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16 Gennaio 2024
19:07

«I turisti evitano il Trentino per paura degli orsi». Ma è davvero così?

Secondo le valutazioni socio-economiche presentate dal senior advisor di Nomisma al convegno organizzato dal comitato "Insieme per Andrea Papi" sono circa 12 i milioni di euro persi nell'ultima stagione a causa della pubblicità negativa. In realtà, l'indagine appare priva dei caratteri di rigore scientifico e terzietà che avrebbero dovuto contraddistinguerla.

orso

Quanto è costata al turismo trentino la querelle sugli orsi che ha segnato il 2023? Secondo le valutazioni socio-economiche realizzate dall'istituto Nomisma sono stati persi milioni di euro nell'ultima stagione a causa della pubblicità negativa. Ma è davvero così?

I dati sono stati presentati durante il convegno sul rapporto uomo-grandi carnivori sulle Alpi promosso dal comitato "Insieme per Andrea Papi", costituitosi dopo la morte del 26enne di Caldes a causa delle ferite procurategli dall'orsa JJ4.

L'evento si è tenuto sabato 13 gennaio nel teatro di Dimaro Folgarida, Comune della Val di Sole. Proprio le comunità delle valli Sole, Pejo e Rabbi avrebbero pagato il prezzo più alto, in termini economici, con sessantacinquemila notti in meno trascorse dai turisti negli alberghi della zona.

A fornire i numeri è Gualtiero Tamburini, senior advisor di Numisma, il quale dopo aver ammesso la «carenza formidabile di dati» ha comunque fornito alcune stime preliminari. Secondo l'esperto, gli orsi valgono 3 milioni di euro in termini di pubblicità ma, riprendendo le dichiarazioni della Provincia Autonoma di Trento (Pat), si tratterebbe di «pubblicità negativa». «Gli orsi hanno generato un diffuso senso di paura», ha continuato l'esperto che a supporto delle sue tesi ha citato la pagina presente sul sito della Provincia intitolata proprio "I turisti non vengono più in Trentino per paura dell’orso".

Nella comunicazione della Pat si legge: «È accertato che non tutti i turisti gradiscono la presenza dei grandi carnivori; la maggior parte di essi, tuttavia, li considera un forte motivo di fascino e richiamo. Nel 2002 il Parco Naturale Adamello Brenta ha effettuato un sondaggio tra i possibili turisti delle regioni limitrofe al Trentino allo scopo di verificare quale sia l’impatto della presenza dell’orso sui flussi turistici: il 78% degli intervistati si è dichiarato maggiormente interessato a una vacanza in Trentino proprio per la presenza dell’orso. L’esempio del Parco Nazionale d’Abruzzo conferma questo dato: in quelle zone infatti (dove è presente anche il lupo) si è dovuto ricorrere al numero chiuso in alcune aree per far fronte alla domanda sempre in aumento da parte dei turisti, attratti anche dalla presenza di questi animali».

A questa pagina, presente anche nelle slide, Tamburini si è ispirato dichiaratamente per il suo intervento. In realtà, la Provincia non si è mai dimostrata super partes davanti al tema dei grandi carnivori: basti pensare alla "caccia all'orso" mediatica che ha reso questo animale il nemico pubblico numero uno in tutta Italia, e al braccio di ferro con il Tar per l'abbattimento di JJ4, l'ultima orsa superstite della lista nera di Maurizio Fugatti, presidente della Pat.

La presentazione è continuata mostrando la variazione percentuale degli arrivi e delle partenze alberghiere ed extralberghiere per ambito turistico, secondo cui la stagione 2023 ha incassato una diminuzione dell'8% rispetto alla precedente.

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Variazione degli arrivi e delle partenze alberghiere ed extralberghiere per ambito turistico (Fonte: Nomisma per "Insieme per Andrea Papi")

«Tutto fa pensare che sia dovuto alle aggressioni da parte degli orsi, allora possiamo inserirlo in una contabilità come effetto negativo della presenza degli orsi», ha aggiunto Tamburini. Per poi continuare con una stima economica: «Si tratta di 12-13 milioni di euro persi in una stagione». «Dalle prime evidente, possiamo trarre che dalla morte del povero Andrea Papi c'è stato un effetto dirompente sul turismo che ha percepito la paura dell'orso, come dice il titolo della Provincia autonoma», ha sottolineato Tamburini.

Quello che emerge alla fine dell'intervento del senior advisor di Numisma, è che è stata usata la campagna di marketing negativo realizzata dalla Provincia Autonoma come premessa per la rilevazione, alla quale però non sono stati associati dati provenienti da enti terzi, non coinvolti nel conflitto orsi-persone che ha monopolizzato i media nell'ultimo anno. Si tratta di una indagine che, per come è stata presentata, sembra molto lontana dai canoni del rigore scientifico e quindi priva di ogni attendibilità.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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