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10 Maggio 2023
15:07

Intere colonie di formiche fingono di essere morte per sfuggire ai predatori

Alcuni ricercatori hanno osservato una nuova sorprendente tattica di difesa nelle formiche di una colonia sull'Isola dei Canguri, in Australia: all'arrivo degli scienziati, le formiche hanno finto di essere morte come se fossero state improvvisamente colpite da una malattia.

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Le formiche hanno un ampio arsenale di strategie che permette loro di difendersi nei confronti dei predatori. Una nuova ricerca ha permesso di scoprire ora una nuova sorprendente tattica di difesa mai osservata precedentemente. Alcuni ricercatori dell'Università del South Australia hanno infatti osservato il comportamento straordinario di una colonia di Polyrhachis femorata sull'Isola dei Canguri in Australia, a 112 km a sudovest da Adelaide. Le formiche, all'arrivo degli scienziati, hanno finto di essere morte come se fossero state improvvisamente colpite da una malattia che le ha sterminate tutte.

La notizia è stata pubblicata sulla rivista Australian Journal of Zoology e sta balzando in testa degli studi entomologici più letti in Oceania, per via del particolare incontro che gli esperti hanno avuto con questa particolare specie, meritevole di un Oscar. I ricercatori stavano controllando alcune cassette nido utilizzate per studiare un particolare mammifero marsupiale, l'Opossum pigmeo (Cercartetus concinnus) prima di spostarsi in direzione di una colonia di pipistrelli che abita sull'isola dei canguri. A un certo punto una di loro, Sophie Petit, si è resa conto che ai suoi piedi e all'interno delle cassette di legno c'erano decine di formiche immobili, contratte come se qualcuno le avesse calpestate o sottoposte a qualche insetticida.

«Era uno scenario straniante – ha dichiarato la dottoressa –  Eravamo appena arrivati vicini al sito in cui era presente un nido e nessun altro poteva essere stato lì, come potevano essere morte? Ma poi… una formica si è mossa».

Quello che era accaduto è che le formiche stavano tranquillamente effettuando le loro attività giornaliere, esplorando la cassetta nido del C. concinnus ma erano state disturbate dalle vibrazioni provocate dall'arrivo degli scienziati. Così, in massa, gli insetti hanno assunto una posizione ingannevole come strategia difensiva per evitare potenziali pericoli: una soluzione che risulta essere, semplicemente, una ottima tattica di sopravvivenza per la specie.

Il dato di fatto importante, del resto, è che sull'isola sono presenti molte specie di uccelli o di altri predatori che si nutrono di insetti, come ha chiarito la ricercatrice. Si tratta di cacciatori molto intelligenti che possono però non procedere alla predazione delle formiche qualora le loro vittime mostrino di essere morte a causa, ad esempio, di una malattia che le ha sterminate tutte.

«Il mimetismo era perfetto: quando abbiamo aperto il nido, abbiamo pensato subito che queste misteriose formiche fossero appunto morte – ha dichiarato la professoressa Petit –  Poi però una si è mossa leggermente e abbiamo capito. Questa sorta di immobilità difensiva d'altronde è già nota in (poche) altre specie di formiche, ma non conoscevamo casi in cui questo comportamento è osservabile in intere colonie». La cosa più curiosa è che le formiche sembravano stessero vigilando l'atteggiamento di risposta degli "estranei", per decidere o meno se fossero fuori pericolo e dunque se ritornare a muoversi.

Effettuando molteplici osservazioni anche in successivi nidi, gli scienziati hanno notato che alcune formiche impiegavano un po' più di tempo rispetto ad altre nel riprendere il movimento, mentre alcune continuavano a fingersi morte.

Le conoscenze offerte dunque dall'impiego di queste cassette nido si sono dimostrati duplici, chiariscono i ricercatori. Da una parte stanno permettendo di studiare gli opossumma dall'altra sembrano essersi rivelate un'opportunità imprevista per studiare i comportamenti di finzione nelle formiche.

Il co-autore della scoperta, Peter Hammond, ha affermato anche che il progetto noto come Kangaroo Island Nest Box Project possiede altri 901 nidi artificiali per continuare a studiare questo comportamento, la maggior parte utilizzati all'interno degli sforzi di recupero della fauna selvatica dopo i devastanti incendi boschivi che hanno colpito l'Australia nel 2020. «Riteniamo che la specie Polyrhachis femorata sia stata fortemente colpita dagli incendi, dunque se si dimostra capace di colonizzare le nostre cassette è un bene, poiché il nostro lavoro contribuisce a salvaguardare anche loro. Le formiche forniscono servizi ecosistemici cruciali e sono una parte vitale dei vari ambienti dell'isola. Saperli dunque capaci di colonizzare le nostre casette e di simulare la loro morte è qualcosa che ci rincuora e da speranza».

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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