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L’hanno chiamata Xasiya, e per oltre un mese l’hanno assistita, curata, coccolata e hanno lottato affinché potesse sopravvivere. Le condizioni della piccola tigre bianca trovata fuori dal Parco Zoologico dell’Attica, ad Atene, erano però troppo gravi: il 10 aprile, avuta conferma di «gravi, incurabili e dolorosi problemi genetici, incompatibili con una elementare qualità di vita», le è stata praticata l’eutanasia.
La notizia è stata diffusa direttamente dal parco zoologico, che il 28 marzo ha ricoverato il cucciolo nella clinica interna dopo il ritrovamento in un cassonetto della spazzatura fuori dall’entrata. L’ennesima vittima del traffico illegale di specie esotiche: a soli tre mesi, Xasiya doveva già combattere con malformazioni genetiche, appunto, aggravati dalle pessime condizioni fisiche derivanti da un’alimentazione inadeguata che le ha causato gravissimi problemi muscolo-scheletrici e di sviluppo.
I veterinari del parco, però, erano intenzionati a fare tutto ciò che era in loro potere per provare a salvarla: dopo avere segnalato al comitato scientifico speciale dell’Eaza (Associazione Europea di Zoo e Acquari), di cui l’Attica Park è membro, la situazione, si sono rivolti a veterinari specializzati in grandi felini raccomandati da organizzazioni come Born Free e Wild Cat Sanctuary. È stata inoltre inviata richiesta al Ministero dell'Ambiente per la formazione di una commissione formata da veterinari specializzati, operatori del parco e docenti universitari per gestire la situazione del cucciolo al meglio, ed è stata proprio la commissione a prendere la decisione più dolorosa.
«I risultati degli esami, delle analisi del sangue e dell'anamnesi sono stati immediatamente inviati alle autorità competenti e poi a centri specializzati in Europa, America e Africa (AAP, Born Free, Panthera Africa, The Wildcat Sanctuary, 4Paws) – hanno spiegato dal parco – Lo scopo dei contatti con i centri era quello di indagare sulla possibilità di trasferire l'animale in uno di essi per ulteriore gestione e trattamento. Le risposte ricevute da questi centri hanno escluso questa possibilità. Un comitato formato da 12 veterinari greci è stato istituito dal ministero dell'Ambiente, che ha espresso il proprio parere sulla base dei dati medici: i gravi e incurabili problemi di cui soffriva hanno indotto sia i veterinari greci sia gli esperti stranieri a raccomandare all'unanimità alle autorità competenti che l'eutanasia fosse l'unica scelta, come spesso accade nei casi in cui un animale soffre senza speranza di miglioramento».
Hasiya è stata dunque addormentata, nel luogo in cui ha vissuto nelle ultime sei settimane e affiancata dalle persone che l'hanno curata e amata. Il suo corpo è stato poi trasferito al laboratorio di anatomia patologica della Scuola di Veterinaria dell'Università della Tessaglia: «L’augurio di tutti in occasione di questa triste vicenda è che tutti prendano maggiore coscienza della necessità di contrastare il traffico di animali selvatici nel nostro Paese – è stato il commento del parco – e che vi sia un’intensificazione degli sforzi delle autorità competenti in tal senso».