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10 Ottobre 2023
18:02

Il nuovo regalo a bracconieri e trafficanti di animali selvatici dal Governo Meloni

Il Governo Meloni non ha impugnato la legge lombarda che prevede una sanatoria per tutti i detentori di uccelli utilizzati come richiami vivi e catturati illegalmente in natura.

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tordo sassello
Tordo sassello

Una sanatoria per tutti i detentori di uccelli utilizzati come richiami vivi e catturati illegalmente in natura. È quanto prevede la nuova normativa della Regione Lombardia che mira a regolare l'uso dei richiami vivi, e nonostante i richiami il Governo Meloni ha scelto di non impugnarla.

Il nuovo articolo 26 della legge regionale 26 del 1993, riguardante l'uso dei richiami vivi nell'attività venatoria era stato approvato questa estate durante il consiglio di bilancio della Regione, e a seguito della mancata impugnativa da parte del Governo risulta a tutti gli effetti legge definitiva di regione Lombardia. Il promotore è stato Carlo Bravo, consigliere in quota Fratelli d'Italia e fondatore dell'Unione Cacciatori Lombardi.

Si tratta di una vera e propria deregulation che prevede la distribuzione ai cacciatori di sigilli identificativi dei richiami vivi che potranno essere rappresentati anche da fascette di plastica che nessuna norma nazionale o internazionale prevede per gli uccelli allevati e introduce una tolleranza del 10% per la misura degli anellini che di fatto li rende non idonei ad attestarne la lecita detenzione.

Sulla vicenda, oggi è intervenuto il vicepresidente della Camera, Sergio Costa: «Quello che è successo in questi giorni è spaventoso e preoccupante. Nei giorni scorsi il Governo, nel silenzio più totale, ha deciso di non impugnare la legge regionale Lombarda (proposta da un ex presidente di un'associazione di cacciatori) che prevede una sanatoria per tutti coloro che detengono uccelli catturati illegalmente per essere utilizzati come richiami vivi».

L'ex ministro dell'Ambiente ha sottolineato il danno che questa pratica arreca alla biodiversità, un danno di cui il Governo è pienamente consapevole: «Nonostante il parere contrario dei tecnici del Ministero dell'Ambiente, il Consiglio dei ministri ha preferito fare orecchie da mercante e lavarsene le mani. Questo regalo ai bracconieri va contro ogni norma e regola per la difesa della biodiversità. Si contrappone con forza anche al grande lavoro dei carabinieri forestali che ogni anno compiono operazioni di contrasto a questo mercato nero fuori controllo. I bracconieri sono pronti a pagare anche centinaia di euro per un esemplare da usare come richiamo vivo. Chiederò conto al Ministero, e tutto il mondo ambientalista deve reagire».

Le maggiori associazioni di tutela animale e ambientale, attraverso una nota congiunta hanno criticato la scelta del Governo di non agire: «Il Governo dovrà rendere conto agli italiani e all’opinione pubblica internazionale del perché di tali scelte criminogene e di tanto accanimento verso la biodiversità e gli animali. Noi ci rivolgeremo alla Commissione europea, perché ormai è provato che, su questi temi, le principali istituzioni pubbliche italiane non operano per il bene comune, ma solo per esaudire le folli e irresponsabili richieste del mondo venatorio».

Secondo CABS, ENPA, LAC, LAV, LEIDAA, Legambiente, Lipu BirdLife Italia, LNDC Animal Protection, Federazione Nazionale Pro Natura, OIPA e WWF Italia, si tratta di un vero e proprio «attacco della politica alla biodiversità».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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