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17 Luglio 2022
14:00

I ratti riescono a orientarsi semplicemente osservando come fa un loro simile

In un nuovo studio dell'Istituto di Neuroscienze dei Sistemi di Marsiglia, i ricercatori hanno dimostrato che ai ratti basta osservare i loro simili per conoscere una posizione specifica in un ambiente.

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In un nuovo studio alcuni ricercatori hanno dimostrato che i ratti non hanno bisogno di esplorare fisicamente un ambiente per conoscere una posizione specifica di un oggetto e riescono a orientarsi semplicemente osservando un altro ratto, spiegando finalmente com'è possibile che Rémy, il ratto cuoco e protagonista del film Pixar Ratatouille del 2007, fosse così bravo a orientarsi agilmente nella cucina di un ristorante di Parigi.

Roditori fittizi e film di animazione a parte, lo studio, che è stato condotto dall'Istituto di Neuroscienze dei Sistemi di Marsiglia, in Francia, e pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience, aggiunge un nuovo tassello alle ricerche sui modelli di orientamento interni dei ratti, fornendo dettagli utili anche per la conoscenza degli stessi modelli per gli altri animali, compresi gli esseri umani.

L'apprendimento mediante osservazione è stato riportato già in invertebrati, ad esempio nelle api con le loro famose danze descritte approfonditamente dall'etologo Karl von Frisch, uccelli, pesci e mammiferi. Imparare a orientarsi in ambienti nuovi è fondamentale per la sopravvivenza e il benessere di un individuo e, per quanto riguarda i ratti, questa capacità si aggiunge alla già finissima percezione temporale che rivela quanto questi animali possiedano un'intelligenza da sempre sottovalutata.

Per quanto riguarda la navigazione spaziale, invece, ciò che sappiamo è che gli animali possono costruire delle mappe cognitive, ovvero delle vere e proprie mappe geografiche mentali, grazie ad alcune cellule differenziate presenti nel cervello. Fra questi tipi cellulari troviamo le cellule della materia griglia, ossia un raggruppamento di corpi cellulari distribuiti sulla superficie degli emisferi cerebrali e in altri distretti del cervello, le cellule del bordo, neuroni presenti nell'ippocampo che rispondono alla presenza di un confine ambientale a una particolare distanza, le cellule di direzione della testa, neuroni che si attivano solo quando la testa dell'animale punta in una direzione specifica, e le cellule di posizione, neuroni dell'ippocampo che si attivano quando un animale entra in un particolare spazio.

I processi che controllano le mappe cognitive e come tutti questi tipi cellulari funzionino in coordinazione in un'orchestra di impulsi neurali è ancora poco conosciuto. In particolar modo quello che i ricercatori dell'Istituto di Neuroscienze dei Sistemi hanno verificato è se queste mappe si possono formare anche solo osservando un altro individuo, senza un'esperienza diretta dello spazio.

I ricercatori hanno, quindi, progettato un ambiente diviso in due parti con uno spazio interno e uno esterno. Nello spazio esterno un ratto, che chiameremo per comodità ratto osservatore, poteva vedere un ratto esploratore orientarsi e cercare una ricompensa alimentare nascosta. Dopo aver osservato attentamente le imprese esplorative del ratto all'interno, dunque, il ratto osservatore veniva posto nello stesso ambiente per vedere se anche lui avrebbe trovato la ricompensa nascosta nello stesso punto.

Nello studio i ratti osservatori hanno confermato l'ipotesi dei ricercatori in modo sorprendente: ogni animale sapeva perfettamente dov'era nascosta la ricompensa con un successo nella ricerca del 100%, contro un misero 12% dei ratti esploratori che il più delle volte, quindi, rimanevano a bocca asciutta. In un prossimo film di animazione con protagonista un ratto, dunque, saper cucinare deliziosi piatti non dovrebbe essere la sua unica qualità, ma dovrebbe essere anche molto abile a orientarsi.

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