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Ogni animale ha il suo cibo preferito e per poter proteggere adeguatamente una specie è perciò fondamentale conoscere la sua dieta. Da qui è infatti partito il lavoro di un gruppo di ricercatori del Leibniz Institute for the Analysis of Biodiversity Change, in Germania, che analizzando le feci di una colonia di nottole minori, una specie di pipistrello comune anche qui in Italia, ha però identificato grazie al DNA un numero incredibilmente alto di insetti.
Come dimostrano i risultati dello studio pubblicato sulla rivista Biodiversity Data Journal, all'interno delle feci dei pipistrelli gli autori hanno infatti trovato il DNA di oltre 350 specie tra insetti e altri invertebrati, prova di una dieta inaspettatamente più variegata di quanto creduto fino a oggi. Studiare la dieta di animali piccoli, insettivori e notturni come i pipistrelli, è infatti una sfida molto più ardua di quanto si possa immaginare.
Com'è noto, i chirotteri si nutrono infatti quasi esclusivamente di insetti, ma riuscire a capire quali specie mangino e quali no è molto complesso. Anche quando si trovano i resti all'interno delle feci, spesso è praticamente impossibile riuscire a identificare un insetto osservando solamente una zampa, un'ala o le piccole parti dell'esoscheletro che non vengono digerite. Per di più, spesso è difficile persino capire di quale pipistrello si stratta, soprattutto in ambiente forestale.

Nell'area di studio indagata dagli autori vicino a Bonn, tra le foreste della Rete Natura 2000, vivono infatti almeno 13 diverse specie di pipistrelli, che per fortuna erano già state tutte identificate grazie a un progetto europeo Life+, che aveva inoltre permesso di individuare diversi rifugi e colonie stabili. In questi dormitori dove si radunano i pipistrelli, i ricercatori hanno quindi installato una sorta di zanzariera rettangolare, utilizzata per raccogliere il guano da analizzare.
La rete era posizionata sui tronchi degli alberi nelle cui cavità i pipistrelli si rifugiano durante il giorno, prima di uscire tutti insieme la notte per andare a caccia di insetti. E ogni notte, dopo il cosiddetto "sciame crepuscolare", i pipistrelli ritornano sempre nella stessa cavità, spesso aggrappandosi brevemente accanto all'ingresso per defecare prima di entrare. Le feci che sono poi cadute sulla zanzariera, sono state quindi raccolte per poi essere analizzate in laboratorio.
E studiando il DNA contenuto in nove campioni di guano raccolti in nove notti diverse, i ricercatori sono stati in grado di ricostruire un menu sorprendentemente ricco per le nottole minori (Nyctalus leisleri): complessivamente, la colonia ha consumato almeno 126 specie diverse di falene, 86 specie tra mosche e zanzare, 48 specie di coleotteri e qualche dozzina appartenenti ad altri gruppi minori come effimere, tricotteri e neurotteri, ma c'è di più.
Occasionalmente, le piccole nottole si nutrivano non solo di insetti, ma anche di aracnidi come ragni, opilioni e pidocchi, "pasti" che solitamente non ci si aspetta di trovare nel piatto di un pipistrello. In totale, i ricercatori sono riusciti a identificare nel complesso ben 358 specie diverse tra insetti e altri piccoli invertebrati, una diversità alimentare piuttosto sorprendente per una singola specie.

Un altro aspetto interessante emerso dallo studio – e che in parte può spiegare questa variabilità – è il fatto che l'andamento temporale della composizione degli insetti consumati cambiava molto nell'arco del tempo: da fine marzo a fine giugno il numero di specie presenti nelle feci aumenta costantemente, per poi diminuire nuovamente verso la metà di agosto. Tendenza che combacia perfettamente con cicli biologici e la presenza degli insetti a seconda delle stagioni.
Nonostante ciò, in conclusione, gli autori ci tengono comunque a sottolineare che le prede consumate in numero maggiore erano comunque relativamente poche. La specie più consumata era infatti la piccola falena del faggio (Cydia fagiglandana), mentre tra gli altri gruppi di insetti erano soprattutto le effimere a finire più spesso nel menù delle nottole.
Questo studio sulla dieta delle nottole minori di Bonn – al di là dell'incredibile diversità alimentare – servirà comunque a individuare soprattutto i parametri ecologici più importanti per le 18 specie di prede chiave, così da contribuire a proteggere meglio la colonia di pipistrelli, gli habitat fondamentali per le sue prede preferite e più in generale la biodiversità complessiva di queste foreste.