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29 Settembre 2023
14:57

I rari richiami dell’echidna sono delle richieste d’amore: lo dimostra un nuovo studio

Dopo oltre un secolo di dibattito scientifico, alcuni ricercatori australiani sono riusciti a registrare i richiami degli echidna e dimostrare la loro importanza nella stagione degli amori di questi particolari animali australiani.

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L'echidna (Tachyglossus aculeatus) è un particolare animale che appartiene al gruppo dei monotremi ed ha rappresentato un vero dilemma per la scienza nel corso dei secoli, vista la sua bizzarra caratteristica di deporre delle uova nonostante sia un mammifero. Un altro enigma che riguarda questa specie è la sua poco chiara capacità di emettere dei versi, raramente percepiti dagli esploratori come dagli stessi biologi che si sono dedicati al suo studio. Finalmente, dopo decenni di ricerche, un team di scienziati della Curtin University di Perth ha però effettuato delle registrazioni in natura di questi suoni, confermando che la specie è capace di emettere dei richiami, ma lo fa solo all'inizio della stagione riproduttiva.

Gli scienziati hanno dato questa notizia pubblicandola su Journal of Zoology, ponendo così la parola fine ad un dibattito che quantomeno negli Stati Uniti e in Australia durava da oltre un secolo. Per tutto questo tempo infatti gli scienziati si sono divisi tra coloro che ritenevano che i suoni emessi da questi animali fossero semplicemente rumori legati alla respirazione e chi propendeva invece per un'intenzionalità del canto.

Gli animali che hanno permesso di effettuare questa scoperta sono stati trovati all'interno del Parco nazionale di Dryandra, vicino a Narrogin, nell'Australia occidentale e appartengono ad una delle popolazioni più importanti di echidna dell'intera Oceania.

L'autrice principale della ricerca, Christine Cooper, ha inoltre anche affermato che i versi emessi da questi animali non sono solo di un tipo. «Abbiamo osservato echidna selvatici dal becco corto emettere suoni tubanti e grugniti, oltre al sibilo e ai rumori di espirazione che gli animali sono noti per fare. Il nostro team così è riuscito a catturare uno spettro più ampio di suoni, alcuni con microfoni portatili, nonché con una fotocamera e un microfono lasciati incustoditi all'ingresso di una grotta frequentata dagli echidna. Un'attenta analisi di quei suoni tubanti e grugniti ha mostrato che questi monotremi sono in grado di vocalizzare, allineandoli con la maggior parte degli altri mammiferi nell'uso della comunicazione acustica».

Come confermato dall'articolo, gli echidna si sono dimostrati anche in questo molto silenziosi e guardinghi. Emettevano infatti i suoni solo quando erano soli o in presenza di un/una potenziale partner, continuando tuttavia a emettere versi molto, molto raramente. E solo gli adulti erano in grado di cantare. Ciò dimostra quindi che seppur durante la stagione riproduttiva si "concedono" la possibilità di emettere qualche verso, essi rimangono abbastanza sull'attenti per non attrarre i predatori o altri pericoli e che in generali i canti servono per comunicare il desiderio di formare una famiglia.

Ma che suono ha il verso di un echidna? È molto difficile da spiegare, chiariscono i ricercatori. Il suono emesso da questi animali possiamo paragonarlo a quando ci soffiamo il naso su un fazzoletto di carta o a quando cerchiamo su soffiare l'aria dentro a una cannuccia. Ma per quanto possano sembrare molto strani, questi versi nascondono qualcosa di estremamente romantico, come una richiesta d'amore, e hanno persino permesso ai ricercatori di chiarire la storia evolutiva di questi animali.

Cooper evidenzia infatti che «queste nuove registrazioni sonore, insieme alle vocalizzazioni precedentemente segnalate di un altro monotremo,  ovvero l’ornitorinco, hanno ora aiutato a risolvere il dibattito su quando i primi mammiferi iniziarono a comunicare attraverso il suono. Infatti, se sia i monotremi che i mammiferi theri (placentati n.d.r.) vocalizzano, questo suggerisce che anche l’antenato comune di questi due lignaggi evolutivi potrebbe aver vocalizzato. Mentre è noto che altre forme di comunicazione, come i segnali vibrazionali e chimici, sono apparse molto prima, i nostri risultati confermano che la comunicazione acustica che utilizza il suono probabilmente si è sviluppata da 100 a 200 milioni di anni fa e prima che i monotremi si differenziassero dagli altri mammiferi».

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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