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6 Novembre 2023
15:28

I dinosauri si sono estinti per la nube di polvere sollevata dal meteorite: lo dice un nuovo studio

Secondo un gruppo di paleontologi belgi, le polveri sollevate dal meteorite che si scontrò contro il nostro pianeta circa 65 milioni di anni fa furono probabilmente il vero agente scatenante dell'estinzione dei dinosauri: esse infatti raffreddarono il pianeta e cominciarono a intossicare piante e animali.

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Il mistero legato alla scomparsa dei dinosauri è uno dei più grandi enigmi della paleontologia moderna e sono diverse le teorie sviluppate dagli scienziati nel corso dei decenni che hanno tentato di chiarire le modalità della loro estinzione. Un nuovo studio però, pubblicato da qualche giorno sulla rivista Nature Geoscience, ha cercato di riscrivere parzialmente il vecchio modello dell'estinzione basato sull'ipotesi del meteorite, proponendo un leggero ma alquanto importante aggiornamento che riscriverebbe completamente quanto è avvenuto a questi antichi animali.

A differenza di molti loro colleghi, gli autori dello studio – tra cui Cem Berk Senel, Pim Kaskes e Özgür Karatekin, docenti dell'Università di Vrije e dell'Osservatorio Reale del Belgio, a Bruxelles – credono infatti che a uccidere lentamente i dinosauri, insieme ai loro ecosistemi, non fu tanto l'onda d'urto diffusasi sulla Terra al momento dello scontro con il meteorite ma le fini polveri tossiche ricche di silice che, sollevandosi al momento dell'impatto, avrebbero intossicato gli animali e raffreddato il pianeta.

Secondo i paleontologi belgi, inoltre, fino a questo momento gli scienziati non si sono mai interessati veramente a considerare l'importanza delle dimensioni delle polveri sollevate dall'impatto, accusando così i loro colleghi di aver preferito molto di più concentrarsi sugli effetti provocati dalle esplosioni rispetto al considerare gli effetti negativi delle polveri sui singoli organismi.

Il team invece ha pensato di approfondire il ruolo avuto da queste ultime nell'estinzione, valutando anche quali sono state le conseguenze provocate dalla fuliggine e dallo zolfo sull'atmosfera post-impatto. Così, per ottenere questi risultati, i paleontologi belgi hanno prodotto simulazioni paleoclimatiche basate esclusivamente sull’analisi di diversi campioni di materiale a grana fine che sono state estratte all'interno di un deposito fossilifero nel Nord Dakota, geograficamente oggi inserito nella lista degli Stati Uniti occidentali ma che all'epoca si trovava sulle sponde di un lago.

Il team di esperti ha scoperto che gran parte della nube che avvolse il pianeta era composta da pulviscolo che aveva particelle delle dimensioni di circa 0,8-8 micrometri: quantità maggiori rispetto a quanto era stato precedentemente considerato in precedenza.

Questa "polvere mortale", costituita principalmente da cristalli di silice taglienti come rasoi, rimase così a girovagare nell’atmosfera per un periodo superiore a 15 anni dopo l’impatto, fungendo da agente tossico mortale in grado di uccidere gran parte della fauna e da "schermo vitreo" in grado di bloccare i raggi solari nell'alta atmosfera. Fu proprio a causa di questo se avvenne un raffreddamento globale della superficie terrestre che, oltre ad uccidere gran parte delle specie rimaste ,abbassò le temperature medie  fino ad un massimo di 15 gradi Celsius per l'equatore.

«Le nostre simulazioni indicano che per colpa delle polveri nel cielo la radiazione solare non riuscì più a supportare la fotosintesi delle piante, provocando un arresto fotosintetico di tutte le comunità vegetali che durò su tutto il Globo per almeno 2 anni dopo l'impatto», ha spiegato Senel in una delle sue dichiarazioni. Dopo di allora, dovettero passare anni prima che l'ambiente si riprendesse e che il cielo si rischiarasse, con un conseguente collasso della produttività primaria degli ecosistemi che portò molte specie di dinosauri e altri animali ad estinguersi, dopo decenni di malesseri provocati dai fumi.

Alla fine, quindi, la maggioranza dei dinosauri – ad esclusione degli uccelli – morirono in massa per via di un micidiale mix di complicazioni. Da una parte c'erano gli effetti diretti dell'esplosione provocata dal meteorite, che favorì il sorgere di enormi incendi nelle ore successive l'impatto. Dopo però che questi roghi si diradarono, nuove minacce cominciarono ad abbattersi sugli animali sopravvissuti come le carestie, la perdita costante di vegetazione e il raffreddamento globale dovuto all'oscuramento del cielo. Infine ci furono gli avvelenamenti causati dalle polveri, che uccisero le ultime piante rimaste e intossicarono i dinosauri ancora vivi, ultimi rappresentanti di una famiglia che aveva dominato sulla Terra per circa 150 milioni di anni, aprendo nuove possibilità all'evoluzione dei mammiferi.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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