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9 Gennaio 2022
9:30

Perché le balene saltano fuori dall’acqua?

Come mai le balene saltano fuori dall'acqua? Le ragioni sono tante, e da verificare, ma potrebbe essere un chiaro segnale di prestanza fisica oppure un modo per spaventare le prede.

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Si chiama "breaching" ed è un comportamento adottato da alcune specie di cetacei che consiste in uno spettacolare salto fuori dall'acqua, che si differenzia dalle altre emersioni perché riguarda più del 40% del corpo dell'animale. Le specie che effettuano i breaching più belli da guardare sono principalmente le megattere ed i capodogli, sebbene siano state osservate anche altre specie di misticeti come balenottere comuni, balenottere azzurre, balenottere minori, balenottere boreali e balene grigie, e molti odontoceti come orche e delfini, che riescono addirittura ad uscire completamente fuori dall'acqua.

Ma anche altre creature marine non cetacei mostrano la capacità di balzare fuori dalla superficie, come diverse specie di squali (pensate agli spaventosi salti del grande squalo bianco) e le razze dei generi Manta e Mobula.

Questo comportamento prevede costi energetici importanti: per poter fuoriuscire quasi completamente, una megattera di trentasei tonnellate di peso deve lasciare l'acqua ad una velocità di otto metri al secondo o trenta chilometri orari. Nonostante ciò, i salti vengono spesso eseguiti in serie. Il record per numero di salti consecutivi osservati è stato quella di una megattera a largo delle Indie Occidentali, per un totale di centotrenta salti in meno di 90 minuti.

Ma perché consumare così tante energie preziose? Per comprendere fino in fondo questo comportamento dobbiamo analizzare innanzitutto ciò che accade.

Come e perché saltare fuori dall'acqua

Due tecniche sono utilizzate dai cetacei per saltare fuori dall'acqua. Il primo metodo, più comune nei capodogli e nelle megattere, è condotto nuotando verticalmente verso l'alto dalla profondità e puntando direttamente alla superficie. Un altra strategia consiste nel nuotare in prossimità e parallelamente alla superficie, per poi scattare verso l'alto a tutta velocità con i giusti colpi di coda.

Durante il salto, i cetacei escono dalla superficie con un'angolazione di circa 30 gradi in media, atterrando poi sulla schiena e di lato e molto meno frequentemente di pancia.

Sebbene le ragioni di questo comportamento siano ancora da verificare, gli scienziati hanno formulato diverse teorie come quella chiamata "segnalazione onesta": le balene hanno maggiori probabilità di breaching quando sono in gruppo, suggerendo che si tratta di un segnale non verbale per gli altri individui durante il comportamento sociale. L'immensa nuvola di bolle e il disturbo subacqueo a seguito del rovinoso rientro in acqua è facilmente captato dai cetacei vicini. Un singolo salto costa a una balena solo lo 0,075% circa del suo apporto energetico giornaliero totale, ma una lunga serie di salti può portare a un dispendio energetico significativo: una lunga serie di salti e schizzi è un chiaro segnale di prestanza fisica. Un po' come farsi belli davanti a tutti sfoggiando la propria prestanza fisica con un'esibizione acrobatica.

La stessa teoria è utilizzata per spiegare anche altri comportamenti particolari del regno animale: saltellando (comportamento chiamato stotting o anche pronking), uno springbok (Antidorcas marsupialis) segnala onestamente ai suoi predatori come i ghepardi che è giovane, in salute e che non vale la pena cacciarlo.

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Ma ogni tanto ricordiamoci di essere anche noi animali: alcune teorie suggeriscono che i segnali costosi possono essere applicati anche a certi aspetti dell'etologia umana, come l'assunzione di rischi fisici nei soggetti giovani (si pensi alla guida spericolata o a sport estremi). Un maschio che corre un rischio fisico sta mandando il messaggio che ha abbastanza forza e abilità per sopravvivere ad attività estremamente pericolose. Questo segnale è diretto ai pari e ai potenziali partner.

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Il breaching potrebbe quindi essere un segno che il cetaceo è fisicamente in forma, tanto da permettersi di spendere energie in esibizioni acrobatiche.

Altre teorie cercano invece diverse utilità nel forte impatto al rientro in acqua: potrebbe essere un modo per stordire o spaventare le prede (simile al lobtailing, lo "schiaffo" con la pinna caudale, ritenuto in alcune specie una forma di aggressione), oppure per pulirsi da parassiti ed altri organismi incrostanti, problema comune in molte balene, pesantemente rallentate da incrostazioni di bivalvi e crostacei come i balani. I salti fuori dall'acqua sono più comuni quando il mare è agitato: è possibile che gli animali saltino per respirare meglio, o per comunicare quando il rumore dell'oceano ostacola i segnali acustici.

Ma anche il semplice divertimento potrebbe essere alla base di questa insolita attività.Sebbene il comportamento ludico sia difficile da definire, il gioco nei cetacei è stato abbondantemente documentato nella letteratura scientifica, ed è esibito da individui di tutte le classi di età. Tuttavia, è spesso difficile seguire gli individui, osservare il comportamento sott'acqua e ottenere avvistamenti multipli di individui quando si investigano popolazioni libere.

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