studio. I recenti risultati sono stati infatti ottenuti tramite un'analisi complessa di molti dati diversi intrecciati tra loro, ottenuti tramite trappole fotografiche nascoste, l'uso di collari satellitari, osservazioni sul campo e diversi modelli statistici. Cosa fanno però nello specifico queste formiche tanto da alterare le dinamiche tra prede e predatori?

Come spiega Todd Palmer, ecologo e professore dell'Università della Florida, in Africa esistono diversi insetti che stringono una forte relazione con gli alberi di acacia, soprattutto nella Ol Pejeta Nature Conservancy, una riserva naturale nel Kenya centrale. Queste piante sono molto importanti per le zebre, come per tanti altri animali erbivori, poiché forniscono cibo e ombra in un territorio noto per raggiungere frequentemente anche i 45 °C durante l'estate.

Formando un rapporto mutualistico con questi alberi (una sorta di simbiosi), gli insetti locali proteggono le chiome, scacciando non solo tutti gli erbivori che si apprestano a cibarsi delle foglie, ma anche coloro che nel tentativo di fuggire dal caldo vogliono avvicinarsi alla loro ombra. Questo comporta che gli alberi d'acacia resistono più a lungo delle altre piante all'aggressività primaverile degli erbivori, divenendo una preziosa scorta alimentare durante il periodo della siccità, quando le alte temperature impediscono agli insetti di uscire all'aperto e proteggere le foglie.

«L'arrivo delle formiche Pheidole ha però destabilizzato l'intero meccanismo», chiarisce Palmer. Queste formiche sono delle voraci cacciatrici di altri insetti e si sono ambientate nella savana africana occupando gli alberi di acacia. Distruggendo le specie che proteggevano le fronde delle acacie, hanno concesso a giraffe ed elefanti di cibarsene di più durante la primavera, privando tutte le altre specie di cibo durante la stagione secca.

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La Savana africana è cambiata radicalmente con l’arrivo di queste nuove specie di formiche

Alla lunga, le zebre sono state quindi costrette ad allontanarsi dal Kenya centrale per andare alla ricerca di nuove fonti di cibo, lasciando i leoni senza cibo e luoghi in cui nascondersi per cacciare. Infatti, questi grossi predatori fanno anche affidamento sulla copertura vegetale delle acacie per nascondersi e attuare i loro agguati alle prede, poiché è molto più difficile concludere con un successo una battuta di caccia facendo affidamento solo sull'erba alta.

«Spesso, scopriamo che sono le piccole cose a governare il mondo – ha sottolineato Palmer. – Queste minuscole formiche invasive sono apparse neppure 15 anni fa, e finora nessuno di noi si era accorto dei danni che procuravano all'ambiente perché non sono aggressive verso le grandi creature o verso l'uomo. Ora però stiamo notando come stanno trasformando interi paesaggi in modi molto sottili, che per quanto piccoli hanno effetti devastanti sulla savana africana».

I ricercatori hanno spiegato che i leoni, inoltre, nel tentativo compensare l'assenza delle zebre, stanno rivolgendo sempre più spesso le loro attenzione verso i bufali, che seppur fanno parte della loro dieta sono però molto più difficili da catturare, per diversi motivi. Innanzitutto, sono più grossi e dotati di un paio di appuntiti, e poi sono molto più aggressivi e combattivi delle zebre. Formano gruppi più coesi e per i leoni e molto difficile isolare e abbattere cuccioli o individui in difficoltà-

I leoni sono fra i predatori a maggior rischio di estinzione del mondo e per questa ragione sono inseriti sia nelle direttive internazionali di protezione della fauna selvatica che nell'appendice I della CITES. Secondo i numerosi scienziati coinvolti in questa ricerca, se non si farà nulla per proteggere le piante d'acacia dall'arrivo di queste formiche aliene, presto intere comunità di animali svaniranno dal Kenya centrale. La soluzione sarebbe quella di aiutare le specie già presenti in Africa che si cibano di formiche, in modo tale da permettere agli altri insetti di proteggere le fronde delle acacie, fino all'arrivo dell'estate, così da permettere agli altri animali di avere del cibo durante la stagione secca.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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